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#Covid19: per 95% economisti quarantena ha priorità sul PIL. Zingales: “3 volte il PIL prezzo accettabile per salvare milioni di vite”

Mentre in Italia, a fronte di 15mila morti accertati e di un tassi di contagio che rimane ancora preoccupante, c’è chi già pensa a riaprire tutto, negli Stati Uniti gli economisti hanno le idee ben chiare su come affrontare la situazione: il lockdown va perseguito fino in fondo, anche a costo di una contrazione del PIL senza precedenti.

E’ quanto evidenzia il sondaggio condotto dall’Università di Chicago il 27 marzo scorso. Alla domanda:

Una risposta politica organica al coronavirus comporterà la necessità di tollerare una contrazione molto forte dell’attività economica fino a quando la diffusione delle infezioni non sarà diminuita in modo significativo

il 95% ha risposto che è d’accordo o molto d’accordo, mentre solo il 5% ha risposto di essere incerto e nessuno, ripetiamo, nessuno, ha risposto negativamente.

 

Risultati simili anche nelle risposte alla domanda successiva

Abbandonare il lockdown in un momento in cui la probabilità di una recrudescenza delle infezioni rimane alta porterà a un danno economico totale maggiore rispetto a sostenere il lockdown per eliminare il rischio di recrudescenza

Pare quindi che gli economisti americani, a differenza di molti loro colleghi italiani, di certi politici e di certe associazioni imprenditoriali, abbiano ben chiaro quanto in effetti la letteratura economica ha da dire sul tema, ovvero che anche dal punto di vista economico è meglio chiudere il più possibile subito e aspettare che passi

 

Zingales: anche la perdita di 3 volte il PIL è un prezzo accettabile per salvare chi morirebbe di Covid19

Sempre dall’Università di Chicago arriva un interessante articolo di Luigi Zingales. Dopo aver sottolineato che i politici del mondo occidentale  sono stati indotti dagli interessi imprenditoriali a ritardare a annacquare le misure di contenimento e che tale scelta “viene venduta come razionale mentre è solo una negazione irrazionale della realtà”, l’economista italiano si domanda provocatoriamente (e cinicamente) quale sia il rapporto costi-benefici del lockdown. Per farlo, Zingales si rifà ad uno studio statistico sul valore economico di una vita umana negli USA, pari a 14,5 milioni di dollari correnti. Supponendo un contagio intorno al 70% della popolazione e un tasso di letalità intorno al 4,5% (dovuto al decesso di gran parte di quel 5% di pazienti critici che non troverebbero posto nelle terapie intensive), e scontando del 37% il valore della vita umana prima richiamato poiché gran parte dei decessi riguarderebbe gli ultra 65enni, Zingales arriva all’incredibile cifra di 65mila miliardi di dollari, pari a tre volte il Pil statunitense. In altri termini, anche perdere l’equivalente di tre volte il PIL sarebbe comunque un prezzo equo da pagare per salvare quanti potrebbero perdere la vita per il Covid19!

 

12 commenti su “#Covid19: per 95% economisti quarantena ha priorità sul PIL. Zingales: “3 volte il PIL prezzo accettabile per salvare milioni di vite”

  1. Certo che deve essere così, la vita umana non ha prezzo, certo che se lo stato impedisce l’esercizio dell’attività deve mantenere i cittadini.
    In America siamo sicuri che sarà così, in Italia ho seri dubbi che i politici siano all’altezza, grazie al cappio al collo dell’euro

  2. Il PIL è annuale: 300% significa il 100% del PIL per 3 anni

  3. Anche se non bisogna mai parlare di costi quando si considerano le vite umane, sono perfettamente d’accordo con Zingales ed il 95% degli economisti americani.
    In Italia, purtroppo, nutro seri dubbi sulla capacità di ripresa da parte della nostra classe dirigente e politica ma confido molto sui cittadini comuni.

  4. Molti economisti, anche se si sono mostrati d’accordo con il piano di lockdown che i vari governi hanno imposto ai loro cittadini, hanno più e più volte sollevato la questione della riapertura, anche parziale; alcuni hanno proposto un isolamento per le persone più a rischio, tutti concordano nella necessità di un testing a tappeto, di analisi serologiche(legga qua https://voxeu.org/article/transition-steps-stop-covid-19-without-killing-world-economy) . Purtroppo il costo di congelare un’economia è enorme https://t.co/z0hgt5vIoU?amp=1
    PS: probabilmente il 95% (ma secondo me di più) degli economisti di oggi non ha mai letto la teoria generale o non è d’accordo con l’analisi di Keynes; ciò non vuol dire che abbiano ragione.

  5. Ma la gente che morirá di fame ,di suicidi e di rapine non la calcolate? Che senso ha fermare le aziende. La chiusura andava fatta subito adesso non ha più senso. Ripartire subito almeno per fasce meno a rischio..non si tratta di una recessione .si tratta di una crisi alla portata del ’29…

  6. Sarebbe stato interessante anche chiedere ai Chicago boys chi secondo loro (quale classe sociale) dovrà sopportare il costo della crisi, questi tre anni di Pil chi li dovrà infine pagare (sotto forma di disoccupazione, debiti, svendita di beni, tagli alla spesa pubblica…)

  7. Ho letto l’articolo di Zingales (https://promarket.org/captured-western-governments-are-failing-the-coronavirus-test/), e anche quello a sua volta referenziato da questi(https://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=3379967 – The Value of a Statistical Life).
    Ci sono alcune cose che non tornano:
    1) il valore per dalla singola vita umana proposto da Zingales (14,5M US$) non si capisce da dove esca
    2) l’articolo di Kniesner e Viscusi è vago (benchè derivate e logaritmi non manchino), ma nell’introduzione cita “$10 million”
    3) ma poi parla di un “median VSL” di $7 million, più altre diverse stime (da $6,9 million a $13,8 million), e altre ancora
    4) ad esempio in UK si scende a $2,29 million
    [tutto mischiando anni su almeno due decadi …]

    Ora … non mi sembra che ‘sto VSL sia così “adatto” per fare questo computo … (tra 14,5 o 10 o 2,3, un po’ ci balla ..)

    Secondo me un conteggio molto più sensato sarebbe questo:
    – considerando che il Coronavirus sia “democratico” (stessa probabiltà di colpire Jeff Bezos, che l’ultimo barbone di NY …. SPOILER: non è vero)
    – se il 70% della popolazione venisse colpito, con un tasso di letalità intorno al 4,5%
    – allora, il 3% della popolazione morirebbe
    [NB: se il 70% della popolazione fosse colpita, con tutto il paese trasformato in un lazzaretto il tasso di mortalità sarebbe MOLTO maggiore!!]

    – se il virus fosse veramente democratico ne dipenderebbe una caduta del PIL del 3%

    ma
    – come dicevo prima la letalità sarebbe maggiore
    – il sistema produttivo andrebbe in crisi e ci metterebbe almeno 6 mesi a ri-organizzarsi
    (facendo affluire migranti per sostituire la forza lavoro? … ah, però …)
    – i consumatori sarebbero spaventanti

    ma al contempo
    – lo sforzo sanitario un po’ il PIL lo farebbe salire
    – non essendo un virus democratico, colpirebbe statisticamente meno le forze più produttive
    che dite se ci mettiamo nel complesso un bel “moltiplicatore” del 10? [si lo so, sarebbe arbitrarissimo]

    Risultato: crollo del PIL del 30%

  8. “Come al solito quando il saggio indica la luna, l’idiota guarda il dito.”

    No, no … non è che guardavo il dito … è che … mia figlia ha lasciato nuovamente la retro illuminazione del mappamondo accesa ….

  9. Mah … ho postato un paio di volte un commento “articolato” … ma non è stato pubblicato…

    Sarà un problema dell’antispam?
    Sarà un commento scomodo?
    Boh?

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