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Il vincolo esterno della Grecia

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Un articolo per il blog del Sole24Ore di Alessandro Guerani affronta un punto che sfugge ai più: la Grecia potrebbe essere costretta a fare austerità anche fuori dall’euro. Vediamo perché e aggiungiamo qualche considerazione a quelle dell’articolo del Sole.

1. La Grecia ha già svalutato ma non ha migliorato la sua bilancia commerciale in misura significativa. Questo è l’indice armonizzato di competitività calcolato dalla BCE (in sostanza il tasso di cambio reale effettivo):

grecia-HIC

Come si vede la competitività della Grecia è maggiore, da due anni, persino rispetto al 1999. Eppure questo non ha avuto riflessi evidenti sulla bilancia commerciale dei beni, nonostante il calo del prezzo del petrolio e la svalutazione dell’euro.

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La bilancia commerciale dei beni è migliorata fino al 2012 soprattutto per effetto dell’austerità che ha compresso le importazioni, ma poi il miglioramento ha vistosamente rallentato nel 2013 per poi peggiorare nuovamente nel 2014. Il saldo è comunque rimasto sempre negativo. Se ne deduce che nella situazione odierna, l’economia greca non sembra caratterizzarsi per l’elasticità del commercio estero.

Una speranza (vedremo subito perché) però è data dai servizi. Comprendendo questa componente, che recentemente ha registrato buoni successi grazie a turismo e trasporti, la Grecia registra un piccolo avanzo della bilancia commerciale e delle partite correnti nel 2014 .

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EDIT: Alessandro Guerani ci fa notare che secondo i dati raccolti da Eurostat, la Grecia è in disavanzo commerciale nel 2014, anche quando si comprendono i servizi, per 2,3% del PIL (circa 4 miliardi di euro). Abbiamo però preferito usare i più speranzosi e forse precisi dati della Bank of Greece.

2. La Grecia non ha mai conosciuto un avanzo della bilancia commerciale da quando sono disponibili i dati:

greece-bot

(dati Ameco, anche questi dicono che nel 2014 continua il disavanzo pur calcolando i servizi)

Anche guardando alle partite correnti, l’unico avanzo negli ultimi decenni è quello del 2013-2014, in epoca di austerità:

embed

In altri termini, cambio fisso o meno, come sottolinea Guerani, la Grecia presenta una dipendenza strutturale dagli afflussi di capitali per poter finanziare i suoi disavanzi con l’estero.

3. Se la Grecia uscisse dall’euro, quindi, si troverebbe comunque con un vincolo esterno, a causa dell’impossibilità di finanziare i deficit con l’estero. Difatti oggi può almeno contare sul sistema Target2. Fuori dall’euro dovrebbe invece guadagnare ogni singolo euro o dollaro dalle esportazioni per poter comprare dall’estero le sue importazioni. Dovendo dichiarare insolvenza sia di fronte al FMI che alla BCE e all’ESM, non le rimarrebbe alcun possibile sostegno finanziario. La situazione sarebbe molto diversa rispetto a quella dell’Islanda, per fare un esempio, che ha potuto contare sul FMI. Non ha alcun senso quindi applicare alla Grecia il modello islandese come ipotizza la sinistra interna di Syriza.

Volente o nolente, quindi, il governo greco, con spazi prevedibilmente modesti, sarebbe costretto a continuare con l’austerità e a non aumentare i salari per evitare anche un piccolo squilibrio dei conti con l’estero. Ad aggravare ulteriormente la situazione c’è poi il fatto che la Banca centrale greca ha meno di 1 miliardo di riserve in valuta estera.

4. In teoria potrebbe però esserci una scappatoia. Il mondo è grande e non esistono solo il FMI e l’Europa. La Grecia potrebbe chiedere sostegno finanziario alla Russia e alla Cina. Purtroppo però la Russia si è già dimostrata inaffidabile sia nel caso dell’Islanda che in quello di Cipro. Inoltre le prime notizie in tal senso non sembrano rassicuranti, nonostante i sorrisi di Putin. Sulla Cina non si hanno particolari notizie, ma forse la Grecia potrebbe ottenere qualcosa vendendo ai cinesi i suoi porti e aeroporti.

Conferma di tutto ciò anche il modello dell’economia greca sviluppato dal Levy Institute. Scrivono Gennaro Zezza ed Emiliano Brancaccio che, nel caso di uscita dall’euro, se la Grecia attuasse una politica espansiva questo rischierebbe di compromettere la bilancia dei pagamenti:

Si consideri allora l’ipotesi che in assenza di un sostegno europeo al rilancio dell’economia ellenica, nel 2015 la Grecia attui un default del debito e un ritorno alla dracma, e adotti una politica di bilancio espansiva fino a 10 miliardi. Con assunzioni pessimistiche sulla svalutazione della dracma e sul suo impatto sui prezzi dei beni importati, il modello prevede un consistente aumento del Pil ma anche un miglioramento delle esportazioni modesto, e nel breve periodo un peggioramento sul versante delle importazioni. La conseguenza sarebbe un deficit verso l’estero fino a cinque miliardi di euro – circa il tre percento del Pil – che andrebbe a ridursi lentamente negli anni successivi. Come si potrebbe gestire la fase di aumento del disavanzo estero? In che modo si potrebbe contenerlo? Ed esisterebbero paesi disposti a finanziarlo?

EDIT del 6 luglio:
Tale previsione è confermata anche dal viceministro delle finanze del governo di Syriza, Dimitris Mardas, che in una intervista del 6 luglio dichiara:

“In diversi articoli che ho scritto nel corso degli ultimi quattro anni, ho citato l’ovvio, cioè che nel periodo 1980-2000 la dracma è stata svalutata sette volte e da 43 dracme per dollaro statunitense, siamo arrivati a 343 per dollaro. Secondo i “dracmisti,” avremmo dovuto viedere un’esplosione delle esportazioni. Ma le esportazioni sono a malapena raddoppiate. Dov’è il loro errore? Che non hanno tenuto conto dell’elasticità delle esportazioni greche. Un tragico errore, simile all’errore commesso dal Fondo monetario internazionale quando ha calcolato l’effetto moltiplicatore dei tagli alla spesa”

5. Svalutazione e ritorno dei capitali Grazie alle tensioni di questi mesi, molti greci hanno già portato i propri risparmi all’estero e le banche hanno registrato il minimo storico dei depositi. Inoltre chi voleva vendere le attività greche (titoli di stato e privati) ormai lo ha in larga parte fatto. E’ quindi immaginabile che la svalutazione della eventuale nuova dracma possa essere meno pesante di quanto le previsioni più pessimistiche hanno sinora ipotizzato. E, inoltre, se il governo riuscirà a rassicurare i risparmiatori e gli investitori, una parte dei capitali possa pian piano rifluire a finanziare il paese.

Conclusioni. Tutto ciò dovrebbe fare capire perché il governo greco stia facendo quanto è possibile per evitare l’uscita dall’euro, venendo in parte meno al suo programma elettorale. Il successo della Grexit è infatti appeso ad un filo sottilissimo tenuto su da fattori precari come la fiducia dei risparmiatori, uno storicamente difficile avanzo con l’estero e prestiti internazionali ancora da definire. Nulla assicura il successo dell’operazione, mentre ciò che è sicuro è che la Grecia attraverserà una nuova pesante crisi finanziaria che si ripercuoterà su una già esausta economia reale. C’è da augurarsi che il governo riesca a raggiungere un accordo nei prossimi giorni, altrimenti il prezzo che dovrà pagare la Grecia (ma anche l’Eurozona) rischia di essere molto elevato. Se così non sarà, c’è da sperare che il governo greco riesca a trovare dei finanziatori internazionali affidabili.

35 commenti su “Il vincolo esterno della Grecia

  1. Analisi perfetta. Complimenti!

  2. Vista dalle BANKE di sicuro.

  3. ma come, la soluzione non potrebbe arrivare da qui: ttp://keynesblog.com/2014/09/01/il-referendum-contro-lausterita-e-un-regalo-alla-germania-ma-anche-no/

    • Quello è il caso di un paese che ha la possibilità di finanziare l’importazione di beni capitali. Quindi non la Grecia per quanto spiegato nell’articolo.

  4. ma sostenere che oggi la Grecia subirebbe l’effetto del vincolo esterno anche se dovesse uscire dall’eurosistema è come dire che ad uno cui hanno spezzato le gambe non può camminare anche se ha una bella ingessatura. Il discorso, in contraffattuale, è se la Grecia fosse uscita 5 anni fa a quanto sarebbe il pil, il debito ed il deficit della bilancia commerciale e l’indice della povertà. Possono la Germania e la Grecia avere la stessa moneta, e l’Italia e la Germania possono avere la stessa moneta? Se qualcuno ha il perenne obiettivo mercantile di un attivo spropositato di bilancia commerciale qualcuno altro avrà un passivo, che deve essere finanziato da chi ha l’attivo, preciso due stati sovrani. In tali condizioni una moneta unica è un delirio. I sostenitori dell’euro sono i più micidiali nemici dell’Europa, un secolo di storia sembra non avere insegnato nulla.
    La miscela terribile di austerità, recessione, deflazione, esplosione dei debiti ci ha regalato una volta il nazismo ora sarà la volta della farsa (Salvini) o di qualcosa di peggio. Boh. Intanto Alesina stamattina sul corriere continua imperterrito

  5. “Il discorso, in contraffattuale, è se la Grecia fosse uscita 5 anni fa”

    Come si dice? se gli asini volassero mio nonno sarebbe una carriola… o qualcosa del genere.

    Temo che l’attuale governo non possa tornare a 5 anni fa.

    Quando avrà inventato la macchina del tempo ci faccia un fischio.

    • per la macchina del tempo ci stiamo lavorando, io e mio padre, spero a breve di darle notizie. Quanto al iudicium contra factum, La reinvio alle ultime posizioni autocritiche assunte da un certo Olivier Blanchard, penso che ne abbia sentito parlare. Il protocollo applicato alla Grecia, lo stesso di quello applicato all’Italia, dovrà sostenere una valutazione causa-effettuale. Ora la Grecia è morta, la riduzione del costo del lavoro, la compressione dei redditi, avvenuta dopo anni di applicazione del modello Domingo Cavallo sperimantato con la dollarizzazione dell’Argentina, non produce e non può produre alcun effetto sugli output, sulla competetività e sui saldi della bilancia commerciale per la semplice evidenza che non vi è più alcuna basa produttiva, desertificata dall’utilizzo, vantaggioso per anni, di una moneta estera fortissima. A ciò si aggiunga un debito pubblico denominato in valuta estera ed il quadro è completo.
      Il contofattuale dovrebbe spingere paesi, come l’Italia, che ancora una base industriale la conservano a fare al più presto le opportune scelte. Tra 5 anni,, restando nell’euro, la manifattura italiana sarà desertificata e saremo come i Greci costretti a mendicare gli antibiotici.
      A quel chiameremo Lei, io e mio padre, affinchè ci sollazzi con la sua ironia: il riso è tonico e corroborante del sistema immunitario.
      Cordialità

  6. Sono stati cancellati alcuni commenti che contenevano insulti e (su facebook) persino velate minacce da sedicenti noeuro. Sono fatti intollerabili. Questo articolo semplicemente presenta dei fatti ben conosciuti da tutti e riconosciuti dalle autorità greche e – peraltro – non esclude affatto che la Grecia possa avere un successo dopo il Grexit, ma a precise condizioni.

  7. Ottimo post

    P.S. Purtroppo sul web imperversano le stupidaggini di Munchau, Krugman e Bagnai.

  8. Giustapposizione per me interessante.

    All’articolo giustappongo questo di Thomas Fazi:

    “La Grecia: una superpotenza dell’export che non sa di esserlo?”
    ONEURO – 19 giugno 2015
    http://www.eunews.it/2015/06/19/la-grecia-una-superpotenza-dellexport-che-non-sa-di-esserlo/37511

  9. […] viene da un ambiente non certo sospetto di simpatie per chi vuole i bilanci in pareggio. Certo, questo articolo di Keynesblog non parla di bilanci, ma di bilance, in questo caso di quella commerciale della […]

  10. Signori, ma in quale bibbia è scritto che un paese deve avere le partite correnti in attivo?? L’altro giorno con un amico analizzavamo il caso dell’Australia…… beh che dire..un paesetto che nell’ultimo ventennio ha vissuto una costante crescita di benessere e vitatlità. Secondo voi hanno avuto surplus di bilancia dei pagamenti??? fativi un giretto sul sito fmi…………
    L’assioma per cui un paese in surplus di partite correnti sta bene è come direbbe l’amico Fantozzi…..”una cagata pazzesca”…. ricordatevi che se tornasse alla dracma…. le partite correnti si sistemerebbero in un baleno, perchè la struttura delle importazioni si modificherebbe di conseguenza…..ma però nessuno pensa mai a quanto il turismo incrementerebbe ( e quelli si portano soldoni esteri e li lasciano li senza chiedere petrolio in cambio……) . E’ inutile considerare la Grecia un paese normale…..lo sapete per caso che la grecia è l’unico paese del mondo che ha più turisti che abitanti residenti…… Basta solo che pensiate che razza di paradiso terrestre è……con gli aerei a pochi soldi dell’ultima decade che fanno affluire turisti senza grosse spese…….. sono letteralmente seduti su una miniera d’oro……. Per loro l’ingresso nell’euro con annessi e connessi lacci e lacciuoli…..è stata una sciagura………come lo sarà per la Croazia…….
    Un paese che vive di turismo……. ha come fonte di sopravvivenza primaria controllare il valore della propria moneta, perchè è proprio da quello che deriva l’afflusso di capitali esteri……. ma oramai vedo che il mainstream della scuola austriaca ha fatto man bassa…. poveri noiii

    • L’australia esporta commodities, la Grecia no. Anche gli USA hanno sempre avuto le partite correnti in disavanzo. Ma né gli USA, né l’Australia sono la Grecia. Questo credo sia evidente agli occhi di tutti

  11. Io credo che in grecia non succederà nulla, cioè si troverà un accordo favorevole ai greci che resteranno nell’euro. Appunto come nell’articolo del sole, sono abituati a vivere di trasferimenti dall’estero, in un modo o nell’altro. I Paesi del nord europa dovranno accettare a bocca storta l’inizio della politica dei trasferimenti intra Ue, magari camufferanno i dati o le considerazioni politiche per salvare la faccia e cantare vittoria nei confronti dei rispettivi elettorati, entrambi. Potrebbero persino ad arrivare a patti segreti. La sostanza sarà che la grecia vivrà sempre più alle spalle dei paesi nordici o cmq del resto dell’eurozona.

  12. Cari sinistridigoverno,
    seminate vento e raccogliete tempesta. Esprimo la mia solidarietà a chi è stato minacciato, perché ingiusto e intollerabile. Però voi, lei, seminate vento. Veda, c’è chi mente perché non capisce, chi mente perché è disonesto, chi perché prezzolato o comunque per convenienza. Il fattore comune è la menzogna. Ma si sa che le bugie hanno le gambe corte! Nel frattempo il paese è sempre più nella merda, nella quale l’avete messo. Vede? La crisi e il tempo sono contro di voi, vi sbugiardano a ogni piè sospinto. Lei comunque continui a sollazzarci con la sua ironia.
    FACCE RIE!

    • “Nel frattempo il paese è sempre più nella merda, nella quale l’avete messo”.

      E’ una balla molto divertente. Salvo prova contraria, beninteso (ma temo non riuscirai a produrla).

      PS: “Io” è un nickname rivelatore, non scoprirti troppo.

    • Quale vento seminiamo, di grazia? Questo articolo è una semplice analisi. Non c’è alcuna menzogna, ma dei dati. Se poi i fatti vi danno torto, cosa volete?

  13. Al nick balcanico non rispondo. Al padrone della baracchetta ricordo che ancora aspetto una risposta sulle sue affermazioni relative alle svalutazioni (svalutano tutti…). Veda caro, ella cerca di orientare dove più gli aggrada, di sviare, di piegare, ma i fatti danno torto a lei. Questo è il vento. Le minacce sono la tempesta. Riguardo alle analisi le lasci fare ai professionisti, tra i quali io non sono annoverato. I funzionari di partito e i funzionali al partito neanche.

    • Oltre a non essere in grado di provare le tue affermazioni (come prevedevo), non sei manco capace di incolonnare il commento. Sei davvero esilarante.

      PS: Uno che sceglie come nickname “Io” deve per forza avere problemi di… identità. Materia da psicanalisti, altro che economia, hai sbagliato il sito…

  14. “….La Grecia ha già svalutato ma non ha migliorato la sua bilancia commerciale in misura significativa. Questo è l’indice armonizzato di competitività calcolato dalla BCE (in sostanza il tasso di cambio reale effettivo):….”
    1) Scusa, ma tutti ammettono che una volta che ci sia la dracma si svaluterà del -50% rispetto all’euro attuale, vedi ad es intervista a Pissarides giorni fa (premio Nobel ed economista greco–cipriota più famoso al mondo). Come fai a dire che la ….La Grecia ha già svalutato,,,?!!! La Dracma varrà forse 0,70 centesimi sul dollaro, non 1.14$ come l’Euro. Quando si svaluti del -50% rispetto ai livelli attuali di colpo converrà produrre in Grecia ad esempio il cibo, che ora importano. E per quanto i greci siano incompetenti e lazzaroni forse ce la faranno anche loro a prodursi latte, burro, frumento e carne. C’era un orchestrale licenziata ad Atene che in un intervista al Guardian diceva che gli strumenti musicali li importano tutti. Dici che non riusciranno a prendere del legno e poi farci strumenti musicali che per secoli sono stati un prodotto artigianale domestico ovunque in europa ? ecc….
    Come si fa a negare arrampicandosi sugli specchi che il tasso di cambio della Grecia è sopravvalutato rispetto a quello della Germania ad es del 40 o 50% ? Come cavolo fai a dire “….La Grecia ha già svalutato..”??? dai siamo seri…

    2) ma perchè accetti che il costo del lavoro deve essere usato come l’indicatore di competitività come fa questo indice della BCE ? le tasse e gli interessi sul debito ad esempio hanno in molte industrie lo stesso peso del costo del lavoro. La Grecia aveva un imposizione fiscale bassa sulle imprese ad esempio e ora con l’austerità la sta alzando di continuo e AUMENTARE LE TASSE SULLE IMPRESE E SUL LAVORO RIDUCE LA DANNATA COMPETIVITA’. L’evasione fiscale delle imprese dal punto di vista “macro” è positiva per la competività, basta vedere Apple, Google, Yahoo e le multinazionali USA che in media pagano il 21% circa di tasse grazie ad elusioni sofisticate. Ma elusione e evasione significano meno tasse e i paesi con meno tasse sono più competitivi. La fottuta Troika gli impone aumenti dell’IVA che riducono la competività giusto ? In Asia l’IVA è tra il 5 e il 10% e agli esportatori la rimborsano…
    Bisogna piantarla di parlare sempre del costo del lavoro da ridurre per la competività, riduci le tasse invece
    perchè non si calcola la competitività basata sul totale dei costi di un impresa invece di isolare sempre e solo il salario ?

    • Il latte, le uova, ma che razza di esempi sono? Ma santo cielo, l’economia del supermercato.

    • Ascolta, ma com’è che sul tuo blog, che è uno dei pochi che prendo in considerazione, gli altri li leggo solo per svago, compreso Bagnai, anche se lì il cervello è indiscutibile, ma prende degli abbagli su questioni così dirimenti da vanificare tutto, come è dicevo che non riesco a commentare? Non potresti rendere l’area commenti un po’ più “user-friendly”?
      Grazie

  15. Cambio idea e mi scuso col balcanico secondo cui sarebbe una balla divertente il fatto che il paese sta nella merda. Effettivamente non avevo letto le ultime dichiarazioni di Renzi, di Padoan, di Mario Draghi e le analisi di Keynesblog. Il paese va che è una meraviglia. Certo che vista dall’Italia la situazione parrebbe differente…

    • Non so, io sono anti-renziano e considero Padoan un burocrate prudente che purtroppo ha ammansito Renzi; e, se non venissi censurato, aggiungerei che è pure un massone conservatore.
      Comunque, qui stiamo in un blog in cui si tratta di Economia e non di psicologia, e, quando si fanno affermazioni, bisogna produrre le prove quali-quantitative, altrimenti si fa la figura dell’Io-Nessuno in cerca di uno psicanalista… pardon, di autore.

  16. @Giovanni Zibordi e che sono tutte queste domande? Quelli di sopra sono dati, se ti danno torto che ci possiamo fare?

  17. Le prove quali quantitative? Qui siamo in un blog, i commentatori commentano le prove quali quantitative fornite dagli autori a supporto di titoli, articoli e tesi fuorvianti e pro domo sua. Qui non si tratta di psicanalista, avrei detto psichiatra e/o prima elementare…è peraltro comune nei blog che quando qualcuno contesta le tesi degli autori altri si sentano in dovere di difenderla. Finita la prossima seduta e dopo le aste e i tondi mi aspetto altro! Riguardo al fatto che Padoan sia colpevole non solo per se ma anche per Renzi sospenderei l’iscrizione al corso ‘diventa comico in 10 lezioni’. Infine questo è un blog con dichiarate velleità di discorsi economici, ma con l’altrettanto palese volontà sottesa di orientare i pensieri e le opinioni, con tesi confuse ed equivoche, in modo favorevole ai desiderata della propria parrocchietta. Insomma porta acqua al mulino del padrone, una sinistra confusa sciatta e ignorante, non di governo e non di opposizione.
    Ps gradite prove quali quantitative atte a smontare la tesi anzichè offese personali e risposte minimaliste (economia del supermercato a chi chiede di smetterla di deflazionare il lavoro…)

  18. quindi scrivi una cosa priva di alcun senso, che “la Grecia ha già svalutato” e non sei capace di rispondere… ti rendi conto che tutto l’articolo è basato su una premessa ridicola, che il tasso di cambio della moneta greca, che è bloccato dal 2002 verso il resto d’europa con la quale passa la maggioranza del commercio greco, “si sia svalutato”
    La Grecia non ha mai importato ad esempio quasi tutti gli alimenti, li importa dal 2002 perchè ha una valutata sopravvalutata del 50%. Ci ridi sopra. OK, leggi la composizione delle importazioni greche,
    https://atlas.media.mit.edu/en/profile/country/grc/
    importa petrolio, gas e benzina per 20 miliardi ma poi una parte viene riesportata come benzina, per 11,1 miliardi perchè ha molte raffinerie per cui al netto è un 9 miliardi di euro che paga per l’energia, poi ci sono le medicine che importa per 4 mld ma anche qui perchè poi ne riesporta per 1 miliardi. Poi ci sono le navi
    per gli armatori per 3 mld, semiconduttori, computers e auto, altre materie prime e diciamo che arrivi se guardi lo spaccato analitico arrivi a 25 mld che non produrranno mai loro. Ma se analizzi la lista di quello importano per gli altri 35 miliardi (totale 60 mld) trovi tutto, vestiti, scarpe, soya, banane, carne, succhi di frutta, tessuti, olii, pasta, praticamente tutto quello che riempie un supermercato…sì a te fa ridere che la gente spenda al supermercato, ma chissà perchè…..
    importano dalla Cina per 5 miliardi ad es ed è tutta roba che con un cambio svalutato del -50% si possono fare loro perchè le scarpe, le magliette e i giocattoli sono solo una questione di costo

    https://atlas.media.mit.edu/en/profile/country/grc/
    1 2709 Crude Petroleum $14,386,246,815.67 24%
    2 2710 Refined Petroleum $4,183,415,859.04 6.9%
    3 3004 Packaged Medicaments $3,104,861,610.51 5.1%
    4 8901 Passenger and Cargo Ships $2,424,605,881.23 4.0%
    5 2711 Petroleum Gas $1,888,532,287.33 3.1%
    6 8541 Semiconductor Devices $1,171,002,380.40 1.9%
    7 8703 Cars $703,733,857.92 1.2%

    8 0203 Pig Meat $544,250,998.85 0.90%
    9 0201 Bovine Meat $519,597,829.83 0.86%
    10 0406 Cheese $506,186,580.20 0.84%
    11 8525 Broadcasting Equipment $444,153,414.55 0.73%
    12 3901 Ethylene Polymers $441,962,596.37 0.73%
    13 3002 Human or Animal Blood $423,763,630.85 0.70%
    14 7403 Refined Copper $420,680,876.42 0.69%
    15 8471 Computers $412,673,837.43 0.68%
    16 7601 Raw Aluminium $406,938,554.15 0.67%
    17 7208 Hot-Rolled Iron $381,288,231.56 0.63%
    18 8708 Vehicle Parts $333,290,635.82 0.55%
    19 8528 Video Displays $328,052,431.67 0.54%
    20 8517 Telephones $309,824,894.81 0.51%

    il totale però sono 60 mld di importazioni e per arrivarci hai centinaia di prodotti, la maggior parte dei quali non sono materie prime o tecnologici

    Cos’è questo “razzismo” per cui i greci e gli italiani non saranno mai capaci di produrre tutte le merci con cui i coreani, taiwanesi e cinesi riempiono i supermercati ?

  19. Non è la bilancia commerciale che conta ma la bilancia dei pagamenti correnti, e quella e’ in positivo attualmente…per il resto il concetto e’ giusto, fuori dall’euro c’è il vincolo esterno, dentro no (qualcuno lo dica a Bagnai per favore, perché egli sostiene che il vincolo esterno esista per tutti, anche per il Giappone o per gli Usa). Solo che in Europa abbiamo sostituito il vincolo esterno di mercato, col vincolo interno di politiche e regole sballate. E quindi ovviamente c’è da valutare a quale dei due vincoli sia meglio sottostare. In Grecia la situazione è esattamente questa: c’è avanzo primario e il 90% del debito è in mano alle istituzioni, se si fa default su quel debito c’è surplus che si può usare per fare politiche espansive…invece i tagliagole europei pretendono che la Grecia continui a fare politiche depressive per aumentare il suo avanzo primario. La Grecia ha due alternative: dichiarare default e continuare ad usare euro oppure stampare dracme (con default opzionale)…i rischi di entrambe le manovre ormai si riducono al possibile bank run…però a questo punto potrebbe essere un rischio controllato e cmq sempre minore man mano che la bce sostituisce nei bilanci delle banche greche la liquidita’ dei correntisti, con liquidità propria. In realta’ già oggi la Grecia tratta con due pistole cariche sul tavolo: non pago le istituzioni internazionali, ma anche (e questo nessuno lo dice) le mie banche non pagano i debiti contratti con la Bce. A la guerre comme a la guerre o giu’ di lì. Di fronte a questo scenario trovo sempcemente allucinanti le mosse fatte dai vertici europei ed e’ sempre più evidente la loro assoluta impreparazione tecnica!

  20. […] con i suoi creditori. Vale la pena soffermarsi su questo punto. La Grecia è infatti un paese strutturalmente dipendente dai capitali esteri per finanziare i suoi disavanzi delle partite correnti. Mentre nell’euro questo finanziamento è […]

  21. […] con i suoi creditori. Vale la pena soffermarsi su questo punto. La Grecia è infatti un paese strutturalmente dipendente dai capitali esteri per finanziare i suoi disavanzi delle partite correnti. Mentre nell’euro questo finanziamento è […]

  22. […] con i suoi creditori. Vale la pena soffermarsi su questo punto. La Grecia è infatti un paese strutturalmente dipendente dai capitali esteri per finanziare i suoi disavanzi delle partite correnti. Mentre nell’euro questo finanziamento è […]

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