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La BCE propone di abbassare i salari in una crisi da bassi salari

Ieri la Banca Centrale Europea ha proposto la sua cura per la crisi attuale: flessibilità del mercato del lavoro e flessibilità dei salari. Una ricetta che però sembra in contrasto con le cause stesse della crisi, come sono state analizzate già nel 2009 da Jean Paul Fitoussi e dal premio Nobel Joseph Stiglitz:

La crisi ha radici strutturali. La carenza di domanda aggregata ha preceduto la crisi finanziaria ed è stata causata da cambiamenti strutturali nella distribuzione del reddito. Fin dal 1980, nella maggior parte dei paesi avanzati il salario mediano è rimasto stagnante, e le disuguaglianze sono cresciute a favore dei redditi più alti […] Poiché la propensione al consumo sui redditi più bassi è generalmente più grande, questa tendenza di lungo periodo nella redistribuzione del reddito ha avuto l’effetto macroeconomico di deprimere la domanda.

Gli economisti guardando all’Europa aggiungono:

Negli ultimi quindici anni il quadro istituzionale, in particolare i vincoli di deficit incorporati nei criteri di Maastricht e nel Patto di stabilità e crescita, hanno determinato una bassa reattività delle politiche fiscali e una politica monetaria restrittiva. […] Lo spostamento nella distribuzione del reddito si è tradotto in una crescita lenta.

Fitoussi e Stiglitz propongono politiche alquanto incisive sul piano della ridistribuzione del reddito  per rispondere alla crisi e sostenere la domanda:

  1. Aumentare la progressività del sistema fiscale, in particolare per i redditi alti e altissimi.
  2. Lotta contro paradisi fiscali e lotta contro l’evasione fiscale.
  3. Introdurre una cooperazione tra i paesi per evitare la concorrenza fiscale, la deflazione salariale e il dumping sociale.
  4. Tornare a un ruolo più importante per gli stabilizzatori automatici e più in generale un rafforzamento del ruolo di protezione sociale statale per aiutare a mantenere una crescita sostenuta e alti livelli di occupazione.
  5. Implementare una riprogettazione generale del sistema di welfare, mirata alla redistribuzione e formazione del capitale umano. Ciò implica in particolare:
    a) la generalizzazione dell’assistenza sanitaria universale e dell’istruzione;
    b) l’inversione della tendenza che ha portato dai piani pensione basati sul calcolo del reddito a quelli basati sui contributi, tendenza che ha notevolmente ridotto il ruolo redistributivo della sicurezza sociale.

C’è poco da aggiungere, se non che quanto fatto negli ultimi 20 anni (e, tranne il punto 2, anche gli ultimi mesi) nel nostro Paese è pressoché l’opposto di quanto Fitoussi e Stiglitz propongono dal 2009. E ovviamente lo è anche l’idea della BCE di ridurre i salari in una economia in cui la domanda langue anche a causa di un abbassamento progressivo pluridecennale dei redditi da lavoro.

Difficile pensare di curare una malattia ingurgitando la tossina che ha contribuito a crearla.

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3 commenti su “La BCE propone di abbassare i salari in una crisi da bassi salari

  1. Reblogged this on nottebuiasenzaluna and commented:
    rebloggo volentieri.
    interessante riassunto per capire la crisi.

  2. […] e Fitoussi hanno colto il problema della bassa domanda più recentemente. E, tuttavia, lo stesso Stiglitz non ha nel suo armamentario teorico molte frecce da scagliare […]

  3. […] reali dagli anni ’70 sono cresciuti molto meno della produttività o sono rimasti fermi, la crisi attuale trova origine anche in salari troppo bassi, non troppo alti, e andrebbe risolta attraverso una migliore distribuzione del […]

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