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Ecco come l’Europa cancellò il debito della Germania

Gli accordi sul debito di Londra (1953) dimostrano che i governi europei sanno come risolvere una crisi da debito coniugando giustizia e ripresa economica. Ecco quattro lezioni esemplari, utili nell’attuale crisi del debito greco.

Il 27 febbraio 1953 fu siglato a Londra un accordo che cancellava la metà del debito della Germania (all’epoca la Germania Ovest). 15 miliardi su un totale di 30 miliardi di Deutschmarks*.

Fra i paesi che accordarono la cancellazione c’erano gli Stati Uniti, l’Inghilterra e la Francia, assieme a Grecia, Spagna e Pakistan (paesi che sono oggi fra i più importanti debitori). L’accordo copriva anche il debito di privati e società. Dopo il 1953, altri paesi firmarono l’accordo per cancellare il debito tedesco: l’Egitto, l’Argentina, il Congo Belga (oggi Repubblica Democratica del Congo), la Cambogia, il Cameroun, la Nuova Guinea, la Federazione di Rodesia e il Nyasaland (oggi Malawi, Zambia e Zimbabwe). (1)
Il debito Tedesco risaliva a due periodi storici: gli anni precedenti la prima guerra mondiale e quelli immediatamente successivi alla seconda. Circa la metà derivava da prestiti che la Germania aveva contratto durante gli anni ’20 e i primi anni ’30 (prima dell’ascesa dei nazisti al potere), e che furono usati per pagare i danni di guerra imposti nel 1919 dal trattato di Versailles. Si trattava del lascito delle colossali riparazioni dei danni di guerra imposte al paese dopo la sconfitta nella prima guerra mondiale.
L’altra metà del debito era legata alle spese di ricostruzione dopo il secondo conflitto mondiale.

Nel 1952, il debito della Germania detenuto da paesi esteri ammontava al 25% circa del reddito nazionale. Si tratta di un debito relativamente contenuto rispetto alle cifre di oggi: Spagna, Grecia, Irlanda e Portogallo hanno tutte un debito verso creditori esteri superiore all’80% del PIL. La Germania Ovest doveva affrontare enormi spese per la ricostruzione, ma le riserve di valuta estera erano scarse. La delegazione tedesca alla conferenza sostenne con successo la tesi che i rimborsi del debito sarebbero cresciuti vertiginosamente nell’immediato futuro, e che ciò avrebbe gravemente ostacolato la ricostruzione. In seguito all’annullamento del debito, la Germania Ovest visse un ‘miracolo economico’ trainato da una vasta opera di ricostruzione, e forti incrementi del reddito e delle esportazioni. Questa stabilità contribuì alla pace e alla prosperità in Europa.
I creditori della Germania Ovest erano ben disposti a stabilizzare il quadro politico ed economico del paese, per rafforzare un ‘bastione contro il comunismo’. Questo sottinteso politico spinse i creditori ad affrontare con un approccio illuminato la questione del debito; approccio purtroppo assente nelle crisi di debito degli ultimi trent’anni – America Latina e Africa (anni ’80 e anni ’90); estremo oriente (metà anni ’90); Russia e l’Argentina (alla soglia del millennio) e oggi l’Europa. In tutte queste crisi, la Germania si è trovata fra i creditori, com’è crudamente emerso nel corso della crisi europea del debito.
Oltre all’entità del debito cancellato, molti altri aspetti degli accordi sul debito di Londra furono di sicuro vantaggio per la Germania; i principî che li ispirarono potrebbero essere applicati al caso degli attuali paesi debitori.

1) Imposizione di limiti espliciti al rimborso del debito
Innanzitutto fu abilmente richiesto (e ottenuto) che il rimborso del debito della Germania Ovest procedesse solo in caso di eccedenza commerciale. In caso di deficit commerciale, non sarebbe stato effettuato nessun pagamento. In altre parole, il governo avrebbe rimborsato il debito unicamente con risorse effettivamente disponibili, invece di ricorrere a nuovi prestiti o utilizzando riserve di valuta estera. Questo meccanismo evitò una nuova recessione o una lunga stagnazione. Inoltre, nell’ipotesi di una bilancia commerciale in passivo, la Germania Ovest era autorizzata a limitare le importazioni.
Se i paesi creditori volevano recuperare i loro prestiti, erano quindi indotti ad importare merci dalla Germania. Il meccanismo che permise di procedere in questo senso fu la rivalutazione contro il marco delle divise dei paesi creditori: con un marco ‘debole’ le merci prodotte in Germania erano più convenienti sui mercati esteri. L’effetto fu una rapida crescita delle esportazioni tedesche, che permise al paese di ripagare il debito residuo. D’altra parte, i paesi creditori riorientarono di fatto le loro politiche economiche interne, spingendo verso maggiori importazioni (e quindi sostenendo i consumi), invece di costringere i debitori ad applicare politiche di austerità. [Quest’ultima è la via scelta dalla Germania attuale, che parallelamente insiste sul mercantilismo e deprime i consumi interni, n.d.t.]

Deficit, surplus e debito
Se un paese esporta più di quello che importa, ha un eccedenza commerciale (o surplus). Ciò comporta un reddito in eccesso, che non è speso in beni importati. Quest’eccesso servirà a riassorbire debito, oppure si trasformerà in credito verso altri paesi, che a loro volta s’indebiteranno.
Se un paese è in deficit commerciale, importa più di quanto esporta. È quindi costretto a contrarre dei debiti con altri paesi, o a mettere in vendita il suo patrimonio.
I debiti tra paesi sono insomma causati da (o causano a loro volta) deficit e surplus nelle bilance commerciali. Perché un paese possa essere in surplus, deve esisterne un altro con un deficit. Più le bilance commerciali sono in equilibrio, più stabile è l’economia mondiale.
Perché un debito possa essere rimborsato, i paesi debitori devono essere in surplus, e i paesi creditori devono trovarsi in deficit commerciale. È molto difficile per i paesi debitori raggiungere un eccedenza di bilancia commerciale, se i creditori non sono disposti ad accettare disavanzi.
Non è teoricamente possibile che tutti i paesi siano in surplus, a meno che il pianeta Terra non si metta a commerciare con un altro pianeta.

La bilancia commerciale della Germania Ovest fu ampiamente in attivo durante il periodo di rimborso del debito, e così la clausola limitativa non venne mai applicata. Ma la sua sola esistenza permise di ricostruire l’economia tedesca e sostenere le esportazioni, creando un potente incentivo ad acquistare merci provenienti dalla RFT, e permettendo la svalutazione del marco rispetto alle altre divise.
La competitività della Germania e la svalutazione del marco segnarono tutto il periodo del rimborso del debito, e finirono per vincolare gli altri paesi dell’Eurozona con la creazione dell’euro negli anni ’90. Negli anni ’50 e ’60, le eccedenze commerciali della Germania Ovest permisero il rimborso del debito; negli anni più recenti, hanno invece contribuito ad aumentare il debito di altri paesi, come la Grecia, l’Irlanda, la Spagna ed il Portogallo.
Grazie alla cancellazione del debito e alla riduzione dei tassi d’interesse, i pagamenti assorbiti dal rimborso costituivano il 2,9% delle esportazioni nel 1958 (il primo anno del risarcimento) e si ridussero con la crescita del surplus. A titolo di confronto, l’FMI e la Banca Mondiale considerano ‘sostenibili’ per i paesi più poveri rimborsi del debito dell’ordine del 15%-25% del valore delle esportazioni.
Nel 2015, l’FMI prevede che la Germania avrà un’eccedenza commerciale pari al 5,8% del PIL, quando invece potrebbe importare merci dai paesi creditori, per aiutarli ad uscire dalla crisi. [Il surplus commerciale tedesca ha violato ripetutamente i criteri della Macroeconomic Imbalance Procedures — MIP. Ma per ora le sanzioni non sono state applicate alla Germania, n.d.t.]
Inoltre, come prima ricordato, i rimborsi attuali del debito sono molto più elevati (in termini di percentuale rispetto al valore delle esportazioni) di quanto pagato dalla Germania Ovest al ritmo massimo dei pagamenti. Attualmente, i rimborsi del governo greco sono dell’ordine del 30% delle sue esportazioni (2).
Situazioni simili si presentano per i paesi più indebitati del sud del mondo: il Pakistan, le Filippine, El Salvador e la Jamaica spendono fra il 10% e il 20% per cento delle loro esportazioni per ripianare i loro debiti esteri (3). Questi valori non comprendono i rimborsi dei debiti privati.

2) Coinvolgimento di tutti i tipi di creditori
Tutti i creditori furono coinvolti nel programma di ristrutturazione, sia gli stati, sia i privati, ai quali furono applicati gli stessi criteri. Questo per limitare gli effetti dei contenziosi eventualmente aperti dai privati per disparità di trattamento.
Ben diverso è stato l’approccio delle ristrutturazioni del debito più recenti. Il programma di normalizzazione del debito dei paesi poveri (Heavily Indebted Poor Countries initiative, HIPC), che ha cancellato 130 miliardi di dollari di debiti a 35 paesi fra i più poveri del mondo (anni 2000), ha riguardato unicamente i debiti verso istituzioni internazionali o paesi terzi. I soggetti privati non sono stati coinvolti nell’accordo. Di conseguenza, paesi fra i più poveri al mondo, come Sierra Leone, Zambia, Repubblica Democratica del Congo, sono stati citati in giudizio presso tibunali occidentali dai ‘Vulture funds’ (fondi speculativi ‘avvoltoio’), per montanti colossali, che non sono in grado di rimborsare.
Alla fine del 2001, l’Argentina si dichiarò insolvente sul proprio debtio, semplicemente perché era troppo elevato da rimborsare. Molti dei creditori privati sottoscrissero un nuovo accordo, che prevedeva uno sconto del 70% sul debito nominale. Alcuni creditori, fra i quali ‘fondi avvoltoio’ che avevano riacquistato parti del debito nel pieno della crisi, e a condizioni molto convenienti, esigono oggi -in sede legale- il rimborso totale del debito all’Argentina, oggi non più insolvente.
Nel giugno 2014, la corte suprema USA confermò il giudizio del tribunale di New York in favore di due fondi speculativi (NML Capital e Aurelius Capital) che esigevano 1,3 miliardi di dollari di debiti contratti dall’Argentina durante la crisi del 2001. Il giudizio stabiliva che l’Argentina avrebbe dovuto dapprima rimborsare i debiti verso i due fondi prima di procedere a qualsiasi altro indennizzo. Il rifiuto di ottemperare dell’Argentina comportò un nuovo default sul debito e a uno stallo che dura ancora oggi.
In Grecia sono avvenute nel 2011 due ristrutturazioni, che hanno portato ad una riduzione del debito nominale di più del 50% per 9 creditori privati su 10. Malgrado questa ‘riduzione’ il valore del capitale da recuperare restava comunque superiore al prezzo di vendita dei diritti creditorî sul mercato. E i creditori insittetero perché il nuovo debito fosse sottoposto – nella maggior parte dei casi – al diritto britannico. Con limiti evidenti sul controllo futuro del proprio debito da parte del governo greco.
Per di più, i creditori che detenevano il ‘vecchio’ debito sotto legislazione non greca (britannica o elvetica) sono rimasti fuori dall’accordo, e sono attualmente in grado di esigere il pagamento completo della somma originaria, più del doppio dei creditori ‘ristrutturati’. Molti di questi debiti sono detenuti da fondi speculativi che hanno comprato il debito a prezzi stracciati, e che stanno quindi speculando, con vasti profitti, a danno del popolo greco. Inoltre, i prestiti accordati alla Grecia per ricoprire il suo debito negli ultimi due anni lo hanno di fatto trasferito da creditori privati verso soggetti istituzionali, l’FMI e i governi dell’UE. Questa parte non ha subito alcuna riduzione, e quindi il debito detenuto da creditori esteri è oggi ben al di là del 100% del PIL.

 

3) Applicare la ristrutturazione a tutti i debiti, non solo quelli verso i governi.
Gli accordi sul debito di Londra furono applicati a tutti i debiti contratti dalla Germania Ovest: verso privati, governi e società estere. Comprendeva quindi i debiti dei privati e delle società tedeschi, oltre al debito pubblico.
La maggior parte della crisi del debito odierna è scaturita da debiti inizialmente a carico di società private, soprattutto banche. Per esempio, i prestiti contratti  dal settore privato in Irlanda hanno spinto nel 2007 il debito totale del paese al 1000% del PIL. Il governo irlandese, invece, ha potuto approfittare di un avanzo di bilancio in quegli stessi anni, e il suo debito totale (detenuto sia da risparmiatori irlandesi, sia da creditori esteri)  era ‘appena’ l’11% del PIL nel 2007. Perché un’economia esca dalla stagnazione causata da debito eccessivo, devono essere ristrutturati tanto il debito detenuto dai privati quanto quello detenuto dai governi.

4) Negoziati piuttosto che sanzioni
Se la Germania Ovest non avesse voluto, o non fosse stata in grado di rimborsare il debito, l’accordo prevedeva consultazioni fra il debitore e i creditori, sotto la supervisione di un organismo internazionale terzo. Un approccio del tutto diverso da quello che ha ispirato i ‘negoziati’ più recenti sul debito, nei quali i governi e le istituzioni creditrici (il Club di Parigi, l’FMI, la BCE) hanno imposto i termini dell’accordo ai paesi debitori, obbligandoli a instaurare politiche di austerità e liberalizzazioni sui mercati. Come ci si poteva aspettare, la Germania Ovest non ebbe ulteriori problemi di debito, e anche questa clausola non venne mai applicata.

Il caso Grecia: spezzare le catene
Ispirandosi all’antica idea del Giubileo, in occasione del quale i debiti erano annullati, gli schiavi erano liberati, e la terra ridistribuita, la Jubilee Debt Campaign lancia un appello per un nuovo ‘Giubileo del debito’ per risolvere l’attuale crisi economica globale. Quest’iniziativa costituirebbe il quadro per rompere l’attuale spirale della crisi debitoria e bancaria in Europa, e alleggerire il fardello perpetuo che grava sui paesi del sud del mondo.
In altre parole:
– Cancellare i debiti ingiusti dei paesi più indebitati;
– Promuovere una tassazione giusta e progressiva, piuttosto che ricorrere a nuovi prestiti;
– Uscire dalla logica di nuovi prestiti che spingono i paesi poveri nella voragine del debito
La Grecia è indiscutibilmente fra i paesi che più hanno bisogno di una cancellazione del debito. Dopo più di quattro anni di austerità, il debito greco è salito dal 133% al 174% del PIL. Il salario minimo è caduto del 25%, la disoccupazione giovanile è oltre il 50%. E più del 20% della popolazione è sotto la soglia di povertà. È necessario che i creditori di Atene capiscano la lezione dell’accordo sul debito tedesco del 1953, e spezzino le catene del debito che attanagliano oggi la Grecia.

Traduzione: Faber Fabbris

Fonte: jubileedebt.org.uk

___________

Note
* La cancellazione del debito riguardò la Germania Ovest, che aveva ereditato la totalità del debito tedesco verso i paesi occidentali dopo la seconda guerra mondiale. Si trattò quindi dell’annullamento del debito della Germania pre-bellica, anche se le trattative furono fatte con la sola Germania Ovest.
1. Questa, e molte altre informazioni utilizzate nell’articolo, sono tratte da: Kaiser, J. (2003). Debts are not destiny! On the fiftieth anniversary of the London Debt Agreement. Erlassjahr.de (Jubilee Germany), ed altri due testi da Erlassjahr.de : Double standards applied e About the London Debt Accord for Germany, 1953.
2. IMF, World Economic Outlook database.
3. World Bank, World Development Indicators database.

58 commenti su “Ecco come l’Europa cancellò il debito della Germania

  1. Giacchè ricorda che invece l’URSS pretese dalla germania est il pagamento di tutto debito di guerra, e questo contribuì alla relativa differenza di sviluppo fra le due germanie

    • Per quanto possiamo dire male degli Americani, sempre meglio dell’URSS. Soprattutto prima di Reagan. Opinione personale.

      • Cari Filippo e Guiodic, solo ignoranza nel senso anche di “cattiveria” pura puo’ far paragonare gli USA (che profittarono immensamente da quella sporca guerra e che ebbere un numero relativamente irrisorio di perdite umane) all’ URSS:
        1) Uscita dalla guerra con piu’ di 23 milioni di morti. Contro 400 mila americani.
        2) L’URSS era a malapena riuscita a sopravvivere all’isolamento economico e alle contro-rivoluzioni militari (finanziate e giudate dalle potenze occidentali) del periodo pre-bellico.
        3) Fu solo lo spauracchio del comunismo (che era minaccia seria in gran parte d’ Europa in quegli anni) che fece degli USA dei “generosi” creditori. Niente, assolutamente niente di magnanimo e disinteressato e’ MAI venuto da quella terra al resto del mondo.

        Non voglio qui assolvere l’URSS dalle sue responsabilita’ nell’Europa Orientale, ma e’ ora di piantarla col far credere al mondo che gli USA sono sempre meglio dei suoi nemici!!! Il nostro servilismo acritico DEVE finire!

    • Esatto. Ancora oggi, dopo 25 anni della unione, habitanti della ex-DDR, Germania est, hanno in media la metà della richesa dei provenienti di BRD.

  2. A me pare che la situazione della Grecia di oggi e quella della RFT del ’52, dal punto di vista dei creditori, non siano nemmeno lontanamente paragonabili.
    La morale di questo articolo non mi piace affatto, perché nella realtà dice: con un Paese con una solida tradizione industriale e con la prospettiva di avere un solido surplus commerciale, che per di più dovrà svolgere il ruolo di baluardo estremo contro le orde comuniste provenienti dall’Est, vale la pena di tenere un atteggiamento accomodante. E grazie al cavolo. Morale che non mi piace affatto, dicevo, ma che è basata su di un profondo realismo.

  3. L’ha ribloggato su Appunti Scomodi.

  4. Mi dispiace, ma ciò che è scritto è totalmente falso ed è una bufala che provano a rilanciare gli anti-euro. E’ falsa e revisionista.

    La repubblica tedesca, con capitale Bon divenne sovrana nel 1955. Prima di quella data era sotto il controllo di occupazione degli alleati. Provare a fare qualsiasi ragionamento non tiene conto di una cosa importante. Non ci troviamo in un periodo bipolare con aldilà del confine Stalin e il comunismo.

    Se volessimo ridurre il nostro debito pubblico basterebbe fare come fatto in Italia nei primi anni dell’unità. Tassazione estrema e voilà, addio debito pubblico. L’Italia unita potrà non aver mai fatto default, ma per evitarlo ha affamato la popolazione. Parla la storia.

    • Se volessimo ridurre il nostro debito pubblico dovremmo proprio essere ANTI-euro, cioe’ dovremmo USCIRE DALL’EURO e attuare politiche keynesiane miranti alla piena occupazione finanziata da deficit dello stato nella nuova lira.

      Finche’ si continuera’ con politiche economiche (neo-liberiste) continuamente screditate dai fatti e dai numeri, potremmo solo definirci una societa’ di devoti fedeli, non una civiltà’ basata sulla scienza!!! L’euro e’ nient’altro che l’ultimo asso nella manica dell’iperliberismo moderno nella sua corsa alla privatizzazione della vita umana e al suo furto delle risorse pubbliche.

      • Politiche Keynesiane “illuminate” però.
        Perchè i PIGS hanno aumentato la spesa pubblica ma non indirizzandola in opere ed infrastrutture.
        E talvolta l’hanno combinata con aumento di tasse e imposte.
        Il che non crea l’effetto sperato ma, anzi, paralizza ancor più l’economia e la porta diretta in recessione.
        Il paragone col debito tedesco lo vedo una forzatura.
        Ed il non citare l’assoluta incapacità Greca di attuare monovre credibili e sensate li rende assolutamente resposabili della loro situazione.
        La Grecia non ha nemmeno vissuto bolle speculative immobiliari che la Germania a sfruttato anni prima, finanziandole, per aiutare i propri export.
        Quindi, pur non essendo gli unici resposabili, la Grecia ha enormi resposabilità delle sue situazioni.
        Parliamo di una nazione che chiedeva prestiti a destra e manca, con bilanci falsi, e che questi soldi poco e niente li ha messi in opere che dessero futuro, ma solo per continuare a finanziare un apparato ipetrofico non produttivo.
        L’italia dovrebbe guardare alla Grecia come in una palla di cristallo…

    • scusi blupineta, ma non capisco il senso della sua nota. Quali sono le affermazioni false nell’articolo? Me le può precisare?

      Quanto alla contestualità degli accordi di Londra (sulla quale si concentrano molte delle risposte), l’articolo non pone certo la questione in termini d’analogia. Per essere più chiaro: l’articolo non dice Grecia= Germania.

      Evidentemente, i contesti sono profondamente diversi (è sempre così nella storia); quello che qui si evoca è una modalità di riassorbimento del debito condizionata a dei parametri macroeconomici (la bilancia commerciale, in questo caso), piuttosto che la spirale crediti per ripagare i vecchi debiti-nuovi debiti che è stata imposta alla Grecia.
      Una delle proposte del governo greco è l’indicizzazione del ritmo dei rimborsi sul PIL. In questo modo i creditori hanno interesse a che il debitore permanga in condizioni di crescita, perché ciò aumenta l’esigibilità del debito (e rende più plausibile un suo pagamento).

      Non capisco infine il passaggio sulla ‘sovranità limitata’ della Germania ante accordi di Bonn-Parigi. Casomai, le condizioni per la rinegoziazione di quel debito sarebbero state MENO vantaggiose nel caso di uno stato de iure sovrano!

      Per restare fattuali, il testo degli accordi:

      Fai clic per accedere a 1953%20London%20Debt%20Agreement%20on%20German%20external%20debts_Agreement%20signed%20by%20negotiators%20Feb%2027%20in%20London%20ratification%20by%20all%20respective%20govts%20to%20follow.pdf

      • Per evitare critiche di questo tipo, signor faber, sarebbe stato sufficiente dare un titolo diverso al post. Qualcosa tipo “Ecco come a Londra si cancellò un debito pubblico” o cose simili. Scegliendo il titolo che ha scelto, invece, passa per il solito qualunquista anti-tedesco e anti-europeo, specialmente se consideriamo l’attuale clima di ignoranza e pregiudizio diffuso in Italia.

        Condivido, invece, l’intento di mostrare come qualcosa potrebbe essere fatto.

  5. Vincolare indebitamento a stanze di compensazione delle bilance commerciali

  6. I creditori della Germania Ovest erano ben disposti a stabilizzare il quadro politico ed economico del paese, per rafforzare un ‘bastione contro il comunismo’.

    è già detto tutto. quelle condizioni storiche non ci sono più e i condoni del debito non avverranno più….esattamente come le politiche espansive.

    • e dire anche che se chi governa spreca e ruba troppo ?? ? che e causa del debito l incapacita di spendere bene ? e dire che chi governa spende per agevolare pochi interessi, arricchire pochi ricchi ? Quindi che gran parte di un debito nasce da speculazioni ? Questo no ….. eppure lo sanno tutti,

  7. non c’è più nessun comunismo da combattere per cui non si fanno sconti. si torna al 1800.

    • Esatto, stiamo tornando alla barbarie del periodo coloniale. … e lo chiamiamo progresso, … ci dobbiamo solo vergognare della nostra (arrogante) ingenuita’!

  8. Bella ricostruzione storica. Ma la domanda sorge spontanea: embè? I paesi occidentali condonarono il debito della Germania Ovest semplicemente perchè parte della politica di contenimento dell’Unione Sovietica.
    E oggi per quale ragione i tedeschi dovrebbero permettere di condonare il debito dei greci e degli stati dell’Europa meridionale quando li hanno messi in condizioni di dover pietire addirittura una semplice dilazione dei pagamenti?
    Quanto ai “fondi avvoltoio” vorrei ricordare che, tranne, mi par di ricordare, la Guinea che sequestrò una nave battente bandiera argentina (prontamente riportata in patria dalla presidenta Kirchner che fu rappresentata sui giornali come una condottiera di altri tempi) nessun paese al mondo ha ottemperato all’ordine dell’ottantaquattrenne giudice Griesa. Inoltre il parlamento argentino sta per approvare una legge che riporta sotto legislazione nazionale tutto il debito contratto con i creditori che hanno concordato l’haircut individuando la banca argentina che si occuperà dei pagamenti in modo da evitare che qualche vecchio pazzo possa bloccare somme che appartengono ad uno stato sovrano in una banca americana

  9. Mah! E’ chiaro che occorra trovare una soluzione, ma si tende troppo spesso a dimenticare le responsabilità dei debitori.
    Suppongo perché chi scrive (articolo e commenti) non è creditore dei “poverini” a cui bisogna azzerare il debito … Immagino che però, gli stessi saranno subito pronti ad aggredire qualunque governo futuro gli aumenti le tasse (sempre ammesso che le paghino) per coprire i debiti azzerati.
    Perché ricordo che la Grecia ha già fatto 2 ristrutturazioni, e sta pagando il debito a condizioni strafavorevoli sia a livello temporale che di tassi.
    E che il coinvolgimento dei privati nella ristrutturazione, lo hanno voluto i tedeschi…

    Mah!

  10. Ribadisco che penso si DEBBA ASSOLUTAMENTE trovare una soluzione perché sono un sostenitore del progetto europeo. Ma ognuno deve fare la sua parte.
    I greci hanno sbagliato in passato ed ora i nodi sono arrivati al pettine.
    I tedeschi ben difficilmente potranno adottare politiche espansive per permettere un aggiustamento simmetrico, perché le loro finanze pubbliche non reggerebbero e perché avrebbero un effetto limitato (data la loro situazione occupazionale e di crescita).
    Stampare cartastraccia per coprire le spese è ridicolo: occorre migliorare la PRODUTTIVITA’ che da anni è inferiore alle altre economie forti europee.

    • Questa storia del costo del debito “ai contribuneti europei” ha la pelle dura… Ricordo che la ‘ristrutturazione passata del debito greco’ si è de facto tradotta nel trasferimento delle pendenze precedentemente detenute dai creditori privati (banche, fondi speculativi etc.) verso soggetti pubblici, che le hanno incamerate (prevalentemente BCE, FMI e direttamente la Banca di Grecia). Questi crediti sono GIA’ STATI ISCRITTI NEI BILANCI NAZIONALI al momento del trasferimento.
      I prestiti bilaterali accordati dagli stati membri alla Grecia in occasione del ‘trasferimento’ sono stati finanziati da crediti accordati dal Tesoro di ciascuno stato (che quindi si sono indebitati). Quando arrivano a scadenza, sono automaticamente rimpiazzati da nuovi debiti, contratti sul mercato. La perennità degli stati consente di riprodurre questo meccanismo sine die. Tutti gli stati sono indebitati e i debiti sono gestiti in questo modo. Il debito nominale più elevato dell’area euro è quello della Germania (2078 miliardi di euro). L’unico effetto della cancellazione di un debito di questo tipo è la fine del gettito dovuto agli INTERESSI che su di esso sono percepiti.
      Un calcolo fatto dal giornale ‘la Tribune’ sugli effetti del cancellamento del debito per i contribuenti francesi (la Francia è molto più esposta dell’Italia), nel peggiore degli scenari, porterebbe il mancato ‘percepimento degli interessi’ a poco più di 10,50€ all’anno pro capite (non di tasse in più, ma di ‘rimesse’ del fisco in meno).

      Infine sulla produttività (immagino lei alluda alla produttività oraria, vel PIL/ore lavorate). Per aumentarla, com’è noto, servono investimenti produttivi (macchinari, automazione, etc.): è la qualità del processo che migliora la produttività. Proprio quegli investimenti che il governo greco chiede esplicitamente di fare, invece di tagliare reddito per ‘correggere’ il debito/PIL (che con le ricette della troika è passato nel 2010-2015 dal 122% al 178%).

    • Enrico sei a mio avviso grande vittima dell’ usurata propaganda UE-centrica e del pensiero unico dell’euro se riesci ad affermare che la Grecia ha ricevuto un trattamento “strafavorevole” dalla Troika quando invece si e’ ritrovata anche a rinnovare il suo debito a tassi di interesse strozzini fino al 18% in alcune fasi della crisi (provaci tu a pagarti il mutuo sulla casa a questi tassi e vedremo se ce la farai a ripagarlo senza contrarre nuovi debiti!!!):

      1) Il debito Greco NON e’ schizzato in alto a causa di un’ accresciuta spesa pubblica (la Grecia non e’ stata affatto quel paese spendaccione che ci vogliono far credere, il suo deficit pubblico cominciò a ridursi notevolmente già a partire dalla seconda metà degli anni ‘90 … per entrare nell’euro).

      2) La riduzione del deficit pubblico portò ad un aumento notevole del debito privato greco che poi esplose con la crisi del 2007. Crisi, riduzione PIL, riduzione degli investimenti statali (a causa dei parametri dell’euro), ecc … inizio della spirale negativa …

      3) L’euro aveva portato (e ancora oggi porta) la Grecia a diventare importatore in eccesso di prodotti dall’eurozona in particolare dalla Germania, creando deficit nella bilancia dei pagamenti (di fatto arricchendo la Germania) e riducendo base monetaria interna.

      4) L’euro e’ un’aberrazione monetaria, e’ una moneta privata che gli Stati devono “comprare” dalle banche private perche’ la BCE non da’ soldi direttamente agli Stati, cioe’ gli Stati NON sono piu’ in cima alla piramide nella gerarchia economica, al loro posto al vertice sono state collocate le banche, si’ ripeto le BANCHE!!!

      5) In quanto in mano a privati, gli interessi sui soldi (che gli Stati sono ora obbligati a prendere a prestito) sono esorbitanti perche’ l’affidabilita’ di un “cliente” in difficolta’ (come la Grecia) e’ molto bassa e continua a peggiorare in una spirale negativa (nonostante la farsa degli “aiuti”).

      6) Le banche private piu’ esposte col debito greco sono proprio le banche tedesche, ed e’ per questo che la Merkel (ormai dittatore incontestato d’Europa) e’ intransigente e vuole che i greci “stiano ai patti”.

      7) Il Fondo Salva Stati e’ una frode assurda in cui gli Stati si trovano a contribuire forzatamente (e in anticipo) ad un fondo da cui possono poi attingere (in caso di rischio default!) pagando interessi sui LORO soldi!!!

      8) Il QE di Mario Draghi (annunciato recentemente) compra titoli dai paesi in proporzione alle quote possedute alla BCE, la Germania dunque beneficiera’ PIU’ di tutti da questa operazione di “pulizia” di debito pubblico, mentre la Grecia sara’ addirittura ESCLUSA dal QE finche’ non fara’ “le riforme” (cioe’ finche’ non privatizzera’ tutto cio’ che gli e’ rimasto da privatizzare e lo dara’ in mano agli avvoltoi-investitori internazionali) da brava serva.

      Dove tu vedi la magnanimita’ della UE nei confronti della Grecia io proprio non lo so.

    • Prima di tutto. Nel 2010 la grecia firmo’ un accordo con la troika chiamato di
      “stabilita’ e cressita”. Questo prevedeva che gia’ dal secondo semestre del 2011 l’ economia greca avrebbe preso la strada dello sviluppo e nel 2012 sarebbe stato un anno di cressita. Per il 2015 tutta la recessione sarebbe stata assorbita. Cosa e’; successo invece?. Mentre si prvendeva per il 2012, anno fine del programma una recessione aggreggata di appenna 4,5% siamo arrivati alla fine del 2013 con un recessione totale del 29,6%. Cioe’ 25% del pil in piu’. Questi dati sono in termini reali.Il pil nominale perso euivale al 25% del pil. Per averne un idea, questa cifra equvalerebbe per l’ italia 400 miliardi persi, per la Germania 800, e per la EZ intera circa 2,5 trillioni. Vorei sapere da tutti con alla testa i tedeschi che urbi et orbi dicono che la Grecia non ha fatto niente, come sarebbero le loro economia con delle simili perdite?.
      Infine. su questo errore esistono delle responsabilita’. Chi e’ colpevole ?
      IL FMI ammette l’ errore al multiplifiactore fiscale. I tedeschi non hanno amesso nessun errore, paraculli che sono, e riversano le responasbilta’ ai governi greci. I ministri del PASOk allora dichiararono che nessuno ha letto il contratto, il ministro del economia lo firmo’ senza averlo letto, e l’ accordo non ando’ al parlamento. E’ tutta la verita’

    • se tutta l europa riduce gli sprechi, se elimina le spese militari, se elimina inutili contributi, se smette di sostenere le lobby, ci sarebbero tanti di quei soldi da aggiustare grecia, italia e da dare soldi ai giovani nord africani cosi non vanno nall isid

  11. Per Enrico

    “Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori”

    Non è solo una preghiera, è anche l’unica via per uscire da situazioni come quella attuale creata dalla speculazione e da una finanza autoreferenziale. Certo alleate di un ceto politico di farabutti ed imbecilli. Non dimentichiamo MAI che è stata Goldman Sach ha truccare i conti del bilancio ellenico, su richiesta dal governo greco, per far entrare la Grecia nell’euro.

    Nel mondo antico si praticavano spesso gli anni sabbatici (non solo tra gli ebrei ma in genere tra tutte le popolazioni semitiche, compresi gli egizi) proprio al fine di evitare il formarsi di situazioni come quella attuale e come quella della Germania post-bellica. Alla quale, appunto, fu applicato un conodno “sabbatico” del debito in osservanza dell’ingiunzione etica poi ripresa nella preghiera del Padre Nostro.

    Questo principio, che funziona sempre e riavvia le sorti economiche del debitore a vantaggio generale, resta valido anche laddove in concreto ci sono altri motivi per applicarlo che non quelli soltanto etici. Anche nel caso tedesco il principio fu applicato per altri motivi concreti di altra natura, geopolitica innazitutto. Ma funzionò comunque.

  12. comunque farei un applauso a NIRVANA che ha centrato i punti in tutti i suoi post in particolare l,ultimo sul debito della grecia che intitolerei ” ti spiego il debito greco in una trentina di righe” ma anche il secondo sul giudizio dei russi cattivi ed americani buoni ormai ridotto o/a questione di fede, oppure perche da piccoli ci hanno insegnato che gli americani sono buoni e basta, lasciamo perdere. l,articolo cerca di guidarci verso una direzione ovvia: cioè che se persone col sale in zucca si siedono ad un tavolo con le buone intenzioni il modo di uscire dall,impasse si trova ,ed anche gli strumenti da adottare possono essere ricavati da esperienze precedenti, e che alla fine sono state vantaggiose un po per tutti, o quantomeno rendendo sostenibile, una questione finanziaria altrimenti “ingestibile” . pero alcune cose bisogna dirle 1) nel caso della germania essa si era indebitata per motivi di guerra e di egemonia, mentre il contesto politico in cui viviamo non puo essere in nessun caso (se non in modo idealistico) paragonato a quel contesto (in cui gli stati nazionali avevano un propio peso politico)e quindi di responsabilita dirette,(oppure come qualcuno dice erano all,apice della piramide istituzionale) pertanto mi sembra di poter dire che l,attuale debito degli stati sia il frutto di una colossale truffa perpretata ai danni dei cittadini e degli stati ,dove la germania e solo uno degli attori, e secondo me anche secondario della grande truffa che si è determinata, contro i popoli e la democrazia. pertanto credo che alla fine chi è in alto non abbandona facilmente questa dolce mammella infarcita di ottimo miele, e cerchera far convivere finti stati con finti sistemi finanziari per chissa quando tempo ancora

    • Claudio, fa piacere trovare persone sulla stessa linea d’onda, ma mi domando quanto ancora ci sara’ da aspettare per creare quel muro ideologico assolutamente necessario per fermare la “follia” globocrate imperante. Quanto ancora l’Italia intellettuale vorra’ continuare nel servilismo ideologico e nella pseudo-scienza?

      Cio’ che sta avvenendo in Europa e’ “genocidio” sociale, economico e culturale, gli intellettuali che non hanno il CORAGGIO di contrastarlo con tutte le forze e con seria onesta’ DEVONO farsi da parte (perche’ indeboliscono il campo anti-imperialistico invece che raffozzarlo), …. e’ il minimo che dobbiamo pretendere da costoro, solo cosi’ forse si evitera’ che la barbarie non ritorni nell’intero continente!

  13. nirvanabloorNirvana 17 marzo 2015 alle 09:59 hai ragione eppure le cose sono piu “semplice” di quando sembrano si continua con la litania “che un,altra europa è possibile” (ormai diventata anchessa un,arma di distrazione di massa banalmente dimenticando che al capitale finanziario non interessa un,altra europa) fingendo di non aver capito la natura della crisi sel 2008, che di fatto sanciva il fallimento del capitalismo, e la sua illusione di crescita “trainata dalla finanza” cioè non hanno capito che bisogna ripensare ad un nuovo mondo,utilizzando gli strumenti di conoscenza che abbiamo. altrimenti la finanza ci trascina in un,altra disastrosa guerra, gli unici che per ora ne sentano la necessita’.

  14. […] scatenante la seconda, non avrebbe portato a nulla di buono, e allora decisero diversamente. Così la Germania doveva far fronte al debiti solo se fosse stata in grado di farlo e gli altri Stati si impegnavano a importare dai tedeschi, garantendogli buone esportazioni e […]

  15. […] totale o parziale dei passivi – il famoso ‘haircut’). Per esempio con i famosi accordi di Londra del 1953, che annullarono la quasi totalità del debito estero […]

  16. […] annullamento totale o parziale dei passivi – il famoso ‘haircut’). Per esempio con i famosi accordi di Londra del 1953, che annullarono la quasi totalità del debito estero […]

  17. […] annullamento totale o parziale dei passivi – il famoso ‘haircut’). Per esempio con i famosi accordi di Londra del 1953, che annullarono la quasi totalità del debito estero […]

  18. […] annullamento totale o parziale dei passivi – il famoso ‘haircut’). Per esempio con i famosi accordi di Londra del 1953, che annullarono la quasi totalità del debito estero […]

  19. […] annullamento totale o parziale dei passivi – il famoso ‘haircut’). Per esempio con i famosi accordi di Londra del 1953, che annullarono la quasi totalità del debito estero […]

  20. Secondo lei esistono o no i soci occulti che non compaiono ufficialmente nella lista dei creditori internazionali ma che in ogni caso ci guadagnano sopra con il debito pubblico?questi soci occulti non sarebbero altro che quelli che lo creano cioè i debitori che scaricano le tasse ai Popoli…altresì creare moneta dal nulla è presentarla senza una riserva al 100% e inoltre avere il potere di indipendenza dagli stati stessi non è contro le costituzioni e le sovranità degli stati e dei popoli e contro lo stesso diritto internazionale?

  21. […] annullamento totale o parziale dei passivi – il famoso ‘haircut’). Per esempio con i famosi accordi di Londra del 1953, che annullarono la quasi totalità del debito estero […]

  22. […] favorevoli di quelle richieste attualmente dal governo greco. Tra gli altri beneficiari, proprio la Germania. Ma in questa occasione ad essere inaccettabile non è la proposta greca di rientro, ma il fatto […]

  23. L’ha ribloggato su flaneurkh.

  24. quante parole senza senso scrivete. io nn ho studiato, ma se io spendessi i soldi guadagnati come fa la grecia sarei fallito subito, poi se tsipras si voleva mettere in politica doveva prima fare un corso da politicante e nn da pagliaccio, sta facendo ridere da tutta l´europa con le sue stupide pretese, con tutti i tesori che ci sono in grecia nn li hanno saputi mantenere e farli fruttare, senza mettere di mezzo la germania che ha aiutato la grecia assieme agli altri paesi , xó i tedeschi nn si fanno prendere x il culo facilmente
    tanti saluti dalla germania

  25. Questa è demagogia. E poi, non fermiamoci a leggere i titoloni, ma facciamo analisi serie ed esegetiche. In cinque anni, l’Europa ha salvato già due volte la Grecia, e questa sarebbe la terza. La Germania ha 80 milioni di abitanti, la Grecia 11. Economicamente non sussiste il paragone. Il problema va spostato sul campo etico. Ma dev’essere un etica reciproca. Ok aiuti, ma non puoi continuare a spendere ciò che non hai. Ci sono riuscite Italia e Spagna, può farcela anche la Grecia.

  26. In effetti.
    Tsipras sta facendo (almeno a parole) i salti mortali. Sarebbe molto più semplice, eticamente accettabile, giusto: dare un taglio drastico a pensioni e stipendi alti o ingiustificati; applicare un’una tantum a chi finora ha goduto di trattamenti fiscali agevolati (mi si dice gli armatori in primis); e riformare il fisco in senso stringentemente ed ineludibilmente progressivo.
    Invece manco se ne parla. Né da parte di Tsipras, né da parte delle istituzioni Europee.

  27. Numeri e solo numeri e nient’altro che numeri … povero mondo …
    l’umanità si estinguerà affogando nei numeri … un enorme tsunami di numeri
    che sommergerà tutto … e dire che gli esseri , umani tremila anni fa ,vissero senza
    i vostri luridi pezzi di carta … viva il mondo libero dal capitalismo ….criticatemi pure
    finchè volete…

  28. […] Impariamo come l’Europa cancellò il debito della Germania. “Gli accordi sul debito di Londra (1953) dimostrano che i governi europei sanno come risolvere una crisi da debito coniugando giustizia e ripresa economica”. (clicca qui). […]

  29. “Dopo più di quattro anni di austerità, il debito greco è salito dal 133% al 174% del PIL.” da ignorante, mi spiegate perchè la grecia più paga il debito più il debito stesso aumenta? Grazie

    • La domanda più sensata di tutte, di una semplicità disarmante. La risposta è altrettanto semplice: alla Germania di oggi serve un’Europa debole per continuare ad essere la Germania di 20/30anni fa. Diversamente collasserebbe. La Germania non è affatto il paese virtuoso ed efficiente che si vuol far credere. Guardiamo anche solo l’Italia da un punto di vista di capacità produttiva: nel periodo pre-euro il Bel Paese aveva un surplus commerciale contro il deficit tedesco, una capacità manifatturiera seconda solo all’Inghilterra, leader nel campo agro-alimentare. Oggi la bilancia commerciale italiana è negativa, l’euro fa pagare molto più le merci italiane di quando era in circolazione la lira esattamente l’opposto di quello che è accaduto in germania passando dal marco all’euro. Parallelamente la capacità manifatturiera è crollata in quanto se le industrie non vendono, senza un adeguato accesso al credito che le varie leggi comunitarie hanno di fatto impedito, chiudono. La disoccupazione aumenta, e dopo anni di speranze di ripresa economica puntualmente disattese e il sempre minor sostegno dei vari ammortizzatori sociali, è iniziato l’esodo verso l’estero dei più giovani per trovare lavoro, gran parte proprio verso la Germania che guarda caso ha un disperato bisogno di manodopera. Si è azzoppato in questo modo un grande paese manifatturiero come l’Italia tutto a vantaggio della Germania. Ma l’Italia ha anche un possente settore agro-alimentare. Tranquilli che le varie norme comunitarie negli anni, a partire dalle famose quote latte per arrivare alle mozzarelle fatte con la polverina e al disconoscimento normativo a livello comunitario del made in italy avvenuto in questi in giorni, hanno azzoppato anche quel settore. A vantaggio di chi? Inutile ripetersi. Ed ecco che da essere una potenza economica oggi l’Italia nel giro di meno di vent’anni si è ritrovata con le pezze al culo complice una guerra politica tra Berlusconiani e anti-berlusconiani culminata nel golpe dello spread orchestrata dai tedeschi (come rivelato da Geithner) in quanto Mr.B. non era confacente ai loro interessi anzi, se c’è stato in Europa un politico che si è opposto a questa dittatura teutonica quello è stato proprio Berlusconi, con tutti i pro e i contro. Al suo posto abbiamo avuto tecnocrati pro-banche/euro/germania,prima, ed un falso leader populista come Renzi dopo, accompagnato da una nuova e giovane classe dirigente composta da inetti e venduti completamente assoggettata nei fatti a questa Europa a comando tedesco. E non pensate sia finita perché (arriviamo alla Grecia) tutte quelle forme di strozzinaggio economico-sociale imposte alla Grecia sono solo state solo un banco di prova prima di attuarle su scala continentale. Che peso poteva mai avere un paese come la Grecia con una capacità manifatturiera pari a zero, una popolazione di poco sopra i 10milioni ed un debito pre-crisi di solo 120mld€ da giustificare un simile accanimento? Nessuno. Eppure l’hanno distrutta, a livello economico, sociale ed anche a livello di sovranità sulle proprie infrastrutture in quanto per i prossimi 40anni le concessioni di tutti i porti (praticamente l’unica infrastruttura strategica greca) sono state cedute ai tedeschi, che cosi ora hanno uno sbocco praticamente diretto sul mediterraneo, mare principale di transito per le merci da/per la Cina, paese fondamentale per le esportazioni tedesche. La soluzione invece era semplice, bastava come disse l’ex presidente del fmi Strauss Khan applicare quei principi di solidarietà (anche finanziaria) che a chiacchere l’Europa si prepone di difendere. Peccato che poi con un falso scandalo l’hanno fatto dimettere piazzando al suo posto un falco come la Lagarde, facendo un favore a Sarkozy che credeva che l’alleanza coi crucchi era un grande affare. Illuso, hanno trombato anche lui alla fine, figuriamoci se i tedeschi volevano uno stato patriottico e forte come la Francia a mettere becco nelle loro manovre. Di tutto questo e tanto altro, va compreso in definitiva una cosa sola: la Germania non ha remore di quello che ha combinato nel passato. La Germania ancora oggi crede di essere una nazione superiore e che questo giustifichi qualunque mezzo si adoperi. è un atteggiamento insito nella loro cultura. Un banale esempio? Mueller, ad VW, ieri davanti all’Epa che gli contesta la truffa di migliaia di clienti per lo scandalo dieselgate e la violazione di 18 norme federali da parte del gruppo che presiede, come si giustifica? Con un “abbiamo solo interpretato male le norme statunitensi”. A dir poco ridicolo certo, ma esplicativo di quanta arroganza e super-io si nutrano i tedeschi. Oggi, la Germania, sta solo attuando con altri mezzi quello che 70 anni fa Hitler non è riuscito a fare con i carri armati: dominare l’Europa. E ci stanno riuscendo.

  30. […] Gli accordi sul debito di Londra (1953) dimostrano che i governi europei sanno come risolvere una crisi da debito coniugando giustizia e ripresa economica. Ecco quattro lezioni esemplari, utili nell’attuale crisi del debito greco, raccontate dal blog economico Keynesblog.com […]

  31. […] in passato, il terzo quasi mai su scala macroeconomica (una eccezione, la cancellazione del debito di guerra della Germania. Ironia della storia, mi sa che la Germania sarà costretta a contraccambiare la Grecia, allora […]

  32. La storia e la Germania non vanno molto d’accordo

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