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Gli squilibri nell’eurozona non dipendono dal costo del lavoro e dalla competitività

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Servaas Storm, econonomista eterodosso olandese vincitore del Premio Myrdal 2013 e autore di Macroeconomics Beyond the NAIRU (Harvard University Press, 2012), sfida la visione mainstream della crisi dell’eurozona che ha per lungo tempo contagiato anche il campo eterodosso: gli squilibri tra i paesi dell’Eurozona, spiega Storm, non dipendono dal differenziale accumulato del costo del lavoro, né in generale dai prezzi, ma vanno ricercati nel lato finanziario dell’economia europea. 

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Meglio le frontiere per i capitali che per le persone

di Emiliano Brancaccio da www.emilianobrancaccio.it

Intervento alla Conferenza “per un Piano B in Europa”, Parigi, 23 Gennaio 2016

Traduzione di Lorenzo Battisti per Marx21.it

Proponiamo l’intervento di Emiliano Brancaccio all’incontro di Parigi per un “Piano B per l’Europa”, l’iniziativa di alcuni esponenti delle sinistre radicali europee. Le proposte di Emiliano Brancaccio hanno creato un vivace dibattito all’incontro di Parigi, in particolare per quanto riguarda l’imposizione sui controlli di capitale e sulle merci tra i paesi, come mostra questo video, dove Martin Höpner (Max Planck Institute, Germania) sostiene una riproposizione dello Sme con l’imposizione di rivalutazioni per i paesi in surplus.

Questa discussione sembra riecheggiare (peraltro solo in parte) quella a cui anche noi, come Keynes Blog, abbiamo sollecitato sulla proposta di un “eurobancor” ispirato alla International Clearing Union di Keynes. Purtroppo, nel frattempo, le cose sono andate avanti e oggi abbiamo a che fare con un quadro molto più complesso (si pensi all’avvio del Quantitative Easing). In ogni caso, vale la pena riflettere sugli spunti offerti dall’intervento di Brancaccio, soprattutto riguardo il pericolo che la disaffezione verso l’Europa venga catturata, almeno in alcuni paesi, solo dalle forze xenofobe. 
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Bellofiore e Simonazzi su euro ed Europa

Il Cambridge Journal of Economics ha reso libero l’accesso agli articoli più citati del 2012-2013.

Segnaliamo tra questi due articoli di economisti italiani, Riccardo Bellofiore e Annamaria Simonazzi et al Continua a leggere »

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La politica economica di Bill Clinton ha seminato il futuro disastro (e Hillary vuole imitarla)

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Sotto la presidenza di Bill Clinton si crearono le condizioni che hanno portato alla crescita delle bolle e del debito privato, mentre i salari rimanevano stagnanti e i lavoratori perdevano potere contrattuale nel mercato del lavoro. E Hillary intende seguire l’esempio del marito.

di Robert Pollin, Political Economy Research Institute, University of Massachusetts, Amherst

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La bad bank è urgente, ma non basta

Tra molte difficoltà l’Italia sta trattando con l’Unione Europea la cosiddetta “bad bank”, cioè uno strumento che permetta di liberare i bilanci degli istituti di credito italiani dal peso dei crediti deteriorati. L’urgenza di una misura di questo genere è spiegata da questo grafico di Bloomberg, su dati BCE:

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Le conseguenze economiche dei luoghi comuni

Recensione del volume 
Economia e luoghi comuni, Convenzioni, retorica e riti
a cura di Amedeo Di Maio e Ugo Marani, L’Asino d’oro edizioni, 2015 
edizione cartacea 18 €; e-book 8 € Link

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Requiem per L’Homo Oeconomicus?

hoedi Ioana Marinescu, docente di economia alla Harris School of Public Policy dell’Università di Chicago
da Libération del 12 gennaio 2016 – Traduzione di Faber Fabbris

Con la crisi finanziaria del 2007-2008, un numero crescente di ricercatori mette in dubbio la razionalità dell’«Homo oeconomicus» [l’ipotetico individuo che massimizza il proprio benessere, al centro della teoria neoclassica, n.d.t.]. Primo sintomo di una contestazione della teoria neoclassica?
Con l’inizio del nuovo anno, tornano anche i buoni propositi: fare più ginnastica, mangiare in modo più sano, risparmiare di più… auspici molto spesso vani. Il 90% delle persone interrogate nel quadro di un’inchiesta ammette di non essere capace di mantenere questi impegni. Se si tratta di progetti sensati e validi, perché un individuo razionale non dovrebbe rispettarli? Non tutti, apparentemente, sono homines oeconomiciContinua a leggere »

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Il mainstream economico tra “neutralità politica” e lunghezza del pene

La riforma dell’Università italiana, e il suo sottofinanziamento, accentuano l’egemonia del mainstream e contribuiscono al proliferare di studi caratterizzati dall’espulsione di qualunque elemento politico dal discorso economico. Una galassia di teorie che spesso si traducono in esercizi autoreferenziali o bizzarri, nella convinzione che l’Economia sia una scienza nell’accezione della Fisica Teorica.

di Guglielmo Forges Davanzati *

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La schizofrenia europea tra salvataggi bancari e austerità fiscale

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Dal 1° gennaio 2016 è entrata in vigore la nuova direttiva europea sui salvataggi bancari che applica il principio del bail-in, cioè la contribuzione di azionisti, obbligazionisti e depositanti (oltre i 100 mila euro). Il prof. Ugo Marani ricostruisce in questo articolo per Keynes blog la storia dei salvataggi bancari in Europa, domandandosi se tutto ciò si poteva contenere evitando le politiche di austerità fiscale che hanno caratterizzato la risposta europea alla crisi dopo il 2010.

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La lezione giapponese sulla svalutazione

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Il Giappone è un caso emblematico di come in un ambiente di bassa domanda globale le variazioni del tasso di cambio abbiano poco peso sulle esportazioni e quindi le svalutazioni perdano il loro effetto. Nonostante l’ampio deprezzamento dello yen, l’export giapponese rimane stabile in volumi e addirittura si riduce in dollari.

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