La ricetta di Keynes e i suggerimenti più recentemente avanzati da Pierluigi Ciocca, potrebbero riuscire a far tornare a crescere il nostro Paese. Viceversa per Giorgio Lunghini, ordinario di Economia politica all’Università di Pavia e accademico dei Lincei, l’azione del Governo Monti, improntata a una politica “dei due tempi”, è per definizione fallimentare: «È vero che il vincolo di bilancio è un problema reale, ma l’equità e la crescita lo sono altrettanto, anche perchè le condizioni del debito pubblico italiane non sono affatto disastrose, mentre ciò che spaventa gli investitori è principalmente il fatto che l’economia non cresca da almeno 10, 15 anni».
L’intervista si segnala anche per la semplice ma rigorosa analisi dei difetti della teoria neoclassica oggi tornata dominante dopo l’uccisione nella culla di quella che è stata definita “rivoluzione keynesiana” e per il raffronto tra lo stesso Keynes e Marx.
Non è facile, nell’attuale discussione pubblica, trovare un’analisi puntuale che faccia giustizia dei fallimenti della teoria economica applicata da tre decenni, nonostante l’evidenza dei suoi difetti e i fallimenti delle policy che da essa derivano. Lunghini ci regala un po’ di ossigeno da respirare a polmoni aperti.