5 commenti

L’Europa dell’Euro è il malato dell’economia mondiale

di Francesco Saraceno (OFCE – Sciences Po, Parigi)

L’ultimo World Economic Outlook del Fondo Monetario Internazionale è uscito la settimana scorsa. Ha un sacco di osservazioni interessanti sul austerità europea. È indicativo che si ponga il problema dei tempi: il risanamento di bilancio, se attuato troppo in fretta, può finire per essere controproducente. Ho giocato un po’ con i dati che accompagnano il rapporto, comprese le previsioni.

In primo luogo, se facciamo un grafico del PIL per gruppi di paesi, “doppia divergenza” (double decoupling) di cui ho parlato per la zona euro è evidente. Basta guardare la figura seguente:


Facendo il PIL PPP (Purchasing Power Parity, cioé ponderato per tenere conto delle differenze di potere d’acquisto) pari a 100 nel 2008, vediamo che la crisi iniziata nell’estate del 2007 ha colpito l’economia mondiale fino al 2009. Con l’eccezione dell’Asia orientale e dell’Africa Sub Sahariana, l’economia mondiale è in recessione nel corso del 2009. La zona euro fa un po’ peggio degli altri (soprattutto perché abbiamo avuto pochissimo stimolo fiscale), ma nel complesso possiamo dire che si inserisce nel gruppo. Il malato cronico Giappone fa peggio di noi, una magra soddisfazione …

La crisi greca ha inizio nel novembre 2009 e l’anno 2010 segna la svolta verso l’austerità nella maggior parte dei paesi dell’Unione monetaria. Le misure di stimolo già modeste o vengono eliminate, o invertite del tutto. Basta immaginare le conseguenze: la zona euro ha il più basso tasso di crescita tra macro aree (i tassi di crescita sono nel grafico seguente, ndr), a dispetto della nostra sbandierata “storia di successo”, la Germania.

Il 2011 è l’anno del circolo vizioso: una spirale di austerità-bassa crescita-deficit-austerità (si veda quanto dice Krugman [e il grafico tratto dal suo blog, in fondo all’articolo ndr]) che il nostro continente non sembra in grado di rompere (o, peggio, non vuole), intrappolato nella cecità ideologica, e soffocata da meccanismi di governance deboli. Siamo stati fortunati che il Giappone era lì a dimostrare che la crescita bassa non aveva niente a che fare con austerità. Ah no, un attimo… qualcosa è accaduto a Fukushima …

Il 2012 sarà l’anno della divergenza. L’economia mondiale è sulla via del recupero. Instabile, debole, vulnerabile, ma chiaro e presente. Nel frattempo, noi [membri della zona euro, ndr] stiamo entrando in quella double-dip recession [recessione seguita da una debole ripresa e una successiva recessione, ndr] che molti di noi temevano. La crisi globale non c’è più, sostituita dalla crisi dell’euro. Secondo il Fondo Monetario Internazionale (che in questo caso può anche essere ottimista), non si tornerà ai livelli di PIL del 2008 prima del 2014. Siamo il malato dell’economia mondiale …

Questo avrà conseguenze, oltre alla disgregazione sociale cui assistiamo ogni giorno? Beh, sì. Per quello che valgono, il FMI dà le previsioni sul PIL fino al 2017. Ed ecco un’altra figura che ho costruito:


Il quadrante superiore mostra la suddivisione del PIL nel 2000 e nel 2017. Non sorprendentemente, la quota delle economie emergenti aumenterà fortemente, a spese di tutte le economie avanzate, questo è un po’ inevitabile e, vorrei aggiungere, benvenuto. Ma se guardiamo al quadrante inferiore, si può osservare che la zona euro soffrirà molto di più rispetto agli Stati Uniti o alle altre economie avanzate: la nostra quota del PIL mondiale si contrarrà del 35%, contro il 25% circa delle altre economie avanzate. E ciò non è necessario che accada. L’euro è stato creato, tra le altre cose, come uno strumento per competere nell’economia globale con gli Stati Uniti, e per contrastare l’ascesa delle economie emergenti. Direi che era l’unico strumento. Non ha funzionato, non funziona. E se non procediamo verso una struttura federale, non funzionerà.

Ho scritto troppo per dire una cosa molto semplice. La crisi globale non può più essere invocata per giustificare la nostra scarsa redditività economica. Ci stiamo infliggendo dolore da soli con una dottrina sbagliata che ispira una leadership ideologizzata.

Nel frattempo, i mercati finanziari sono sulle montagne russe, e qualcuno getta la colpa su un moderato socialista francese …

Articolo originale “The Sick Man” sul blog di Francesco Saraceno

________________

Relazione tra austerità (tagli in % sul PIL) e PIL in termini reali, periodo 2009-2011, da krugman.blogs.nytimes.com

5 commenti su “L’Europa dell’Euro è il malato dell’economia mondiale

  1. Reblogged this on i cittadini prima di tutto.

  2. […] Ho giocato un po’ con i dati che accompagnano il rapporto, comprese le previsioni. Continua a leggere » Like this:LikeBe the first to like this […]

  3. […] L’Europa dell’Euro è il malato dell’economia mondiale […]

I commenti sono chiusi.