Segnaliamo due interviste particolarmente interessanti che fanno il grado delle difficoltà in cui versano l’Europa e l’economia mondiale a causa della mancata (o interrotta) adozione di politiche economiche espansive.
“Contro la recessione la modifica del Fiscal Compact non basta, bisogna cambiare l’Esm ed emettere eurobond”
L’approvazione del Meccanismo europeo di stabilità (Esm), entro fine giugno, e del Patto di bilancio o Fiscal Compact, entro fine 2012, devono passare per le assemblee elettive di tutti i paesi di Eurolandia. Per questo ci si chiede se in vista delle diverse tornate elettorali che coinvolgeranno a breve la Francia, dopo la vittoria di Hollande alle presidenziali, e l’Olanda, e a metà 2013 la Germania e l’Italia, si riuscirà a modificare questi trattati per invertire la fase di recessione che coinvolge quasi tutti i paesi dell’Unione monetaria. Rassegna ne parla con Alberto Quadrio Curzio, professore emerito dell’Università Cattolica di Milano e vice presidente dell’Accademia nazionale dei Lincei. Leggi il resto
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Quello che il liberismo non dice
«Le banche vengono salvate, i popoli no. Perché il tardo capitalismo è diventato un’ideologia che vuole massimizzare il potere dei soldi. La democrazia era ‘una testa un voto’, il mercato senza regole è ‘un dollaro un voto’». L’atto d’accusa di Ha Joon Chang, docente di Economia dello sviluppo a Cambridge
I liberisti accusano voi keynesiani di essere irresponsabilmente pro-debito. E poi se lo Stato è inefficiente perché non farlo dimagrire?
«Sfortunatamente molti non hanno ancora capito Keynes. L’argomento del deficit può essere corretto da un punto di vista individuale ma quando si guarda all’intera economia la spesa di uno è sempre il guadagno di un altro. Un conto sono le spese improduttive, un altro il Welfare o gli investimenti che aiutano a crescere. Dimenticano che paesi come la Svezia, con quel livello di tassazione e si welfare, mediamente sono sempre cresciuti più degli Stati Uniti». Leggi il resto
Molto interessante l’intervista di Curzio, soprattutto nella parte in cui propone un bilancio dell’UE più cospicuo del 20-30% delle risorse. Interessante la proposta, che è anche quella che ha recentemente promosso Prodi, di un Fondo finanziario europeo cui viene conferito un capitale da parte degli stati dell’Unione monetaria nelle stesse proporzioni che essi hanno nella Bce, però solo se costituito dalle riserve auree del sistema europeo delle banche centrali, mentre ho perplessità se fossero conferiti beni patrimoniali reali e reddituali (obbligazioni e azioni) di società pubbliche, o partecipate, che operano su servizi a rete come elettricità, trasporti ferroviari, acquedotti, porti, telecomunicazioni. Non vorrei che se tutto fosse gestito da istituti privati (come di fatto sono le banche centrali) o da tecnocrati non eletti, andasse tutto a ramengo e si mettessero in pericolo certi settori strategici.. sento puzza di privatizzazioni!