
Super Mario alle Olimpiadi
L’annuncio della rinuncia dell’Italia alla candidatura olimpica per il 2020, dato ieri dal presidente del consiglio Mario Monti, ha diviso i commentatori. Le motivazioni del premier appaiono ad una parte di essi del tutto razionali in una logica di risparmio e lotta agli sprechi. Alcuni hanno addirittura evocato il “rischio Grecia” addebitando alle Olimpiadi di Atene il disastro odierno.
Gustavo Piga, sul suo blog spiega che si tratta di una esagerazione del tutto infondata:
Quelle di Atene furono attorno all’ 1% di PIL (mi vien da ridere quando qualcuno dice che furono la causa della crisi greca) e studi di una qualche credibilità scientifica sostengono che esse abbiano generato una crescita aggiuntiva di circa 1% di PIL negli anni precedenti ai Giochi (ed addizionale occupazione e minore disoccupazione) e un impatto minore che sfuma nel tempo al termine dei Giochi. Altri Giochi producono stime simili. Ripagandosi pienamente, ma non troppo di più.
L’Unità, giornale di espressione di un partito che pure sostiene il governo, titola oggi “Ferma Italia”. Sono certamente da comprendere le motivazioni di coloro che, preoccupati della speculazione edilizia, hanno salutato positivamente la bocciatura di Monti. Eppure, la domanda rimane inevasa: cosa si farà con i soldi risparmiati? La risposta al momento sembra: nulla. Semplicemente si risparmieranno.
Piga indica altre priorità:
E mettere in sicurezza le scuole dei nostri ragazzi? Fornire materiali scolastici ed ambiente puliti ai nostri maestri? E dare dignità ai nostri carcerati invece che sbatterli per strada in attesa che si droghino o che tornino in carcere più umiliati di prima? E mettere mano al nostro dissesto geologico? E Pompei? E gli ospedali? E i campi di calcio per i ragazzi (bellissimo Zeman, grande Zeman, ieri sul Foglio: “servono strutture per consentire ai ragazzi di tornare a giocare, per ore e ore, sempre col pallone tra i piedi. Come si faceva una volta, da mattina a sera, per strada”)? E le attrezzature scientifiche per i nostri laboratori universitari?
E conclude:
Da più di un decennio abbiamo fatto il contrario dei tedeschi e degli americani, che hanno un settore privato forte perché hanno uno stato forte e presente, riducendo gli investimenti pubblici in maniera drastica. E allora prendete quei dannati soldi per le Olimpiadi e date dignità a questa bellissima favola ingrigita chiamata Italia con uno Stato forte e degno di questo nome. Un po’ di coraggio per Dio.
Franklin Delano Roosevelt, assunta la presidenza degli Stati Uniti e ascoltati i consigli di Lord Keynes, mise mano ad un enorme piano di lavori pubblici, tra cui molti di carattere ambientale:
Propongo di creare un corpo civile di conservazione [ambientale] da utilizzare nel lavoro semplice, non interferendo con l’occupazione normale, e limitandosi alla silvicoltura, la prevenzione dell’erosione del suolo, il controllo delle inondazioni e a progetti simili. Vorrei attirare la vostra attenzione sul fatto che questo tipo di lavoro è di un definito valore pratico, non solo attraverso la prevenzione della grave perdita finanziaria odierna, ma anche come un mezzo per creare la ricchezza nazionale futura.
— Franklin Delano Roosevelt, Messaggio al Congresso, 21 marzo 1933
L’alternativa, insomma, non può essere tra le Olimpiadi e il risparmio, ma tra le Olimpiadi e una spesa migliore:
Ci può essere solo un obiettivo nel risparmiare, ed è esattamente quello di sostituire una spesa con un altro e più saggio tipo di spesa.
— John Maynard Keynes in una intervista alla BBC, 4 gennaio 1933
La normalità di Mario Monti
Professore il giorno prima, ventiquattrore dopo “Senatore a vita”. Altro giorno è “Presidente” del Consiglio. Rapida carriera italica. Uomo di banche ed apparati Illuminati lo si legge sul “Giornale”, naturalmente boutade, si capisce. Forse.
Nel 1936 le Olimpiadi portano l’immaginario di Leni, alias Helene Bertha Amalia Riefenstahl, per conto del Terzo Reich e del suo Fuher. Impresa impressionante, amabile arma di distrazione di massa.
Sicché con Monti, nel suo splendido aplomb, da qui al duemilaventi ancora otto anni di lacrime e sangue, altro dal Wiston britannico che non meno aplomb di quello ma con sigarone e faccione da frequentatore di birreria almeno poi vinse la guerra, e questo la dice più ed ancora di ogni altra “teoria” economica (l’amministratore pubblico o privato che ruba, lo si inquadra con quale modello “matematico”? e con legislazione di centro, centro-destra,centro-centro,centro-sinistra,sinistra,sinistra-sinistra?).
Il Monti, quindi il Potere nella sua disincarnazione, che nega sinanche il mondo visione fantastico è un qualcosa di mai udito, da entrare nei libri di “comunicazione di massa”. E c’è chi dice che il Professore, con pari maiuscola per non offendere il bolognese ridens, poi non fa uso saggio della televisione. Certo a chi si occupa d’immagine pare una cosa da Minculpop (evitando di giocare all’anagramma da parte bassa anatomica) ma bellamente al contrario. Questione di sapiente regia, bisogna dirlo ai maitre a penser italici sul libro paga del Kgb.In un’epoca in cui mancano i “contenuti” il contenitore (Monti pro tempore?) è quello. Più o meno Marshal McLuhan.
[…] puntualizza il Guardian. Come dite? Moltiplicatore? Già. Quelli che hanno gioito quando Monti ha detto “no” alla candidatura dell’Italia forse dovrebbero […]