di Andrea Terzi(*)
Nell’amaca del 3 gennaio, Michele Serra esprime il proprio apprezzamento per un articolo di Gad Lerner su La Repubblica del 2/1 [link] a proposito della povertà in Italia e conclude che “una nuova società più conviviale in cui ritrovare il modo di aiutarci” può rappresentare “un’eccellente sintesi del programma elettorale di qualunque sinistra”. Condivido, come mi capita spesso, le valutazioni di Serra, ma sono convinto che occorra una postilla essenziale per dare maggior forza propositiva al suo lodevole auspicio.
In un’economia moderna, complessa e monetaria come quella in cui viviamo, il mutuo soccorso non può che limitarsi a scalfire appena le situazioni così ben descritte da Gad. Occorre, piuttosto, una politica della comunità (ovvero dello stato italiano, ma più fondamentalmente dell’Unione Europea) che metta la piena occupazione al centro della politica e delle “riforme”.
A partire dai primi anni ’80, l’obiettivo della piena occupazione è stato rimosso, qui e altrove, dall’agenda della politica economica, da quando cioè si è affermata una tesi che è propria di una (e soltanto di una) delle diverse scuole di pensiero economico. Si afferma cioè che la piena occupazione non possa essere un obiettivo prioritario senza indurre comportamenti di inefficienza, inflazione e parassitismo che prima o poi si ritorceranno contro l’obiettivo stesso della piena occupazione. Meglio puntare alla stabilità dei prezzi e alla concorrenza dei mercati. Se siamo virtuosi, la piena occupazione arriverà. Il sempre attuale Federico Caffè parlava, già nel 1980, delle “illusioni del ristagno risanatore”.
Tale modo di vedere ha una sua logica e dignità, se non fosse che altri economisti, non meno scientificamente competenti, considerano invece prioritario l’obiettivo della creazione di lavoro in quanto premessa per essere virtuosi e competitivi. E, quel che più importa, la storia degli ultimi trent’anni non ha prodotto neanche uno straccio di conferma alla tesi che l’austerità produce lavoro e crescita[1].
Voglio dire che la ‘società solidale’ di cui parlano Gad Lerner e Michele Serra prevede non soltanto il mutuo soccorso e l’associazionismo solidale ma anche e soprattutto un’altra politica economica. Le premesse per la piena occupazione si creano con un altro modo di comprendere gli effetti dell’austerity e la meccanica del debito pubblico. Si tratta, insomma, di dare la priorità al lavoro, invece che al debito pubblico, che altro non è che la registrazione contabile del risparmio finanziario del settore privato. Roba da specialisti, forse, ma che si ripercuote drammaticamente sulle vite delle persone. E se l’Europa riconoscesse questo principio, aggiungerebbe al fiscal compact nazionale una politica di spesa (netta) europea che creerebbe lavoro e ridurrebbe la povertà.
Domenica sera, in un programma televisivo di cui Serra è co-autore, Massimo Gramellini ha descritto magnificamente il problema vero dell’Italia, e di cui la campagna elettorale dovrebbe occuparsi, e cioè “come mettere più soldi nelle tasche dei cittadini alleggerendo le tasse in busta paga e dando un lavoro a chi la busta paga neanche ce l’ha, e riuscire a fare questo senza sfasciare lo stato sociale e senza smettere di pagare i debiti accumulati in un passato e spesso anche in un presente di sprechi e ruberie.”
L’agenda è impeccabile e – quel che più conta – realizzabile.
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[1] Per l’ultima discussione sul tema si vedano Krugman [link] e Pilkington [link] sul caso della Lettonia.
(*) Franklin College Switzerland e Mosler Economic Policy Center mecpoc.org; docente di Economia monetaria, Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano
ricordo una annotazione di Amartia Sem, in un suo libro, dove rilevava che un numero crescente di persone nel mondo si dedicano al volontariato , concludendo che l’uomo puo’ impegnare le sue risorse … senza profitto,,,, è questo il principio dal quale poi discendono gli altri (compresa l’economia) e compresa la volontà di discernere le tecniche di politica economica da adottare corrado stefanini
Concordo in linea di principio ma, serve strumentalmente meglio attrezzarci sotto il profilo istituzionale per non finire involontariemnte in schiavitù!? Giacché così continuando la politica non riuscirà mai a riformarsi come l’ha già dimostrato di non esserlo da decenni (essendo terminato il periodo paternalistico discente della Prima Repubblica!) per una sostanziale strutturale mancanza di una sistematica contendibilità che tuttora “volutamente” latita e conseguentemente ci ritroviamo con una classe politica sempre più autoreferenziale e sempre più slegata dal territorio! Pertanto qualsiasi agenda per prossimamente toglierci dall’attuale mantenuto impaludamento e da un siffatto speculativo marasma dovrà considerare d’infondere contendibilità a tutto tondo ed a tutto campo introducendo radicali regole a “check & balance” criterio per rendere in efficienza! Purtroppo ci ritroviamo con tutti i dati negativi… aspetti che irrevocabilmente attestano d’essere sostanzialmente vittime di un superato tramontato sistema in quanto restiamo sempre più obesamente appesantiti da una siffatta irremovibile pletorica, anacronistica plutoburocratica classe politica capace soltanto di propinarci una sempre più affocante pressione fiscale che non ha paragoni al mondo rispetto ad ogni altro paese dell’area OCSE. Giacché la compressione fiscale ha ormai superato il 55% ed il 65% per le imprese altrettanto impossibile da reggere tanto da farle fiscalmente delocalizzare!!! La mancanza d’un concreto completo sistema rende formali le alternanze in quanto risultano sempre più bloccati i ricambi generazionali ci rende sostanzialmente alla mercé d’una ostinata gerontocrazia che ci sta quotidianamente rubando il futuro dato l’irrefrenabile indebitamento generato da un siffatto anacronistico mantenuto impianto elettoral-istituzionale strutturalmente carente nell’agevolare una più fisiologica contendibilità che si rende indispensabile per riprodurre efficienza, invece serve solo a far ingrassare la solita irremovibile casta. Giacché dobbiamo considerare che già con l’apparire del 2013 automaticamente ci ingroppa un ulteriore fardello fiscale di ben € 1.490,00 d’aumenti. Senza poi, contarne le loro indotte negative conseguenze e ricadute, con ripercussioni che contribuiranno ad ulteriormente farci sprofondare in continua recessione. Tutto questo dovrebbe essere più che sufficiente per capire che stiamo affogando sotto l’obesità d’una delle più viziata choosy pluto-crazie che ci sta dissanguando! Gestita da un’irremovibile casta plutocratica che ci mantiene prigioniere con siffatti compassati strumenti elettoral istituzionali frutto di statuizioni formalmente corrette e, dati gli antefatti e misfatti! Sempre più corrotte! Un obsoleto azzoppato modello che ci troviamo in dotazione che non ha mai avuto alcun aggiornamento ed adeguamento alla luce di una siffatta nuova accelerata realtà che abbisogna di nuovi radicali ristrutturazione! Iniziando dai meccanismi elettorali dove per renderli più funzionali ed efficienti servono strumenti più completi quanto col dispositivo elettorale SEMIALTERNO si propone che basandosi su mandate al proporzionale (senza soglia) verrebbero sostituito da una mandata al maggioritario (con premio di maggioranza e con un’eventuale rafforzativa soglia) in caso di fine anticipata della legislatura ma, in questa evenienza la legislatura entrante non può modificare la Costituzione, dopo la quale comunque, si ritornerà a mandate a base proporzionale! Ecc.
l’articolo 120 del TFUE cita la piena occupazione come obbiettivo (e anche il coordinamento delle politiche economiche degli stati membri, sic!) ma se lo si persegue con le politiche neoliberiste descritte nel trattato di lisbona i risultati vanno nella direzione opposta. l’unione europea non è mai stata fatta per la gente.
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è bravo questo cantante…ex politico!
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/04/27/europee-eletto-udc-non-si-ricandida-e-rinasce-in-versione-rock-terminator/964995/
certo la comunicazione è un’ arte, che puo’ convincere anche se disonesti… difendiamoci … corrado stefanini