Giornalettismo pubblica un’intervista a Mario Seminerio nella quale l’animatore del noto blog Phastidio spiega, o almeno ci prova, la crisi argentina.
Come è noto da qualche giorno la valuta del paese Sud Americano si è pesantemente svalutata, dopo che la banca centrale ha assottigliato le riserve tentando di mantenere un cambio accettabile con il dollaro.
Seminerio, non da solo invero, da tempo conduce un’indefessa battaglia contro la presidente Kirchner e l’Argentina, colpevole, a suo dire, del reato più scabroso negli ultimi tempi: il populismo. Cos’è il populismo? E’ presto detto:
Una politica fiscale fortemente espansiva, modellata sul mito del dare tutto a tutti…
Terrificante vero? E quali sono gli effetti del populismo?
… creare ovvie pressioni inflazionistiche.
Quindi l’Argentina ha un’alta inflazione perché il governo spende troppo. Però anche no. Infatti Seminerio ci informa che:
Con un cambio perfettamente flessibile e non gestito in alcun modo dalle autorità nazionali, i gravi squilibri macroeconomici del paese si sarebbero tradotti in costante e crescente inflazione, che sarebbe divenuta piuttosto rapidamente iperinflazione.
Si sarebbe? No, si è. Perché l’Argentina ha svalutato eccome, a partire dal 2008:
Non c’è da stupirsi quindi che con il dollaro che passa da 3 a 6 pesos (e ora a 8) un bel po’ di inflazione si generi, al di là delle politiche fiscali del governo o della “stampa di moneta”. Non stupisce perciò che un paese che soffre di “inflazione importata” cerchi di evitare eccessive svalutazioni. E a maggior ragione non dovrebbe stupire questo comportamento da parte di un paese che ha debito estero denominato in dollari.
Tanto per generare altra confusione, secondo Seminerio l’Argentina ha sbagliato a tenere il cambio amministrato con il dollaro, ma anche se non l’avesse fatto le cose sarebbero andate male ugualmente:
Ora le riserve valutarie sono al lumicino, ed il governo argentino sta per essere travolto dalla realtà, cioè sarà costretto a lasciare fluttuare liberamente il cambio del peso, che sinora è stato in regime di fluttuazione amministrata, quello che si chiama crawling peg, col dollaro. Da questo punto in avanti saranno guai molto seri per la popolazione, che verrà travolta dall’inflazione importata e dal caos sociale e politico conseguente.
E allora cosa doveva fare la Presidenta? E’ presto detto:
attuare politiche fiscali più restrittive
Cioè esattamente ciò che Seminerio critica in continuazione sul suo blog e nel suo libro, addirittura chiamandola La cura letale, quando si parla di austerità in Italia ed Europa.
L’Argentina è un paese indebitato e certo l’ultima cosa che le gioverebbe sarebbe l’austerità, con conseguente caduta dei redditi e quindi maggiore difficoltà nel rimborsare i debiti. Perché se vale per la Spagna e l’Italia non deve valere anche per l’Argentina? Nell’attesa di trovare la singolarità quantistica di Buenos Aires, nella quale cessano gli effetti depressivi dell’austerity e della deflazione, proseguiamo.
Come si sa, l’Argentina è un paese che non bada ai conti:
Se hai un deficit fiscale ampio e crescente …
Solo che il deficit argentino è all’incirca come quello italiano, ci manca poco per rientrare nei parametri di Maastricht…
… con la non trascurabile differenza che l’Argentina viene da anni di avanzi di bilancio (proprio mentre faceva deficit spending monetizzato che creava inflazione, secondo Seminerio), mentre l’Italia era sempre in disavanzo.
Ehi, a ben pensarci l’Argentina potrebbe entrare nell’eurozona! Si sa però che gli argentini truccano i conti. Proprio come greci, italiani e virtuosissimi tedeschi. Peccato che la moneta unica, ci ricorda giustamente Seminerio, sia così “disfunzionale”, altrimenti l’Argentina sarebbe il candidato ideale per diventare il 19° paese dell’euro.
Ma la chicca di Seminerio arriva in fondo:
Poi ci sono paesi che, appena messe le mani sulla banca centrale, letteralmente impazziscono e dimostrano di avere letto ed interiorizzato nel peggiore dei modi possibili la fiaba di Pinocchio. A questo gruppo appartengono soprattutto paesi sudamericani, o comunque “latini”.
Cioè noi. Ecco perché ci han tolto la Banca centrale e l’hanno messa a Francoforte. E vedete come tutto funziona bene ora che le masse monetarie sono sotto controllo? Presto, togliete alla signora Kirchner la printing press e datela a Weidmann!
Parliamo seriamente. L’Argentina ha il “semplice” problema di non riuscire a mantenere gli avanzi con l’estero che teneva un tempo e che le permettevano di ripagare i debiti pregressi.
E la causa non ha nulla a che fare con il cambio, la monetizzazione dei deficit e quant’altro, ma con lo stallo dei commerci mondiali, come abbiamo spiegato agli amici populisti del M5S.
Questa svalutazione non aiuterà l’Argentina come non l’ha aiutata quella dal 2008 fino all’altro giorno. E del resto in una crisi valutaria, dopo l’annuncio del tapering da parte della Fed, si sono ritrovati anche paesi importatori come India e Turchia. Diciamoci le cose come stanno: se l’Argentina è nei guai, e non da sola, molte delle responsabilità vanno ascritte all’Europa. Ma è sempre comodo e semplice prendersela con il populismo.
Condivido quanto dice sullo stallo del commercio mondiale, ma non mi sembra che @phastidio abbia perso letteralmente la bussola
Hai fatto bene a scrivere questo articolo, l’intervista è deprimente.
Mmmh…sinceramente mi sembra che questo articolo sia eccessivo quasi quanto quello di Phastidio.
Seminerio ovviamente esagera nell’analisi, ma anche qui mi sembra che ci sia una difesa alquanto lacunosa.
La flessione degli avanzi con l’estero si spiega benissimo con l’accumularsi di alti livelli di inflazione, che inevitabilmente si traducono in prezzi più alti per la produzione delle merci.
Non solo, la volontà di utilizzare un cambio forte per domare l’inflazione, quindi non permettendo alla moneta di assorbire lo squilibrio della bilancia dei pagamenti ha reso semplicemente più grosso il botto.
Oltretutto i dati sul deficit non sono realmente indicativi: se è vero che smentiscono la posizione superficiale di Seminerio è anche vero che non smentiscono il fatto che l’Argentina ha premuto troppo sul pedale della spesa pubblica, spingendo la Domanda aggregata in maniera eccessiva rispetto alla capacità produttiva del paese.
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Peccato che la medesima flessione degli avanzi l’ha avuta, per fare l’esempio di un paese tanto produttivo e agli antipodi con l’Argentina, il Giappone, che invece ha avuto una deflazione. Ops…
E aggiungo: il dato sul cambio non giustifica i livelli di inflazione raggiunti tra il 2007 ed il 2008.
Mentre in quegli anni c’è un cambio sostanzialmente stabile abbiamo picchi di inflazione notevoli, non spiegabili quindi da un aumento dei costi di importazione, ma che si possono facilmente associare agli stimoli fiscali del 2007 e del 2008.
E ciò non vuol dire che le politiche di stimolo non vadano fatte, ma farle per forzare la disoccupazione al di sotto del suo livello naturale inevitabilmente comporta un trade off.
Dici il Giappone in crisi energetica Post Fukushima?

Io vedo un crollo da marzo 2011, mese del disastro.
Caso?
E ribadisco: nel 2007 e nel 2008 l’inflazione in Argentina era già superiore al 20%.
Svalutazione anche in quegli anni?
Non mi è chiaro allora perché in Argentina l’inflazione sia al 25% – 30%
Gli articoli dimostrano una conoscenza superficiale dell’Argentina. La svalutazione è avvenuta essenzialmente per manovre speculative di operatori interni nonchè per le pressioni degli esportatori di commodities che hanno atteso a far entrare dall’estero i propri incassi (sottoposto a una elevata ritenuta automatica) giocando a favore della svalutazione. E’ vero anche che il governo ha esaurito le riserve per mantenere il cambio, ma in conseguenza essenzialmente di manovre speculative. Se a questo si aggiunge che il sistema produttivo argentino (in particolare quello esportatore) è in mano al capitale straniero e che le esportazioni di capitali e utili sono ingenti, ecco servito il risultato attuale. Non credo che l’iperinflazione sia alle porte, ma sicuramente è alle porte un periodo difficile.
Il populismo non c’entra niente, anzi allevia la situazione economica.
http://krugman.blogs.nytimes.com/2014/02/01/macroeconomic-populism-returns/?module=BlogPost-Title&version=Blog%20Main&contentCollection=Opinion&action=Click&pgtype=Blogs®ion=Body
http://krugman.blogs.nytimes.com/2012/05/03/down-argentina-way/?_php=true&_type=blogs&_php=true&_type=blogs&_r=1&
Un modello per la crescita!!!
Ma lo capite o no che dipende tutto dal tapering della Fed?
I dollari sono subito scappati e tornati a casa!
Che tutto il mercato finanziario si regge solo sulla liquidità della Fed, che la liquidità va tutta a WallStreet ed al famigerato 1%, e che l’economia reale del mondo sta alla canna del gas?
Ma no! Si stampi ancora di più! Anzi, che si dia la stampante alla politica! Che loro sanno meglio e di più di miliardi di individui interagenti!
Vedrete che sarete accontentati dalla Yellen. Entro poche settimane di nuovo QE all’ennesima potenza!
So che Seminerio aveva detto 3 anni fa quando molti osannavano l’Argentina come una via da seguire ( Bagnai diceva “gli argentini stanno bene”) che un paese in cui gli aggregati monetari crescevano del 30-40% annui era sulla strada per un nuovo default, e questo numero non è frutto della sua fantasia, ma si trova sul bollettino della banca centrale argentina: http://www.bcra.gov.ar/pdfs/indicadores/Radar.pdf.
Insomma negare che ci sia stata una massiccia iniezione di moneta mi sembra molto difficile, è un fatto inconfutabile, qualsiasi valutazione sulle cause, sulle conseguenze e sulle responsabilità d questa politica monetaria è al di la delle mie limitate conoscenze, se qualcuno mi sa spiegare i dati della crescita degli aggregati monetari che si possono rilevare sul bollettino che ho citato come conseguenza di diverso delle scelte del governo argentino sono ben felice
mi sembra che Bagnai sul suo blog abbia dato una lettura simile della crisi argentina. Anche lui se la prende con il “populismo” della presidenta…
Attenzione, in Europa l’austerity era la cura alla crisi, una crisi non solo europea peraltro, secondo un paradigma infantile: la crisi è stata determinata dal debito, quindi riduciamo il debito, iniziamo dal debito pubblico che possiamo controllare meglio. Questo ha determinato come ovvio l’aumento del debito sia privato che pubblico, non la sua riduzione…ecco perché l’austerity in Europa è demenziale e Seminerio giustamente la stigmatizza. Tanto piu’ demenziale perché l’Europa, avendo il potere di stampare una moneta forte come l’euro, doveva in un momento drammatico come quello del 2008, non sottrarsi al suo ruolo di fornitore di domanda per tutto il mondo e invece si e’ messa a consumare di meno…ma in un paese come l’Argentina, senza credito finanziario internazionale, l’austerity era ed è una necessita’, non un opzione, dato che il cambio deve sostenerlo per forza, almeno inizialmente e la valuta estera necessaria se la deve procurare attraverso il saldo della bilancia commerciale, quindi distruggendo domanda interna, è questa la triste e inesorabile conseguenza di un default, averlo taciuto agli Argentini e cercare nemici esterni dietro ogni angolo, rappresenta una chiara responsabilita’ politica.
Non sono un economista, faccio altro, ma per quanto sono le mie conoscenze, anche avendo fatto di recente un viaggio in Argentina credo stiate sottovalutando la situazione dell’inflazione nel paese. L’inflazione è percepita chiaramente dalla popolazione la quale cerca, appena può, di cambiare i suoi pesos in dollari o altre monete. Questo perché è l’unico modo per non erodere i propri risparmi. Questo però accelera l’inflazione ulteriormente. Di fatto siamo già ad un livello di inflazione che tende ad automantenersi. La presidente ha cercato di frenare la vendita del pesos nel mercato ufficiale con il solo risultato di aumentare il mercato nero. Ora con il tapering americano il destino dell’Argentina è segnato. phastidio ha ragione a dire che l’Argentina è un situazione diversa da quella europea. Noi siamo in una crisi in deflazione, loro sono in una crisi in inflazione. Le risposte non possono e non sono le stesse. La soluzione di keynes per uscire dalla crisi si può usare in Europa, non in Argentina la quale ha già esaurito questa chance. L’uscita dalla crisi argentina deve avvenire per forza attraverso sofferenze per la popolazione