di Francesco Saraceno (*)
Sono usciti i dati Eurostat [link]. La zona euro è in recessione, ed è peggiore del previsto (-0,6% nel 2012). L’austerità non funziona, ed è recessiva. Accidenti, chi l’avrebbe mai detto!
Scherzi a parte, lasciamo stare il diffuso ottimismo di poche settimane fa. La crisi non è finita, in realtà ci siamo in mezzo. A mio parere, le cose andranno peggio prima di migliorare (se andranno meglio).
E’ inoltre interessante che la strategia tedesca della crescita basata sulle esportazioni stia perdendo colpi. Il quarto trimestre del 2012 è andato piuttosto male (peggio che in Francia, ad esempio), e questo è dovuto ai minori investimenti da un lato e ad una più debole dinamica del commercio dall’altro (le esportazioni sono diminuite più delle importazioni). Ecco un estratto del comunicato stampa di oggi dell’ufficio statistico tedesco, Destatis:
“Nel confronto dei dati trimestre su trimestre (corretti per i prezzi, le variazioni stagionali e di calendario), i segnali relativi al territorio nazionale sono risultati piuttosto contrastanti stando a calcoli provvisori: la spesa per i consumi finali delle famiglie e delle amministrazioni pubbliche è cresciuta leggermente. Al contrario, gli investimenti fissi lordi nel settore delle costruzioni sono diminuiti leggermente e la formazione del capitale fisso lordo in macchinari e attrezzature è scesa notevolmente rispetto al terzo trimestre del 2012. Il calo del prodotto interno lordo alla fine del 2012 è principalmente dovuto alla relativa debolezza del commercio estero tedesco: nell’ultimo trimestre del 2012, le esportazioni di beni sono scese molto più delle importazioni di merci.”
La Germania si rifiuta ostinatamente di compensare l’austerità nella periferia europea attraverso stimoli interni. Questo rende l’aggiustamento per tali paesi più doloroso, e ha un impatto sulle aspettative a livello nazionale. È per questo che gli investimenti sono diminuiti in modo significativo. La mia opinione è che, se la Germania fosse stata solo moderatamente più espansiva al suo interno, le aspettative non sarebbero state depresse (anche se leggermente in aumento, nel mese di gennaio l‘indice IFO di fiducia delle imprese tedesche ristagna a circa 104 al momento, dopo aver avuto un sobbalzo a 115,40 nel mese di febbraio del 2011). E cifre relative agli investimenti sarebbero sostanzialmente migliori.
Oggi abbiamo così appreso che l’austerità riduce effettivamente la crescita, e che essa si riflette in altri paesi. Due sorprese in un giorno. Ci sarà bisogno di uno sforzo sovrumano per dimenticare tutto questo prima di domani!
(*) Senior economist OFCE, Parigi – fsaraceno.wordpress.com
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[…] in corso: il progressivo deterioramento delle condizioni dell’economia della Germania (di cui si intravedono evidenti segni) sta già ammorbidendo la linea di austerità nella Commissione UE. E tuttavia ciò è ancora […]
http://www.spiegel.de/wirtschaft/soziales/ifo-index-stimmung-in-der-deutschen-wirtschaft-deutlich-verbessert-a-884932.html
“L’indice IFO è aumentato. Per la quarta volta in fila…”
[…] Si noti che la depressione della domanda è il metodo con il quale si stanno riequilibrando le bilance commerciali in Europa, un riequilibrio che si sta rivelando controproducente per la stessa Germania. […]
[…] 6) gli errori della Germania le si ritorcono economicamente contro. Berlino prima impone uno standard di competizione elusivo dello spirito cooperativo delle regole dell’Unione europea, e poi pretende di imporre a chi ha subìto gli effetti distorsivi di tale politica, “compiti a casa” che finiscono per aggravare, oltre alla posizione dei Paesi debitori, anche la propria economia, cosa di cui si intravedono già evidenti segni qui. […]
[…] 6) gli errori della Germania le si ritorcono economicamente contro. Berlino prima impone uno standard di competizione elusivo dello spirito cooperativo delle regole dell’Unione europea, e poi pretende di imporre a chi ha subìto gli effetti distorsivi di tale politica, “compiti a casa” che finiscono per aggravare, oltre alla posizione dei Paesi debitori, anche la propria economia, cosa di cui si intravedono già evidenti segni qui. […]
[…] 6) gli errori della Germania le si ritorcono economicamente contro. Berlino prima impone uno standard di competizione elusivo dello spirito cooperativo delle regole dellUnione europea, e poi pretende di imporre a chi ha subìto gli effetti distorsivi di tale politica, compiti a casa che finiscono per aggravare, oltre alla posizione dei Paesi debitori, anche la propria economia, cosa di cui si intravedono già evidenti segni qui. […]
[…] deterioramento delle condizioni dell’economia della Germania di cui si intravedono evidenti segni QUI […]