Pubblichiamo un recente articolo del neo-premio Nobel Robert Shiller, uno dei maggiori studiosi della finanza comportamentale. Dalla lettura dell’articolo emerge la distanza di analisi tra l’autore ed Eugene Fama, che con lo stesso Shiller e Lars Peter Hansen condivide il Nobel per l’Economia 2013.
di Robert J. Shiller
Dopo lo scoppio della bolla immobiliare più grande di tutti i tempi, nel 2006, e la fine di una grossa bolla dei mercati l’anno seguente, verrebbe spontaneo pensare che viviamo in un mondo del dopobolla. Eppure non si fa altro che parlare di bolle: bolle immobiliari vecchie e nuove in molti Paesi, una nuova bolla globale dei mercati, una bolla dei mercati obbligazionari a lungo termine negli Usa e in altri Paesi, una dei prezzi del petrolio, una dell’oro, così via.
Di certo però non mi aspettavo di sentir parlare di bolle quando sono stato in Colombia, il mese scorso. Invece anche lì si faceva un gran discutere di una bolla immobiliare in pieno svolgimento: mentre mi portava in giro per Cartagena, destinazione turistica sul mar dei Caraibi, l’autista mi indicava con meraviglia case che recentemente erano state vendute per milioni di dollari. Il Banco de la República, l’autorità monetaria del Paese sudamericano, fornisce un indice dei prezzi delle case per tre grandi città (Bogotá, Medellín e Calí): dal 2004 a oggi questo indice è cresciuto del 69 per cento in termini reali (corretti in base all’inflazione) e buona parte di questo incremento si è verificato dopo il 2007. È un ritmo di crescita non dissimile da quello degli Usa tra il 1997 e il 2006, quando l’indice S&P/Case-Shiller, relativo ai prezzi delle case in dieci città, aumentò del 131 per cento in termini reali.
Tutto questo spinge a porsi una domanda: cos’è esattamente una bolla speculativa? Il dizionario definisce «bolla», in senso figurato, «qualcosa di fragile, inconsistente, vuoto o senza valore; un’esibizione ingannevole. Dal XVII secolo il termine è spesso applicato a schemi commerciali e finanziari illusori». Il problema è che termini come «esibizione» e «schemi» lasciano intendere una creazione deliberata, più che un fenomeno sociale ampio che avviene senza la regia di nessuno.
Forse è la parola «bolla» che è usata con troppa leggerezza. È quello che pensa Eugene Fama. Secondo Fama, principale sostenitore della «teoria del mercato efficiente», le bolle non esistono. In un’intervista rilasciata nel 2010 a John Cassidy del New Yorker diceva: «Non so nemmeno cosa vuol dire una bolla. Sono parole diventate di moda, ma che secondo me non hanno senso». Nella seconda edizione del mio libro Irrational Exuberance, ho cercato di dare una definizione migliore. Una «bolla speculativa», scrivevo, è «una situazione in cui la notizia di un incremento di prezzo stimola l’entusiasmo degli investitori, che si diffonde per contagio psicologico di persona in persona, ingigantendo storie capaci di giustificare l’incremento di prezzo». Tutto questo attira «un ventaglio sempre più ampio di investitori che pur nutrendo dubbi sul valore reale dell’investimento ci si lanciano ugualmente, in parte per invidia del successo di altri e in parte per il brivido dell’azzardo». È questo il significato essenziale della parola «bolla» nella sua accezione più comune. Implicito in questa definizione è il motivo per cui è tanto difficile, per gli investitori più accorti, realizzare profitti puntando contro le bolle: il contagio psicologico favorisce un atteggiamento mentale che giustifica gli incrementi di prezzo, tanto che partecipare alla bolla può quasi essere definito un atto razionale. Ma non è razionale.
La storia è diversa in ogni Paese a seconda delle notizie da cui nasce la bolla, che non sempre combaciano con quelle di altri Paesi. Per esempio, la storia da cui è nata la bolla colombiana è che il Governo, sotto le attente cure dello stimato presidente Juan Manuel Santos, ha portato l’inflazione e i tassi di interesse a livelli da Paese sviluppato e ha quasi eliminato la minaccia della guerriglia delle Farc, iniettando nuova vitalità nell’economia. È una storia sufficiente a produrre una bolla immobiliare.
Essendo sostanzialmente fenomeni sociopsicologici, le bolle sono, per loro natura, difficili da controllare. Le misure di regolamentazione prese dopo la crisi finanziaria potrebbero limitare il rischio in futuro, ma il timore di bolle potrebbe ingigantire il contagio psicologico, producendo ancor più profezie che si realizzano da sole. Un problema della parola «bolla» è che crea l’immagine di una bolla di sapone che si allarga sempre più ed è destinata a scoppiare, improvvisamente e irrevocabilmente. Ma in realtà le bolle speculative sono più complicate: a volte si sgonfiano perché cambia la storia che le ha originate, e poi tornano a gonfiarsi. Sembra più accurato paragonare questi fenomeni alle epidemie. Il caso dell’influenza ci insegna che può apparire all’improvviso una nuova epidemia proprio mentre un’epidemia precedente sta regredendo, se compare una nuova forma del virus o se qualche fattore ambientale accresce il tasso di contagio. Lo stesso succede con le bolle speculative: se emerge una nuova storia sull’economia e se questa nuova storia ha una forza narrativa sufficiente a scatenare un nuovo contagio nella mentalità degli investitori, allora entra in scena una nuova bolla speculativa.
È quello che successe con il boom del mercato negli Stati Uniti degli anni Venti, che toccò l’apice nel 1929. Concepire le bolle come un periodo di crescita spettacolare dei prezzi seguito da un repentino punto di svolta e poi da uno schianto definitivo e di vaste proporzioni significa distorcere questi precedenti storici: in realtà, dopo il “martedì nero”, ci fu un grosso boom dei prezzi reali delle azioni negli Stati Uniti che nel 1930 li riportò in parte indietro ai livelli del 1929; seguì un secondo crac, un altro boom dal 1932 al 1937 e poi un terzo crac.
Le bolle speculative non terminano come un racconto, un romanzo o un’opera teatrale. Non c’è uno scioglimento finale che riconduce tutti i fili di una narrazione verso una conclusione a effetto. Nel mondo reale, non sappiamo mai quando una storia è finita.
Fonte: Il Sole 24 Ore
L’ha ribloggato su flaneurkh.
Ovviamente, questo professore mainstream ignora completamente il ruolo della banca centrale nel determinare il tasso di interesse, cioè il prezzo del denaro, e di conseguenza ignora quanto la presenza di un pianificatore centrale distorca il libero mercato inviando segnali che non permettono il calcolo economico, non permettono di stabilire il prezzo di mercato delle merci e non permettono la corretta allocazione delle risorse scarse.
Così le bolle si gonfiano per motivi psicologici… Ed esplodono per motivi climatologici?
Bernanke da Princeton crede che se uno stimolo non è stato sufficiente ce ne voglia di più. Lo crede anche Krugman. Si stampa sempre troppo poco!
Niente paura! Ci penserà la Yellen a stampare ancora di più. QE all’infinito.
Anche perché, ormai è chiaro a tutti, se si smettesse di stampare verrebbe giù tutto all’istante. Perché tutto ormai si regge solo su quei coriandoli creati dal nulla che sono diventati i dollari fiatmoney. E che vanno a finire sempre e soltanto nelle solite tasche di WallStreet alla faccia di MainStreet.
END THE FED!
Ovviamente nessuno nega che nelle bolle ci sia una forte componente psicologica per cui gli investitori scommettono non in base ai fondamentali ma perchè pensano che il prezzo dell’assets si alzerà domani come si è innalzato ieri. Considerazioni di questo genere però hanno una valenza quasi zero dal punto di vista prescrittivo.
Il fatto che Schiller non accenni minimamente al ruolo della banca centrale nel manipolare i tassi ufficiali a convenienza è la controprova dell’aridità e inutilità di interventi di questo genere. E del fatto che chi non ha una teoria della moneta e del capitale ha poco da dire riguardo l’ analisi delle bolle finanziarie e dei cicli economici.
Ok, gli investitori sono polli e giocano d’azzardo. E allora che si fa? Ma ovviamente si concede alla banca centrale il diritto di stampare fiat money a corso legale per salvare i giocatori d’azzardo dalla bancarotta. Avanti così!
Un altro Nobel deludente.
Benissimo. Aboliamo la FED (e tutte le banche centrali). Pongo a questo punto un quesito. Come si regolano quindi i pagamenti fra le varie banche commerciali/d’investimento?
Immagino la risposta sia “in oro”.
@fla:
dove sarebbe il problema?
finchè non sei illiquido non c’è bisogno di nessuno per regolare niente. poi se ti trovi illiquido basta una certa garanzia statale per un tempo x. oltre quel tempo, sei insolvente e fallisci. fine.
poi, chiaramente potrebbero esserci delle clearing house private che, soggette agli stessi limiti di sopra, provano a stare nel mercato.
@ Keyneblog: vero, ha ragione!! Infatti l’oro sulla terra, per loro, è disponibile in quantità illimitate. Per tutti. Gli è sconosciuto il fatto del perchè ci fu il Nixon shock.
@ f. spirito: non sto parlando di situazioni estreme, ma del giornaliero. La FED nasce nel 1913 dopo la grave crisi speculativa del 1907 proprio perchè le clearing house private rifiutarono al tempo di prestarsi i soldi l’una con l’altra durante la corsa agli sportelli scatenata dal panico. Sono le banche stesse ad accettare solo ed esclusivamente moneta di Banca Centrale (High powered money, base monetaria, moneta ad alto potenziale, chiamiamola come vogliamo) e non moneta bancaria.
Ad esempio, come dichiara la stessa FED http://www.federalreserve.gov/pf/pdf/pf_7.pdf : “Creando il sistema della Federal Reserve, il Congresso intendeva porre fine alle gravi crisi finanziarie che periodicamente sconvolgevano la nazione, in particolare il panico finanziario che si verificò nel 1907. Durante quell’episodio, i pagamenti furono sospesi in tutto il paese perché molte banche e clearinghouse si rifiutavano di liquidare degli assegni emessi da certe altre banche, una pratica che contribuì al fallimento di banche altrimenti solventi. Per affrontare questi problemi, il Congresso diede alla Federal Reserve l’autorità di istituire un sistema dei pagamenti valido in tutto il paese.”. La FED quindi perchè nasce? Perchè sennò, lasciato ai privati, il sistema dei pagamenti nazionale va in tilt, causando il crash economico. Che, immagino per Lei, sia una bazzecola da quanto scrive.
@fla: e infatti, si vede che gran risultati ha ottenuto la FED no? grande depressione, stagflazione, grande recessione. mmm :D
Direi che dare alla FED le colpe della grande depressione, stagflazione e grande recessione è quantomeno azzardato.
nessuno ha dato colpe a nessuno.
semplicemente, tu hai detto:
“Creando il sistema della Federal Reserve, il Congresso intendeva porre fine alle gravi crisi finanziarie che periodicamente sconvolgevano la nazione”
beh, NON CI SONO RIUSCITI.
anzi, ci son state crisi BEN PEGGIORI.
sempre per fla:
volendo poi dare colpe, ricopio qui un piccolo estratto di uno sconosciuto che nel 2003 diceva:
“The special privileges granted to Fannie and Freddie have distorted the housing market by allowing them to attract capital that they could not attract under pure market conditions. Like all artificially created bubbles, the boom in housing prices cannot last forever. When housing prices fall, homeowners will experience difficulty as their equity is wiped out. Furthermore, the holders of the mortgage debt will also have a loss. These losses will be greater than they would have otherwise been had government policy not actively encouraged over-investment in housing, the damage will be catastrophic.”
è lo stesso che dice che prima o poi, il dollaro collasserà. certo, ci sono lo shale gas e le cannoniere…
Innanzitutto non sono cose che IO dico, ma che dice la Federal Reserve. Negli USA, prima del 1947 il tasso di crescita si muoveva in un “corridoio” che andava dal +16% al – 15%. Dal 1947 in poi, l’impegno dei governi occidentali nell’adottare politiche anticicliche (pensa un po’, quelle cosiddette keynesiane) ha ristretto i margini del corridoio dal +10% al 3% L’ultima recessione (2010) è cinque volte meno intensa della recessione più grave del periodo fra le due guerre. Detto questo, ci sono state crisi peggiori? Da quando si è deciso di fare politiche anticicliche, controllo movimenti capitali, banche centrali che concertano col Tesoro, la risposta è no. Da quanto si è deciso di invertire la rotta, le cose sono cambiate (deregulation, crisi finanziarie vari paesi ex-sovietici, sudamericani, sud est asiatico, Dot Com, Subprime). Poi è pacifico: se mi metti ex-banchiere al segretario Tesoro, è naturale che farà gli interessi di Wall Street e non di Main Street.
Secondo punto: La FED, così come qualsiasi istituto centrale, prima di tutto rifornisce le banche nazionali della liquidità di cui necessitano per non lasciare a secco il sistema dei pagamenti. Se poi si utilizza la FED, come avvenuto nel 2008, per fare il welfare banking, salvare il sistema finanziario collassante, siamo d’accordo che così non va. Ma, essendo il suo mandato, sono stati obbligati a farlo. Rimane però il punto centrale: la BC fornisce liquidità SU RICHIESTA del sistema. Mica si stampa a piacere, dai, è risaputo da tutti. Su Fannie Mae e Freddie Mac è inutile guardare la fine e non l’inizio: da metà anni ’70 i consumi, soprattutto in USA, sono stati trainati del debito privato. Diamo uno sguardo ai real wages ed alla disoccupazione statunitense. Con redditi in calo, il consumatore non può far altro che acquistare a debito. Questa è la droga del mercato, altrochè i QE. Sono stati i vari Rubin, Clinton e compagnia a voler che Fannie Mae e Freddie Mac accettassero di finanziare mutui subprime, prestiti a persone non in grado di restituire. Colpa dell’istituzione di per sè quindi o di chi l’ha usata scorrettamente per fare i servigi di Wall Street?
Incredibili questi liberisti: quanto più nel corso dei decenni il ruolo dello Stato diminuisce e quello del mercato si espande (e quindi aumentano instabilità e disuguaglianza), tanto più accusano lo Stato dei deludenti risultati economici perchè “distorce” il mercato.. La Banca centrale è stata ormai privata di tutti i poteri (la famosa “indipendenza”, come la Bce), tranne quello di fissare il tasso di interesse, e ovviamente è proprio quella minima funzione residua a provocare chissa quali danni. La bolla dei tulipani olandesi nel ‘600 era anche quella determinata dalla banca centrale?!
Buongiorno,
Se è vero che le bolle sono paragonabili ad epidemie, allora bisogna rivalutare il ruolo degli untori, tutt’altro che inconsapevoli ed irrazionali.
Durante i periodi di incremento dei prezzi se è vero che i consumatori si lanciano
” irrazionalmente ” verso ceri beni, è anche vero che razionali operatori economici stimolano questi irrazionali ad indebitarsi a tassi sempre maggiori convincendoli che comunque la crescita dei prezzi coprirà i maggiori interessi…… Poi finanzieranno anche i secondi e terzi compratori a tassi sempre maggiori, emetteranno titoli ad alta resa a copertura del loro fabbisogno…….le banche centrali stampano, stampano, e chiudono gli occhi.
Chi sono gli untori ?? Per certo alla fine Dell’ epidemia ci sarà un alto tasso di mortalità.
Mi pare che l’economia contemporanea non sia poi così complicata, ma si possa ricondurre ai ” cavalieri dell’appcalisse” di Malthusiana memoria.
A quanti sostengono che la Banca Centrale “manipola” o “pianifica” i tassi di interesse, chiederei chi dovrebbe fissarli, quando le banche si rivolgono ad essa per ottenere liquidità.
Se invece dovesse intervenire sui mercati dei titoli di stato, nessuno obbliga la controparte ad acquistare o a liberarsi dei titoli (nessuno ha pistole puntate alla tempia). Nel momento in cui la controparte cede o acquista i titoli (del tutto liberamente) e i tassi salgono o scendono a seconda dell’intervento previsto, è ridicolo affermare che si emettono “segnali che non permettono il calcolo economico, non permettono di stabilire il prezzo di mercato delle merci e non permettono la corretta allocazione delle risorse scarse.”
Non mi risulta che che negli Usa il mercato si sia bloccato perché non riuscissero a “stabilire il prezzo (…) delle merci”. Né, per quel poco che ha fatto la BCE, non si sia riusciti a fissare, ad esempio, il prezzo del pane (provi andare in panetteria e vedrà che il prezzo è ben fissato) .
Quanto alle risorse scarse, è vero il contrario. La liquidità in mano al settore privato è abbondante, tanto negli Usa che in Europa. Il problema è che non è impiegata perché non si vedono prospettive economiche che giustifichino gli investimenti. E le prospettive sono negative perché vi è una carenza della domanda effettiva. Non intervenire vuol dire che per voi va bene che ci sia disoccupazione e impoverimento economico.
Poiché l’economia non è regolata da leggi divine (ad eccezione per voi fanatici del libero mercato), il compito delle autorità politiche dovrebbe essere quello di alleviare la disoccupazione e favorire la crescita dei redditi del paese. Per ottenere questo risultato è allora legittimo auspicare una politica monetaria espansiva.
ah.
risorse = liquidità.
andiamo bene, andiamo.
Tu certo vai malissimo, come argomentazioni.
“teoria della montagna di merda”.
come volevasi dimostrare: non hai argomenti.
Le bolle esistono a prescindere dalle banche centrali. Anche in bit coin che non ha alcuna banca centrale ha creato una bolla (cfr. https://keynesblog.com/2013/04/15/bitcoin-la-bolla-austriaca/ ) . Questo basta a smontare le fantasiose tesi dei due Hayekiani di cui sopra.
Ah, è una bolla quando una qualsiasi unità monetaria guadagna potere d’acquisto rispetto ad un’altra che si inflaziona e si svaluta?
Beh, non mi sembra che il bitcoin sia una moneta stabile. Come è cresciuto (rispetto ad una moneta che si svaluta, ossia il dollaro), è anche sceso del 50% e più in pochi mesi. Si deve allora dire che il bitcoin non protegge il potere d’acquisto ed è una “moneta” ad alto potenziale di svalutazione.
Più semplicemente, crescite del 100% e più, seguite da crolli del 50% e più, sono delle bolle.
Questa risposta è veramente RIDICOLA . Nessuno sta dicendo che senza i privilegi delle odierne banche centrali NON esisterebbero errori economici (quindi cicli economici). Solo dei pianificatori centrali che si credono onniscenti (cioè dei folli) possono pensarlo.
La Teoria austriaca chiede di eliminare una fonte (aggiuntiva, innaturale, opportunista, manipolabile) di errori economici: la manipolazione dei tassi ufficiali o perlomeno dell’obbligo di usare una moneta inflazionabile a piacimento.
Sai chi paga”l’esuberanza irrazionale” dei bitcoin? Chi ha sbagliato comprandoli a prezzo sopravvalutato.
Sai chi paga “l’esuberanza irrazionale” di banche e stati che si sono indebitati fino al collo ? Quelli senza alcun potere politico come me e (presumo) te, perchè siamo OBBLIGATI ad usare una moneta che la BCE stampa a piacimento e presta a chi vuole al tasso che vuole per coprire i buchi di bilancio che preferisce.
a Giorgio
Chi lo decide il tasso senza banca centrale? il tasso nessuno, I TASSI relativi a singoli prestiti: i risparmiatori, cioè chi vende il servizio del prestito del denaro. E quando devono prestare i soldi al loro stato lo decidono sempre loro. Quello sarebbe un mercato libero, non uno comandato da una banca centrale.
a Fla
Come si regolano i pagamenti internazionali? Ovviamente con stanze di compensazione (e non me le sto inventando io) e per le eccedenze (mensili, annuali) con trasferimenti fisici di qualunque risorsa vogliate (cioè con una moneta reale, sonante) quindi oro, diritti sui terreni, sale, o che diavolo preferisce il mercato (cioè quelli che la moneta la devono usare).
Invece vi chiedo io: cosa è esattamente un dollaro o un euro oggi? Un pezzo di carta disegnata? “Fiducia”? Questo è per voi il denaro? Questo dovrebbe essere?
A gengiss: ma che vai raccontando? dal 1900 ad oggi tassazione, spesa pubblica e manipolazione del valore della moneta sono aumentati o diminuiti? ma per favore va.
ottimo!
del resto, riguardo le bolle, “in sè” non hanno nulla di male. una semplicissima storia lo mostra: innovazione tecnologica qualsiasi -> alti rendimenti in quel settore -> numerosi investimenti (boom) -> enorme capacità produttiva -> calo dei costi -> fallimento degli investitori submarginali (bust) -> fine del ciclo.
che ora si possa pensare a meccanismi statali di ammortizzazione (esempio: sussidi di disoccupazione anti-ciclici), anche questo va bene. il problema è quando si vuole che lo stato cancelli le fasi di bust. nella storia di sopra, si ottiene una bc che pompa liquidità a non finire, e tutti i produttori rimangono in attivo, producendo inefficientemente, consumando capitale reale che dovrebbe essere diversamente allocato.
e le distorsioni aumentano, e il bust successivo sarà più grande, e così via, fino al collasso del sistema monetario (e dell’economia reale).
Walter, non hai risposto alla domanda. Quando le banche si rivolgono alla banche centrale, per esigenze di liquidità (ci mancherebbe solo che delle istituzioni private avessero il potere di battere moneta!), chi deve fissare il tasso di interesse per il prestito ottenuto, se non la Banca centrale? Il resto, i risparmiatori, ecc. già avviene nel modo che dici tu (non c’è Draghi che firma in tutta Europa ogni volta che viene concesso un muto, ma il funzionario della banca e colui che ha chiesto il prestito). E quando la Banca centrale interviene sul mercato dei titoli di Stato, nessuno obbliga la controparte a vendere o ad acquistare i titoli. Quindi il tasso che si determina è quello fissato dalla libera contrattazione delle parti.
Tutto sta a vedere, quindi, l’orientamento della politica monetaria (che è sempre esistita, anche ai tempi di Adam Smith; o per voi anche lui è un pericoloso comunista che propugna l’economia pianificata?).
Quanto al discorso della moneta che perde potere d’acquisto per l’inflazione (a parte che la teoria quantitativa della moneta è una boiata pazzesca), è una tua scelta se tenere sotto il materasso i tuoi risparmi (ed è il rischio che corri), come è una tua scelta assumerti il rischio di investire in azioni o titoli di Stato. Agisci, come meglio credi: comprati l’oro, se ci credi (buona fortuna!), sei libero di fare quello che vuoi (non c’è nessun Draghi che ti impone una scelta piuttosto che un altra; e se non sei in grado di fare delle scelte, ci sono i consulenti finanziari (è il libero mercato: i servizi si pagano)).
beh no non esiste assolutamente nessun legame tra i tassi ufficiali e i costi dei prestiti :
http://research.stlouisfed.org/fred2/graph/?g=nqB
le regole della bce non chiedono requisiti patrimoniali più bassi per i titoli di stato, no assolutamente
http://www.adducciandassociates.eu/index_file/image431.jpg
non è vero che Draghi accetta titoli di stato eurozona come collaterale per i LTRO senza alcuna distinzione per specifico rischio paese.
un mercato liberissimo questo dei prestiti.
Va da sè che i tassi seguano i tassi ufficiali.
E’ normale che i tassi a valle seguano il costo con cui le banche si finanziano (sia mediante euribor che i tassi ufficiali).
Ma non rispondi alla domanda: chi dovrebbe fissare i tassi se le banche si rivolgono alla banca centrale? Le stesse banche?
“chi dovrebbe fissare i tassi se le banche si rivolgono alla BC”
beh, molto facile. non essendoci BC, le banche non si rivolgerebbero alla BC. fine.
“ci mancherebbe che dei privati possano battere moneta!”
ci mancherebbe che dei privati possano produrre beni così essenziali come il cibo!
bah, che assurdo insieme di pregiudizi ed ideologia.
Walter, condivido il tuo disprezzo per l’attuale sistema. Su quello non si discute. Però, come dicevo pure a Spirito, la BC nasce innanzitutto per garantire i pagamenti fra i vari istituti nazionali. Perchè, se fai una veloce ricerca su web, vedi che nel 1907 non c’era la BC ed il collasso che avvenne al tempo era perchè nessuna Banca accettava più “assegni” di altre banche. Mancava quindi un Lolr, un prestatore di ultima istanza, e nacque la FED per evitare tali problemi (poi possiamo parlare della creazione delle Banca d’Inghilterra a fine ‘600, momento in cui la moneta passa da mani pubbliche, anche se “reali”, a private, ma questa è un’altra storia). Qui http://research.stlouisfed.org/wp/2012/2012-056.pdf ad esempio si dice: “The founding of the Federal Reserve System in 1914 established the first official U.S. lender of last resort. Recurrent banking crises in the nineteenth and early twentieth centuries were widely viewed as evidence of defects in the U.S. banking system, including the absence of an official lender of last resort. Panics had been met by ad hoc actions by bankers (from Nicholas Biddle to J.P. Morgan), Secretaries of the Treasury (e.g., Leslie Shaw), and private clearinghouses, but these actions did not obviously reduce the frequency or severity of panics. The Fed’s founders sought to prevent panics from arising in the first place as well as provide a mechanism for limiting any crises that did occur.
To achieve this objective, the Fed’s founders desired to 1) create an “asset-backed” currency whose supply was tied to the level of commercial activity rather than to the stock of government bonds held by banks; and 2) establish reserve banks to hold the reserves of the banking system and to provide additional currency and reserves as needed by rediscounting commercial paper. The Fed’s founders expected that discount window lending would be the principal means by which the Federal Reserve would serve as lender of last resort to the banking system. However, the founders gave the Fed other tools as well, notably the ability to invest in government securities and bankers acceptances, which subsequently were used to take lender of last resort actions as well as to implement monetary policy.”.
Poi: la BCE non stampa a piacimento, così come non lo fa la FED. L’errore di fondo è credere che una BC centrale stampi quanti soldi vuole e poi li giri alle banche commerciali. Non è così: avviene il contrario. Prima le Banche commerciali prestano, poi vanno a ricercare e a DOMANDARE la liquidità necessaria alla BC. Poi i meccanismi sono veramente complessi. La BC non determina i tassi a caso, ma lo fa tenendo ben presente le necessità interne ed esterne. Interne perchè, teoricamente, dovrebbe avversare i cicli, esterne perchè il tasso di interesse in linea generale influenza anche il tasso di cambio.. Lascio però alla FED le variabili che influenzano le decisioni sul tasso, e non sono nè poche, nè di semplice soluzione http://www.federalreserve.gov/newsevents/press/monetary/20130918a.htm .
La vera domanda è : ma perchè mai le banche hanno bisogno della banca centrale? Se devono fronteggiare shock di liquidità bastano i prestiti reciproci overnight, al tasso concordato bilateralmente. Punto. Se una banca inizia a perdere la fiducia delle altre banche, deve pagare tassi più alti. Se non se lo può permettere riduce gli impieghi, e se questo non basta fallisce. Come fallisce ogni altra impresa in qualunque altro settore.
Faccio notare che io non penso si debba fissare per legge un coefficente di cassa al 100%: voglio un coefficente di cassa libero, le banche libere di espandere impieghi e mezzi fiduciari, ma non voglio nessuna Banca Centrale con diritti speciali (tipo battere moneta a corso forzoso) a parare il culo alle suddette quando sbagliano a direzionare impieghi e rischi. Non è difficile da capire eh.
La banca centrale, così come è concepita, dice di fronteggiare shock di liquidità, e invece rimedia a crisi di vera e propria solvibilità. Beh, poi se uno pensa che la crisi immobiliare sia un problema di liquidità e che faccia bene la FED a rimediarvi riempiendosi di MBS, e che nel fare questo adempia ai propri doveri, stiamo freschi.
Risposta alla domanda per me:
se prendiamo come riferimento l’anno 1900 (o anche 1800) certamente il ruolo dello Stato è aumentato a spese del “libero mercato”. Se però prendiamo come riferimento poniamo il 1980, quando più o meno è cominciata la controrivoluzione liberista, non credo si possa contestare che nei Paesi occidentali so sono verificatii seguenti fenomeni: privatizzazioni di imprese pubbliche e banche, deregolamentazioni (soprattutto della finanza), tagli delle imposte per i più ricchi, diminuzione di potere dei sindacati e di diritti dei lavoratori, estensione della concorrenza a livello globale, tagli dello stato sociale, “indipendenza” della banca centrale, eliminazione di dazi commerciali, venir meno delle politiche keynesiane di sostegno alla domanda ecc.
se tutti i commenti su questo blog sono molto simili almeno una cosa dovrebbe essere chiara a questi signori che la lettura degli eventi che hanno provocata la crisi prima in america è poi in europa sono piu o meno chiari a tutti e non solo agli addetti ai lavori ma anche a gran parte del pubblico informato,e nessuno puo negare che il fattore psicologico sia importante, ma che esso non sia alimentato dagli addetti ai lavori che indirizzano gli investimenti (speculazione) in un certo modo soprattutto quando gli animi sono euforici mi sembra da stupidi negarlo.che poi le banche,od investitori accorti ,incominciano a puntare contro le bolle,(come essi stessi dicono) questo non dovrebbe aiutarli a capire che non è solo la psicologia a guidare il comportamento,ma chi su questo comportamento “irrazionale “costruisce le sue fortune ,e questo non dovrebbe portarli immediatamente alla considerazione che le bolle non solo sono alimentate scientemente ma sono addirittura uno strumento che i pochi (sapienti veri del mercato)utilizzano anche in funzione (politica)anche di cambiamento…..se negano cio negano il fatto ormai chiaro a ” tutti” che le crisi hanno un potere destabilizzante enorme…ed è forse propio questo che non riescono a capire
L’ingegner Spirito è in grado di dire chi dovrebbe emettere i mezzi di pagamento se non c’è la BC? I privati? direttamente il governo?
Le vostre assurde teorie vi si rivoltano contro: quale che sia la risposta andrebbe contro i vostri ridicoli principi Sia i privati che il governo non avrebbero limiti ad emettere moneta.
Verrebbe inoltre meno una funzione essenziale per il sistema capitalistico: evitare che una crisi finanziaria degeneri e porti al collasso il sistema finanziario e con esso tutto il sistema economico.
Pur con tutte le sue pecche, caro ingegnere elettronico, la Fed e Roosevelt hanno salvato il capitalismo americano negli anni ’30 e la Fed di Bernanke ha evitato guai peggiori dopo il fallimento della Lehman Brothers. Guai che sono nati quando il sistema finanziario americano, a partire da Reagan e Clinton, è stato liberalizzato (mutui subprime inseriti nei derivati che le stesse banche d’investimento si rifilavano a vicenda fino a quando sono rimasti con il cerino in mano e si sono scottati, rischiando di bruciare tutto il sistema bancario, se non fosse stato anche per Paul Volcker, segretario americano al Tesoro sotto l’amministrazione Bush, che voi immagino considererete come un comunista infiltrato)
i mezzi di pagamento possono essere emessi da chiunque a patto che nessuno obblighi ad accettarli a saldo delle obbligazioni tra privati.
i privati possono creare le proprie monete, le banche espandere i mezzi fiduciari. Se nessuno ti obbliga ad accettare una certa forma di pagamento, il limite alla loro emissione è data dall affidabilitá dell emittente a convertire, a richiesta, la moneta fiduciaria nel bene reale che la copre.
in un sistema del genere chi emette una moneta coperta da nulla non avrá la fiducia del pubblico. chi comprende quale bene vada posto a fondamento della moneta puó emetterla a piacimento ma non può spingersi troppo oltre per evitare la perdita di fiducia nella stabilitá del valore della moneta che emette, come una banca che converte cambiali non può spingere i tassi troppo al ribasso rispetto i concorrenti per evitare che tutti si presentino ai propri sportelli a scontarle, esaurendo le proprie riserve. ovviamente non avremmo mille monete e prezzi relativi, ma pochi mezzi di pagamento maggiormente diffusi a seconda di cosa il pubblico reputi adatto ad essere un mezzo di pagamento.
potrebbe essere l oro , come qualcos altro.
Lo scandalo della Banca Romana alla fine dell’800 dimostra che il tuo sistema non è affidabile (emissioni di banconote prive di copertura aurea, a piacimento dei dirigenti).
D’altra parte, perchè non avere una moneta per ogni comune, a questo punto? Con annessi problemi di conversione e instabilità dei tassi di cambio tra le diverse monete comunali?
I marxisti hanno sbagliato tutto. Per abbattere il capitalismo dovrebbero propugnare i vostri assurdi principi. Nel giro di poco tempo, il sistema crollerebbe.
sempre mitico il nostro giorgio :)
ha forse mai detto walter, o chiunque altro, che un sistema del genere sia PERFETTO?
ma qual’è il problema, possiamo usare i soliti strawmen, le solite fallacie, il solito doublethink. immaginiamoci un mercato perfetto, andiamo a vedere dove il mercato reale si discosta da questa immaginaria “perfezione”, e TA-DAN! ci piazziamo il governo.
ovviamente poi, non ci sogniamo nemmeno per sbaglio di andare a verificare se il nostro sistema governativo fallisce esattamente nello stesso punto dove “fallirebbe” il mercato.
perchè di “banche centrali” o, equivalentemente, di dipartimenti del tesoro, che abbiano fatto quanto giorgio ci ricorda relativamente alla banca romana, non ce ne sono mai stati nella storia.
dionisio di siracusa concorda.
Non sapevo in effetti che voi propendete per sistemi imperfetti e fallimentari. Ne prendo atto.
Il vostro sistema – lasciato ai privati – è privo di controllo e tendenzialmente portato alla truffa.
Le Banche centrali hanno dichiarato pubblicamente quando hanno abbandonato il rapporto con l’oro. Ciò permette ai privati di adeguarsi al nuovo scenario. D’altra parte, dovreste essere contenti. Da quando è stato abbandonato da Nixon la convertibilità del dollaro, l’oro è cresciuto da 35 a 1300 $ (come stabilito dal libero mercato, mentre era arbitrario che il valore dell’oro fosse fissato per legge a 35 $ (non è forse anche questo prezzo un intervento arbitrario del governo?))
è incredibile, i tuoi commenti sono un tale sovvertimento della logica basilare, delle relazioni di causa ed effetto, che è praticamente impossibile risponderti. non ricordo il nome preciso della tecnica sofistica, però appunto quello della “teoria della montagna di merda” ci si avvicina moltissimo.
fammi chiarire alcuni piccoli dettagli comunque, così per divertimento, perchè son curioso di vedere cosa risponderai.
1) hai presente il detto “il meglio è nemico del bene”? pensa alla fisica. quando modelli il moto di un proiettile, lo consideri perfettamente sferico, senza vento, senza attrito, campo gravitazionale uniforme, ecc., ti viene una bella equazione semplice semplice, un moto parabolico. questa è la “perfezione”. poi il mondo reale è un po’ diverso: il proiettile non è sferico, è squilibrato, c’è vento, c’è l’attrito dell’aria, il campo gravitazionale è variabile. posso rimediare a queste “imperfezioni”? NO. certo, potrei immaginare di costruire una gigantesca costruzione in cui ogni precisa variabile è tenuta sotto controllo, in cui combattere le guerre. suvvia. questa è la differenza tra realisti e costruttivisti deliranti come voi. avessi letto mezza pagina di hayek…
2) il tuo sistema, lasciato ugualmente a privati (chi mai sarebbero i politici, se non privati? sono una razza diversa?), ma INFINITAMENTE PIU’ POTENTI, è INFINITAMENTE più privo di controllo (visto anche il potere degli stessi privati che voi adorate su istruzione e media!) e più portato alla truffa. ma del resto, lasciamo parlare i dati: in tutta la storia dell’umanità, quanti casi di iperinflazione sono dovuti a privati, e quanti a governi che decidono di monetizzare allegramente i loro deficit? a partire proprio da dionisio di siracusa, nel 2400 AVANTI CRISTO.
3) sull’oro tralascerei per pietà… però fa niente. allora. se io fisso una parità dollaro (che è un pezzo di carta!) VS oro, in verità non sto fissando niente. se mi limito a stampare dollari nella proporzione che ho scelto, non succede assolutamente nulla. ovviamente se stampo più dollari il meccanismo s’inceppa. è come un peg. peggarsi vuol dire rinunciare alla politica monetaria. se poi invece esercito politica monetaria discrezionale, è chiaro che si creano tensioni.
ora dai, fammi divertire :)
A parte che in fisica si assimilano i proiettili a punti materiali, non a sfere(!), il fatto è che in economia si usano modelli che spesso non hanno nulla a che vedere con la realtà e lo si ammette tranquillamente (altro che realismo!). Inoltre in economia spesso si ha a che fare con le piume, non con i proiettili, per cui la resistenza dell’aria non è più trascurabile.
Sul primo e sul secondo punto: la storia ha dimostrato che le emissioni monetarie lasciate ai privati hanno fallito (tanto in Italia quanto negli Usa) ed è per questo che sono state istituite e rafforzate le banche centrali. E’ un fatto, Fatevene una ragione. Se le vostre enunciazioni sono fin dalla teoria fallimentari e imperfette (tua ammissione), non si capisce perchè dovrebbero avere una maggiore probabilità di successo nella realtà.
Idem sull’oro. Fissare un prezzo dell’oro per legge è la stessa cosa che fissare un tasso di interesse. Perchè nel primo caso sarebbe giusto e nel secondo no? E anche in questo caso, più che porre un limite alla politica monetaria, si pone un limite allo sviluppo dell’economia ed è per questo che è stato rimosso. Immagino che per voi, da quando è stata abolito l’ultimo baluardo della convertibilità con l’oro, si viva in economie socialiste e pianificate. La logica conseguenza – assurda – è che per voi Nixon sarebbe il fondatore del socialismo e gli Usa il capofila delle economie pianificate. Siete semplicemente ridicoli.
Questa discussione non ha più senso.
invito in ogni caso ad andarsi a leggere il paper di Selgin sui 4 periodi monetari della storia moderna Usa: periodo pre Fed o del free banking, post Fed, bretton woods e post bretton woods.
Fino al 1913 le banche ogni tanto fallivano, eppure non è scoppiata l apocalisse e anzi la disoccupazione era mediamente più bassa e meno variabile. poi vi h.anno accontentari creando una banca centrale: la fed ha permesso “l euforia irrazionale” del 29, bretton woods ha mantenuto una parvenza di sistema monetario fisico finché gli usa non hanno barato, e dal 1971 in poi siamo entrati in una nuova fase di finanziarizzazione dell economia, sovraindebitamento, disoccupazione mediamente più alta e più variabile.
L economia è una questione di mezzi migliori a realizzare certi fini. Se vi piace la disoccupazione una banca centrale è in effetti un ottimo mezzo.
Walter, tralasciando il fatto che non rispondi alle obiezioni (ti capisco!), la tua è una lettura errata della storia. Il periodo d’oro per gli USA è stato il secondo dopo guerra fino alla prima crisi petrolifera, quando la politica economica era ispirata dalle teorie keynesiane. Dopo, le teorie liberiste sono ritornate in auge e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
La disoccupazione è endemica nel sistema capitalistico. Noi proponiamo un modo per attenuarla (che ha funzionato). Voi proponete il ritorno ad un passato (che non è mai esistito) e che è stato comunque bocciato dalla realtà (se il vostro sistema fosse stato il migliore, sarebbe ancora in vigore con le opportune correzioni (per la gioia di Spirito)).
Quando riconoscerete che non viviamo in un’economia pianificata, ma in economie di mercato (e quindi non è offesa alle libertà personali la fissazione del tasso di interesse con cui le banche si finanziano presso la BC), potremo allora discutere sul modo migliore per ridurre la disoccupazione. Fino ad allora, come ho detto a Spirito(so), le vostre teorie imperfette (e fuori dalla realtà) sono aria fritta.
La disoccupazione è endemica in un sistema in cui la banca centrale decide il costo del denaro e a chi fornirlo per primo. Quindi influenza preferenze e valutazioni di attori che, altrimenti, potrebbero scambiarsi bilateralmente somme di denaro al tasso che preferiscono. In questo sistema, la BC permette di avviare boom di investimenti improduttivi che prima o poi rivelano quanto siano fallimentari (boom edilizia dal 2002 -> primi fallimenti nel 2005 -> precipitoso rialzo tassi ufficiali per tentare di mettere una pezza -> ovviamente troppo tardi).e che disallocano risorse (i lavoratori, in primis) difficili da riallocare velocemente perchè nel frattempo si è distrutto capitale (impegnandolo in progetti non sostenibili).
Certo, la disoccupazione è endemica in questo sistema, ma questo non è affatto un sistema capitalistico.
E poi, io ti ho chiesto di leggerti White e Selgin, e di dare una spiegazione del perchè nel periodo pre fed la disoccupazione in usa era meno variabile e mediamente più contenuta, e tu hai fatto finta di niente.