A picco la produzione industriale dell’Italia nel confronto tra il gennaio 2012 e quello dell’anno precedente. Questa la sostanza del comunicato Istat di oggi che certifica gli andamenti dell’indice reale della produzione industriale. “Corretto per gli effetti di calendario, a gennaio l’indice diminuisce in termini tendenziali del 5,0%”
La diminuzione è diffusa, peraltro, ed interessa significativamente i settori del made in Italy e la meccanica, come si evince dal dettaglio dei dati: “Gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano a gennaio 2012 diminuzioni tendenziali per tutti i raggruppamenti principali di industrie. I cali più marcati riguardano l’energia (-5,9%) e i beni di consumo (-5,8%), ma diminuiscono in misura significativa anche i beni intermedi (-5,4%) e i beni strumentali (-4,2%).
Rispetto a gennaio 2011, i settori caratterizzati da una crescita sono: l’attività estrattiva (+5,8%), la fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (+2,3%) e le industrie alimentari bevande e tabacco (+2,0%).
Tra i settori in calo quelli che registrano le diminuzioni tendenziali più ampie sono l’industria del legno, carta e stampa (-16,3%), le altre industrie manifatturiere, riparazione e installazione di macchine e apparecchiature (-13,3%), la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati e la fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (entrambi in calo dell’11,4%).”
Ma le cose non stanno così in ogni dove in Europa, e guarda caso vanno in direzione del tutto opposta in Germania. E’ infatti appena di ieri la notizia che la Germania ha conseguito un +1,6% di crescita nella sua produzione industriale, ben oltre le attese che pronosticavano comunque un +1%. E ciò che più conta è che, con questi risultati l’economia tedesca può mettersi al riparo da un indebolimento della domanda nell’eurozona.
Ne danno prova le nuove tendenze dell’export tedesco, che già da tempo ha iniziato una ricomposizione del proprio portafoglio-paesi tale da attenuare la dipendenza dell’economia dai vicini di casa, secondo quanto riportato dall’economista tedesco Jens Kramer, sempre ieri, a Bloomberg. Una situazione questa che rende senz’altro assai più drammatiche le vicende che stanno investendo il governo dell’euro, e particolarmente preoccupante, nello specifico, la situazione dell’Italia, paese molto simile alla Germania per la centralità del manifatturiero nella struttura produttiva, ma che proprio nel manifatturiero ha continuato a perdere innovatività e competitività, come ricordato anche ieri nell’articolo di Domenico Moro.
Comunicato stampa ISTAT | Versione completa con grafici
Incremento della produzione industriale tedesca, da Bloomberg
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[…] L’industria italiana a picco, quella tedesca torna a crescere e allarga i suoi confini […]