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L’apparente austerità della Lettonia: una lezione per l’Europa (e per i liberisti)

Lettonia, Estonia e Lituania hanno tagliato la spesa pubblica ma si stanno riprendendo dopo una profonda contrazione. I liberisti esultano, ma nascondono un “piccolo particolare”. Ecco quale.

Le tre repubbliche baltiche sono il fiore all’occhiello dei liberisti americani. Sul blog del Cato Institute, famoso think tank di orientamento ultraliberista, si possono leggere titoli come: “Copiamo i paesi baltici, tagliamo davvero la spesa pubblica”. Oppure “E’ un dato di fatto, i paesi baltici sono un caso di successo”. O ancora: “Estonia, un piccolo paese che può”. Essendo sempre più difficile dimostrare il recupero post-tagli di Spagna, Irlanda, Grecia, le tre piccole repubbliche ex sovietiche sono rimaste l’unico appiglio per difendere l’ “austerità espansiva”.

Il successo sarebbe questo: dopo la crisi del 2007/8, durante la quale le tre repubbliche ebbero spaventose contrazioni del PIL (circa il 14% per la Lituania) ora i tre paesi sono tornati a crescere. Niente di straordinario in realtà, circa il 2% nel 2010/2011, mentre il 2012 si preannuncia meno positivo. Ma, dicono al Cato, ciò è avvenuto dopo una significativa contrazione della spesa pubblica.

Ergo, tagliare la spesa pubblica è la ricetta per uscire dalla crisi.

La tesi potrebbe essere confutata semplicemente ricordando Lettonia, Estonia e Lituania, messe insieme, hanno una popolazione di 6 milioni di abitanti, vale a dire meno della sola Londra. Nazioni così minuscole sono influenzate significativamente da quello che avviene loro intorno: basta un piccolo incremento delle esportazioni ed ecco che l’economia riprende. Confrontare questi paesi agli USA, come fa il Cato Institute, o a qualsiasi dei paesi del G20 è semplicemente senza senso. Ma non è questo l’argomento.

Il blog della Real World Economics Review ha fatto una interessante “scoperta” andando a guardare i dati dei ministeri delle finanze dei tre paesi. Questa:

Il grafico evidenzia che i trasferimenti dell’Unione europea ai tre paesi hanno viaggiato intorno al 4% del loro PIL. Per i paesi PIIGS (Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna) non hanno raggiunto neppure l’1%. Per il 2012 la previsione, riguardo all’Estonia, è di trasferimenti che toccheranno il 5% del PIL. Secondo il ministero delle finanze estone i trasferimenti dell’EU per il periodo 2007-2013 contano il 18% dell’intera spesa pubblica della piccola repubblica. Non male! Senza questi interventi “federali”, quella che è stata una modesta crescita si sarebbe trasformata in una ulteriore contrazione.

Almeno due lezioni si possono trarre da questa storia. La prima è che è facile sbagliarsi quando si vuole dimostrare una tesi precostituita. Basta ignorare i dati che non fanno comodo. La seconda è che la richiesta di maggiore rigore fiscale dei singoli stati deve accompagnarsi a una significativa spesa “federale”, altrimenti sarà inevitabilmente recessione. Non esistono diete gratis.

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8 commenti su “L’apparente austerità della Lettonia: una lezione per l’Europa (e per i liberisti)

  1. Se i “liberisti da strapazzo” nascondono certi particolari, i “keynesiani più fighetti” vogliono rifilarci questo: http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=JUvm9UgJBtg

  2. In the absence of the gold standard, there is no way to protect savings from confiscation through inflation. There is no safe store of value. If there were, the government would have to make its holding illegal, as was done in the case of gold. If everyone decided, for example, to convert all his bank deposits to silver or copper or any other good, and thereafter declined to accept checks as payment for goods, bank deposits would lose their purchasing power and government-created bank credit would be worthless as a claim on goods. The financial policy of the welfare state requires that there be no way for the owners of wealth to protect themselves.
    This is the shabby secret of the welfare statists’ tirades against gold.
    Deficit spending is simply a scheme for the confiscation of wealth.
    Gold stands in the way of this insidious process. It stands as a protector of property rights. If one grasps this, one has no difficulty in understanding the statists’ antagonism toward the gold standard.

    Alan Greenspan
    [written in 1966]

    Chissà perchè Lenin, Mussolini, Hitler, Roosevelt hanno sempre avversato l’oro dei cittadini e se ne sono impossessati?

    • E con questo cosa vuoi dimostrare? Ora siamo nella piu’ grande recessione, oramai piu’ profonda della grande depressione. Sull’altare dell’inflazione stiamo sacrificando il lavoro, ergo i redditi del 99%, in nome delle supercazzole della competitivita’ e della lotta al debito pubblico (mentre la crisi e’ determinata da debito privato estero), rivestite con slogan moralistici a’ la’ abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilita’, siamo inefficienti, corrotti, etc etc etc.
      Siamo in una crisi di domanda e l’economia privata si avvita sempre di piu’, scaricandosi sugli strati bassi della societa’. Piu’ confisca di cosi’ … chissa’ che l’odiato deficit spending invece non ribalti la situazione? quando vogliamo riprendere in mano la razionalita’ economica?

  3. […] Continua a leggere » Like this:Mi piaceBe the first to like this post. […]

  4. Reblogged this on i cittadini prima di tutto.

  5. […] un’occasione persa. Eppure un livello federale finanziatore potrebbe funzionare, come dimostra l’esperienza delle Repubbliche baltiche, la cui austerità locale (peraltro non particolarmente pesante) viene compensata e ampiamente […]

  6. […] a compensare gli effetti della crisi e dell’austerità, se non per economie molto piccole, come le repubbliche baltiche o al limite la […]

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