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Chissà cosa avrà voluto dire…

“La BCE farà tutto quanto è necessario per preservare l’euro e, credetemi, sarà abbastanza”. Così si era espresso Mario Draghi solo una settimana fa, a Londra. Tutti avevano capito che l’uomo di fatto più potente d’Europa avrebbe sbattuto i pugni sul tavolo (metaforicamente) e si sarebbe imposto alla recalcitrante Bundesbank le misure assolutamente necessarie nel breve periodo per evitare la deflagrazione dell’Euro. Le sue parole avevano suscitato così tanta speranza da far precipitare di colpo gli spread dei titoli spagnoli e italiani. Ieri mattina il termometro segnava “appena” 440, novanta punti in meno rispetto alla vigilia del discorso di Londra, nonostante le dichiarazioni negative provenienti dalla banca centrale tedesca nelle stesse ore. Draghi era sembrato tanto convinto del fatto suo che persino un “catastrofista” come Roubini aveva festeggiato sostenendo che la “tempesta perfetta” che avrebbe potuto distruggere il sistema economico mondiale era stata, con tutta probabilità, evitata.

Insomma i mercati ci credevano, anche perché l’ormai ex Super Mario aveva spiegato bene i motivi per cui era necessario intervenire subito: non solo era in gioco la salvezza dell’euro, e quindi in definitiva della stessa BCE, ma anche lo stesso funzionamento della politica monetaria: senza un intervento sui titoli di stato, aveva detto Draghi, il meccanismo di trasmissione della politica monetaria rischiava di rimanere inceppato. Con scaltrezza, Draghi aveva cercato di dimostrare che l’acquisto di BTp italiani e Bonos spagnoli non era un favore ai due PIIGS, ma una necessità per garantire la missione della stessa BCE.

Poi, ieri pomeriggio, quella che è poco definire una doccia fredda. Dopo la riunione del board della BCE, Draghi ha spiegato che quel “tutto” in realtà è poco o nulla. Si vedrà, forse, nelle prossime settimane, qualche intervento sui titoli a media scadenza. Ma nulla di più: la licenza bancaria, ha detto Draghi, per il fondo salvastati non compete alla BCE, inoltre se qualche paese vuole accedere al fondo deve chiedercelo esplicitamente. Francoforte non è intervenuta neppure per tagliare il tasso di interesse, il minimo sindacale in questa recessione.

Insomma, nessuna novità. E nessuna nuova vuol dire brutta nuova. Per giustificarsi il presidente della BCE non ha avuto di meglio da dire che a Londra era stato frainteso: “Nel mio intervento a Londra non ho parlato di acquisto di titoli di Stato”. Chissà come mai tutti avevano capito invece di sì.

Così i mercati hanno capito che potevano fare il bello e cattivo tempo, perché tanto la BCE non sarebbe scesa in campo con il suo bazooka. Perché non lo vuole la Bundesbank, ma anche perché il bazooka, diciamolo chiaramente, non c’è e, se queste solo le premesse, non ci sarà. Lo spread italiano è così schizzato in appena 3 ore a quota 510 e il tasso di interesse sui Bonos di Madrid ha superato il 7%. Un disastro.

Nel mentre, Mario Monti si è affrettato a dire che l’Italia non chiederà aiuti, dopo che nei giorni scorsi aveva accennato alla possibilità di una richiesta di attivazione dello scudo anti spread. Sempre Monti, in mattinata, ha cercato di spiegare che se i differenziali tra titoli tedeschi e italiani rimarranno alti, le prossime elezioni potrebbe vincerle Grillo. Insomma, cari tedeschi, state attenti a quel che fate. Ma neppure questo è bastato.

E così ora la stampa internazionale si chiede: “ma cosa avrà voluto dire” Draghi a Londra? E sì, perché se uno promette di fare di tutto per salvare l’euro, la BCE, la sua politica monetaria, quel qualcosa deve essere fatto. Altrimenti finisce come nella storia di Pierino e il lupo. L’Economist elenca una lunga serie di ipotesi che si erano affacciate in questi giorni. Nessuna delle quali ha visto la luce. Lo Spiegel ironizza: “Vi prometto che prometterò qualcosa”.

Non arrivano buone nuove neanche dal governo tedesco, che si è affrettato a dire che di eurobond, mutualizzazione e quant’altro non se ne parla. Ma non è solo il centrodestra di Berlino ad avere posizioni rigide: “L’acquisto di bond dei paesi in difficoltà da parte della Bce non è un modo per far fronte alla crisi” della zona euro, ha detto Frank-Walter Steinmeier, capogruppo dell’SPD al Bundestag e possibile prossimo candidato cancelliere.

Nelle prossime settimane vedremo probabilmente qualche acquisto di titoli con scadenze a uno e tre anni. Così i mercati si aspettano. Ma è davvero ben poca cosa rispetto alla crisi che sta facendo tremare l’Eurozona.

La crisi dei debiti sovrani è quindi per ora senza alcuna soluzione. E il peggio è che ormai non si permette al paziente neppure di ingoiare un’aspirina per abbassare la febbre.

6 commenti su “Chissà cosa avrà voluto dire…

  1. Reblogged this on i cittadini prima di tutto.

  2. Reblogged this on leanworkspace and commented:
    Chissà cosa avrà voluto dire…

  3. “La BCE farà tutto quanto è necessario per preservare l’euro e, credetemi, sarà abbastanza”.

    Sì. Verrà incorniciato ed esposto nei musei come cimelio storico.
    Sarà questo quello che ha voluto dire il nostro marietto?

  4. Forse il Drago voleva dire “vorrei, ma non posso..”, ma intanto i suoi 30 amici (group of 30)….. diciamo che certe esternazioni potrebbero essere colte da qualcuno in anticipo per fare previsioni su futuri rialzi…
    Complottismo a parte, ho assistito in diretta alla conferenza stampa di Draghi su RAINEWS che conferma esattamente la sua marcia indietro. Alle domande incalzanti dei giornalisti che gli chiedevano conto, è apparso anche innervosito: “… lei ha letto le mie dichiarazioni rilasciate a Londra? se le rilegga! non troverà niente di tutto quello che hanno scritto i giornali… non ho detto che avrei acquistato titoli di Stato… ho detto che avrei fatto quanto è necessario per preservare l’euro (… “e credetemi sarà abbastanza” non l’ha ripetuto! sarebbe stato proprio da faccia tosta!!) nei limiti del mandato della BCE…”
    Ha inoltre detto che la BCE non si attiva se non dietro richiesta, ovvero che saranno gli Stati che dovranno chiedere l’aiuto del fondo “salva” stati, ovviamente dietro condizionalità. Quelle condizionalità a cui Monti diceva che l’Italia non sarà soggetta… ma de chè! a proffessò nun ce provà!! Ma quello che più ritengo significativo è la sua dichiarazione secondo cui la BCE non può con la politica monetaria risolvere gli squilibri economici e finanziari degli stati, ma è compito della politica realizzare quelle riforme necessarie per uscire dalla crisi (più o meno ha detto queste parole). Cioè le operazioni di politica monetaria allo studio delle commissioni competenti della BCE, che siano riduzioni del tasso BCE, operazioni LTRO, acquisto titoli nel mercato secondario, ecc., non saranno sufficienti per risolvere gli squilibri economici dell’eurozona. Quello che bisogna fare sono le riforme e il rigore!! questo è il succo del discorso! ecco perchè i mercati hanno risposto così. Poi la Corte costituzionale tedesca si pronuncia mi pare il 12 o il 15 settembre sulla costituzionalità del trattato sul f.do “salva” stati, pertanto fino ad allora passeremo un’estate calda con spread a livelli enormi (anche se l’Italia ha sospeso le aste per tutto agosto e quindi lo spread è puramente indicativo) e non è detto che la corte decida a settembre.. potrebbe rimandare… oppure potrebbe dire NO (cosa cui spero!!).
    Una giornalista del corriere della sera ha inoltre chiesto a Draghi “cosa intende per irreversibilità dell’euro?” Draghi ha risposto con piglio deciso più o meno così: “Quando dico che l’euro è irreversibile intendo che non si può tornare alle dracme, alle lire, al marco… basta con questa idea di ritorno alle valute nazionali, non è possibile tornare più indietro, l’euro è irreversibile! qual è la prossima domanda?”. Il tono era fermo e deciso… e che non gli assomiglia per niente, altrimenti mi avrebbe ricordato un altro noto italiano rimasto leader in un ventennio! imporre questo euro è un’idea fascistizzante e non credo che ci siano, nel diritto internazionale, limitazioni alla scelta di un paese di sganciarsi dalla moneta unica o addirittura dal mercato unico.

  5. L’Euro ha i giorni contati. Speriamo che l’Italia abbia un piano segreto per ritornare alla Lira (o Euro italiano) immediatamente, durante un venerdì di questo mese di agosto 2012. Gli altri Paesi seguiranno a ruota. Dopo di che, pietra tombale sull’Euro, il più infelice e disastroso esperimento economico dell’ultimo secolo…. e l’Italia risorgerà !

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