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[Video] Joseph Stiglitz: “Non firmate il TTIP”

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L’austerità ha colpito molto di più il Sud che il Nord

Gianfranco Viesti dopo avere ricordato che l’austerità non è uguale per tutti si sofferma sugli effetti che le politiche pubbliche hanno avuto sulle diverse aree del paese. Sulla base principalmente di un’analisi dei dati relativi al “residuo fiscale” Viesti sostiene che l’austerità ha colpito in modo particolare l’area più debole del paese e cioè il Mezzogiorno. Sulla base di questi risultati Viesti invita a una rinnovata riflessione sulle conseguenze anche di lungo periodo delle scelte di politica economica.

di Gianfranco Viesti
Professore Ordinario di Economia Applicata, Università di Bari
da “Menabò di Etica e Economia

L’austerità è stata uguale per tutti? Dati alla mano, sembra proprio di no: ha colpito molto di più il Mezzogiorno.  Continua a leggere »

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La disoccupazione in Italia: una carenza di flessibilità o di domanda aggregata?

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di Lorenzo Testa e Antonella Stirati, da economiaepolitica.it

Il tasso di disoccupazione italiano continua ad essere a livelli molto elevati, e negli ultimi anni ha raggiunto i massimi storici da quando l’Istat ne effettua la rilevazione. Il governo d’altra parte continua a cercarne la cura nella riduzione delle tutele e diminuzione del costo del lavoro.

Il progressivo processo di deregolamentazione del mercato del lavoro e di diminuzione delle tutele dei lavoratori, attuato in molti paesi europei, tende però a coincidere proprio con un aggravarsi della situazione occupazionale e potrebbe far sospettare che le suddette politiche possano invece avere effetti opposti, cioè favorire la disoccupazione.

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Renzi, la disoccupazione giovanile e il sindacato

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di Guglielmo Forges Davanzati *

Il tasso di disoccupazione giovanile, che riguarda individui di età compresa fra i 15 e i 24 anni, ha raggiunto, nell’ultima rilevazione ISTAT di giugno, il 44,2%, in aumento di 1,9% rispetto al mese precedente, raggiungendo il livello più alto dal primo anno di stima (il 1977). La rilevazione esclude i giovani inattivi, ovvero coloro che non cercano lavoro. L’ISTAT rileva che nell’ultimo anno, il tasso di disoccupazione complessivo è aumentato di 0.3 punti percentuali.

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Augusto Graziani, l’uomo che ha davvero capito la moneta

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di Steve Keen 

Cos’è la moneta e come viene creata? Queste dovrebbero essere due delle domande più semplici a cui rispondere in economia; dopo tutto, la moneta è l’unica cosa che tutti noi usiamo in un’economia; ma davvero sappiamo di cosa si tratta, e da dove viene?

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Sottrarre la democrazia al controllo dei creditori

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Un gruppo di eco­no­mi­sti di fama inter­na­zio­nale ha fir­mato un appello affin­ché i Paesi Mem­bri dell’Unione Euro­pea votino, durante l’Assemblea Gene­rale dell’ONU del 10 set­tem­bre, a favore di una riso­lu­zione per la gestione demo­cra­tica dei debiti sovrani, affin­ché le sorti dei Paesi inde­bi­tati ven­gano sot­tratte al mer­cato dei debiti, come nel caso dell’Argentina prima e della Gre­cia poi.

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Squilibri nell’eurozona: non è un problema di competitività di prezzo

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Francesco Saraceno, macroeconomista dell’OFCE di Parigi, analizza i dati raccolti da Bankitalia sulla competitività di prezzo dei maggiori paesi dell’eurozona. Il miglioramento del saldo esterno della Spagna e il peggioramento di quello della Francia sembrano non avere a che fare con la competitività di prezzo.

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G. Piga: “Le tre dimenticanze di Renzi”

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di Gustavo Piga – da www.gustavopiga.it

“Pensano di spiegarci cosa fare sulle tasse? Le tasse che tagliamo le decidiamo noi”.

Matteo Renzi alla radio.

Sono tre le cose che Matteo Renzi dimentica e che condanneranno l’Italia che lui governa alla stagnazione.

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Perché dobbiamo prendere la Corbynomics in seria considerazione

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Lord Skidelsky analizza le proposte economiche di Jeremy Corbyn, il candidato di sinistra favorito nella corsa alla leadership del partito laburista britannico. Le proposte di Corbyn non sono così radicali come i suoi avversari vogliono far credere. E non sono buone solo per la Gran Bretagna, ma anche per l’Unione Europea.

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I tagli alla sanità del governo sono l’applicazione dell’austerità espansiva

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In genere i keynesiani rifiutano la dottrina dell’austerità espansiva come ricetta di applicazione generale. Tuttavia va detto che in alcuni casi essa ha funzionato. Ad esempio è accaduto con Clinton negli Stati Uniti e ora con Cameron in Gran Bretagna. Ma come funziona l’austerità espansiva? 

Supponiamo che lo Stato decida di tagliare la spesa sanitaria. Poiché la salute è un bene irrinunciabile, i cittadini saranno costretti a stipulare assicurazioni private. In genere le polizze sono piuttosto care, pertanto lo Stato può incentivare i cittadini attraverso sgravi fiscali e garantendo i prestiti necessari alle famiglie per stipulare le polizze. Lo stesso principio può applicarsi a molti altri settori della spesa pubblica come l’istruzione, l’edilizia popolare, la previdenza. L’esperienza anglosassone sembra indicare che le garanzie pubbliche per i prestiti sono una ricetta quasi infallibile per alimentare una bolla immobiliare o i debiti studenteschi.

Lo Stato quindi da un lato taglia la spesa, ma dall’altro incentiva i cittadini a spendere di più, indebitandosi. La spesa pubblica è sostituita da (maggiore) spesa privata, il debito pubblico è sostituito da (maggiore) debito privato. 

Ecco quindi che l’austerità può essere espansiva, a certe condizioni. Il prezzo è l’instabilità economica e il potenziale fallimento di milioni di famiglie. 

Il governo Renzi ha annunciato  che razionalizzerà la spesa sanitaria evitando soprattutto gli sprechi. Ma siamo sicuri che – come altre volte accaduto – ciò non si traduca in tagli alle prestazioni essenziali? Se così fosse, gli annunciati “risparmi” rappresenterebbero proprio il tentativo di applicare il principio dell’austerità espansiva.