4 commenti

Una lettera aperta ai leader europei: correggere le bilance commerciali è la sola via per evitare l’implosione dell’eurozona

Il Financial Times ha pubblicato una breve lettera ai leader europei di Marcello de Cecco, Paul de Grauwe, André Grjebine e Francesco Saraceno contro il nuovo trattato europeo (il cosiddetto “fiscal compact”) nella quale i quattro economisti criticano l’esclusiva attenzione al pareggio di bilancio e indicano invece nel riequilibrio delle bilance commerciali la strada per salvare l’Euro.
Gli autori rivolgono un pressante appello ai leader europei perché abbandonino “una ortodossia che si è già dimostrata nociva” e adottino “politiche pragmatiche basate sull’evidenza. Se non lo faranno, – conclude la lettera – avranno la responsabilità dell’implosione della zona euro e, alla fine, del fallimento dell’intero progetto europeo.”

Pubblichiamo per la prima volta il testo della lettera in italiano.

Segnaliamo inoltre l’interessante blog di Francesco Saraceno, sul quale è possibile tra l’altro leggere il testo originale della lettera pubblicata dal Financial Times.

Una lettera aperta ai leader europei: correggere le bilance commerciali è la sola via per evitare l’implosione dell’eurozona

Egregio signore, i governi occidentali potevano avere una scusa negli anni ‘30: essi non sapevano come gestire la Grande Depressione. Il leader di oggi, comunque, si comportano come i seguaci di una setta che rifiutano di avvalersi della cura che salverà le loro vite.
Una strategia di successo per risolvere la crisi deve ridurre il debito degli stati vulnerabili, riequilibrare gli squilibri esterni e distribuire l’onere dell’aggiustamento il più equamente possibile. L’accordo raggiunto al summit di Bruxelles il 9 dicembre dello scorso anno non risponde a nessuno di questi criteri. 

L’accordo si focalizza sulla stretta della disciplina di bilancio e sulla “regola d’oro” fiscale. Questa è basata sull’erroneo convincimento che i problemi scaturiscano unicamente dal comportamento fiscalmente irresponsabile dei paesi periferici. Ai paesi sprofondati nella recessione viene detto di rinforzare le misure di austerità che che hanno già innescato una spirale viziosa al ribasso di minore crescita, minori entrate fiscali e aumento del debito. Abbiamo conosciuto sin dai tempi di Keynes la follia di tali spirali deflazionistiche.

La Banca centrale europea, rifiutando di svolgere un ruolo di prestatore di ultima istanza dei governi, rimuove una barriera protettiva necessaria attorno ai paesi più vulnerabili alla speculazione. Così facendo, essa rende anche più costoso il futuro salvataggio dei paesi in difficoltà. Le disposizioni del Trattato sono una debole scusa per un dogmatismo del genere. A cosa serve una compagnia di assicurazioni che non sia disposta a dichiarare che interverrà in caso di necessità?

Enfatizzare il deficit e il debito pubblico, mentre si ignorano le bilance commerciali, mette l’eurozona sul sentiero del disastro macroeconomico. Gli squilibri esterni hanno portato ad un elevato livello di indebitamento, prestiti eccessivi e, infine, ad “arresti improvvisi” nel flusso di credito. Un aggiustamento coordinato, che coinvolga i paesi in deficit e quelli in surplus, è l’unica via d’uscita. Ciò significherebbe l’espansione della domanda nei paesi in surplus, per soddisfare la contrazione della domanda in quelli in deficit, in modo da sostenere la domanda aggregata e la crescita per la zona euro nel suo complesso.

Una possibilità di evitare il decennio di stagnazione economica che ci attende se si continuerà sulla strada attuale esiste ancora. I leader europei e le istituzioni devono abbandonare una ortodossia che si è già dimostrata nociva e adottare politiche pragmatiche. Se non lo faranno, avranno la responsabilità dell’implosione della zona euro e, in fin dei conti, del fallimento dell’intero progetto europeo.

Marcello de Cecco, Professor of Monetary and Financial History, Scuola Normale Superiore di Pisa

Paul de Grauwe, Professor of Economics, University of Leuven; Senior Associate Research Fellow, Centre for European Policy Studies

André Grjebine, Senior Research Fellow, Sciences Po, Paris

Francesco Saraceno, Senior Economist, Observatoire Français des Conjonctures Economiques, Sciences Po, Paris

4 commenti su “Una lettera aperta ai leader europei: correggere le bilance commerciali è la sola via per evitare l’implosione dell’eurozona

  1. […] De Cecco, Paul De Grauwe e André Grjebine ha scritto una lettera pubblicata dal Financial Time (e ripubblicata da noi in italiano) chiedendo ai leader europei di perseguire politiche di crescita e riequilibrio delle bilance […]

  2. […] De Cecco, Paul De Grauwe e André Grjebine ha scritto una lettera pubblicata dal Financial Time (e ripubblicata da noi in italiano) chiedendo ai leader europei di perseguire politiche di crescita e riequilibrio delle bilance […]

  3. […] alla domanda) l’Euro può salvarsi come moneta a 17 solo se si risolve il problema delle bilance commerciali. Dall’altro lato, un’uscita dall’Euro dovrebbe essere accompagnata da misure […]

  4. […] Detto in altri termini, i tedeschi accrescono la loro produzione mentre contengono i salari, e pertanto i lavoratori tedeschi non riescono ad acquistare la produzione in eccesso, la quale è destinata invece ad altri mercati: in particolare noi, l’Italia, e gli altri PIIGS, come abbiamo già rilevato. […]

I commenti sono chiusi.