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Il nome della vendetta

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Nel recente “monito degli economisti” pubblicato sul Financial Times, veniva richiamata la profezia che Keynes consegnò nel suo Le conseguenze economiche della pace. Allora – eravamo all’indomani della prima guerra mondiale – le potenze vincitrici imposero alla Germania pesantissimi risarcimenti. Secondo Keynes questa tenacia nel voler umiliare i tedeschi avrebbe prodotto quei risentimenti che poi favoriranno l’ascesa del Nazismo: «Se diamo per scontata la convinzione che la Germania debba esser tenuta in miseria, i suoi figli rimanere nella fame e nell’indigenza […], se miriamo deliberatamente alla umiliazione dell’Europa centrale, oso farmi profeta, la vendetta non tarderà».

Questa volta, forse, la vendetta non attenderà 14 anni. E sembra avere già un nome e un volto, quello di Marine Le Pen, leader del “Front National”. In un sondaggio pubblicato ieri dal settimanale di sinistra Nouvel Observateur il FN è attestato al 24%, due punti più dei gollisti di Sarkozy e ben cinque più dei socialisti del presidente Hollande. Mancano solo sette mesi alle elezioni europee del maggio 2014. La Francia voterà con il proporzionale e quindi l’ascesa del FN non verrà limitata dal sistema a doppio turno.

Le previsioni sono difficili in politica come in economia. Nonostante ciò ci sentiamo di poter azzardare qualche scenario. Se le elezioni confermassero i risultati dei sondaggi, la vittoria di una forza dichiaratamente antieuropea porterebbe i mercati a scommettere nuovamente sull’uscita dei paesi periferici dall’area euro. Stavolta però entrerebbe in scena la BCE con il suo programma OMT di sostegno ai debiti sovrani in cambio di “garanzie”. Se da un lato ciò riporterebbe la calma sullo spread, dall’altro aumenterebbe la pressione, già altissima, sulle popolazioni colpite dall’austerità e i timidissimi passi verso un allentamento del rigore che si erano manifestati nei mesi scorsi sarebbero cancellati di colpo. Non si può escludere che a quel punto la Le Pen, che si dice già pronta a guidare la Francia come presidente, potrebbe diventare un esempio da seguire nelle periferie europee.

Di fronte al 24% pronosticato dal sondaggio, François Hollande non ha avuto meglio da dire che occorre “rialzare la testa di fronte agli estremismi e alla xenofobia”. Ma il prossimo successo della Le Pen è dovuto in buona parte al fatto che la Francia socialista ha abbassato la testa di fronte alla Germania. Hollande aveva promesso in campagna elettorale di ricontrattare il Fiscal Compact e imporre una svolta all’Europa, ma ha infranto questa promessa già pochi giorni dopo la vittoria.

Le classi dirigenti europee sembrano ignorare totalmente questi pericoli e insistono nel percorrere la strada del rigore e dell’abbattimento dei redditi. Sempre ieri, di fronte agli economisti americani riuniti ad Harvard, Mario Draghi ha ribadito l’irreversibilità dell’euro e si è vantato della riduzione dei deficit pubblici in Europa, molto più pronunciata di quella negli Stati Uniti.

Ben più dell’euro si gioca in questa partita e l’ostinazione nel non prendere atto dell’insostenibilità della moneta unica nella sua forma attuale sembra resistere di fronte all’evidenza, sorretta dall’illusione che l’austerità e le “riforme strutturali” stiano producendo un nuovo equilibrio nell’eurozona, mentre vi sono buone ragioni per ritenere la divaricazione di competitività tra “centro” e “periferia” si stia allargando e che le politiche sinora attuate stiano piantando i semi di una nuova crisi.

Nel frattempo l’Italia, guidata da una classe dirigente incapace di autocritica, si illude di ottenere qualcosa dall’UE rispettando i parametri di Maastricht alla lettera e presentandosi in Europa con il cappello in mano. “Le persone timide in posizione di responsabilità – scriveva Keynes – sono un passivo per la nazione”.

7 commenti su “Il nome della vendetta

  1. a parte immagginare mario draghi sadico che frusta popoli e governanti europei mi chiedo come dare torto a keynes se i “timidi “don abbondio (politici) delle periferie europee non riescono ad utilizzare la grande pressione di massa (antieuro) che viene propio da queste aree è metterla sul piatto della bilancia nella contrattazione con la B.C.E la burocrazia ed aurocrazia, magari strappando a piccoli passi quelle concessioni che sono necessari per la stabilizzazione dell,area.purtroppo con questi discorsi si ritorna sempre al punto di partenza e cioe: che ci “siamo” incamminati su una strada pericolosa è non abbiamo dei lader capaci di guidarci ,perche al di la dell,onesta è propio la qualita che manca.

  2. Hollande è stata una delle piu grandi delusioni, poteva essere l’ago della bilancia tra l’europa del sud e quella del Nord per incamminare l’europa verso un percorso diverso, quindi non sorprende che la gente esasperata guardi a Le Pen, da noi adesso abbiamo Letta che non mi pare un grande passo avanti, almeno Monti aveva una certa reputazione internazionale e qualche tentativo ha provato a farlo.Se la classe politica rimane insensibile alla situazione evidente di difficoltà e sofferenza delle persone è naturale che poi questa sfoci in derive populiste e nazionalistiche. Draghi sta cercando di puntellare il fragile edificio ma non so se questo sia poi un bene o un male. Come dismostrato dall’episodio del Trattato di Versailles , quando si fanno dei gravi sbagli economici e quindi anche politici il conto poi si paga.

  3. quanti a sx oggi strabuzzano gli occhi dinanzi alle % del FN….gli stessi che hanno additato le posizioni critiche vs l’euro come populiste, eversive, demagogiche, fuori dal tempo, gli stessi che dinanzi al dibattito sulla importanza del deficit della bilancia dei pagamenti nella formazione dello spread (cfr Gustavo RInaldi) hanno chiuso gli occhi + o – volutamente, gli stessi che non hanno imposto all’opinione pubblica un serio dibattito sulla sostenibilità della moneta unica, gli stessi che hanno punttao l’indice contro il debito pubblico non sapendo che la crisi nasce privata e continua pubblica (cfr Bagnai) gli stessi che in nessun talk show hanno mai parlato di Minsky oppure del ciclo di Frenkel, gli stessi che non entrano nella costruttiva polemica tra Pasquinelli e Bagnai, gli stessi che non leggono i lavori di Brancaccio sulla flessibilità in entrata ed in unscita, gli stessi che ora non sanno cosa fare, se non ancora oggi non volere intavolare un serio dibattito sulla moneta unica

  4. Un altro giusto allarme. Di questo passo i movimenti xenofobi avranno la strada spianata:

    “Liberare” i migranti senza “arrestare” i capitali? Un suicidio politico

  5. Il primo ministro Greco Samaras ha messo sullo stesso piano I neonazisti dell’ Alba Dorata con I partiti anti euro. Essendo in America pocchi giorni fa, egli ha sottolineato che, a parte la Alba Dorata dovrebbe essere affrontata l’altra “estrema opposizione», che parla di uscita dalla NATO, e dall’euro . Moderismo .La versione degli opposti estremismi nell’ nell’ era Euro.

  6. L’ha ribloggato su UN PARERE LEGALE – A LEGAL ADVICEe ha commentato:
    Nel 1921, in una riunione svoltasi a Versailles, Keynes si oppose aspramente alla decisione, voluta principalmente dalla Francia, di sanzionare la perdente Germania già ridotta allo stremo.
    Le onseguenze sono state probabilmente la principale ragione dell’avvio della seonda guerra m8ndiale.

  7. […] da Keynesblog.com, 10 ottobre 2013. Nel recente “monito degli economisti” pubblicato sul Financial Times, veniva richiamata la profezia che Keynes consegnò nel suo Le conseguenze economiche della pace. Allora – eravamo all’indomani della prima guerra mondiale – le potenze vincitrici imposero alla Germania pesantissimi risarcimenti. Secondo Keynes questa tenacia nel voler umiliare i tedeschi avrebbe prodotto quei risentimenti che poi favoriranno l’ascesa del Nazismo: «Se diamo per scontata la convinzione che la Germania debba esser tenuta in miseria, i suoi figli rimanere nella fame e nell’indigenza [.], se miriamo deliberatamente alla umiliazione dell’Europa centrale, oso farmi profeta, la vendetta non tarderà». Questa volta, forse, la vendetta non attenderà 14 anni. E sembra avere già un nome e un volto, quello di Marine Le Pen, leader del “Front National”. In un sondaggio pubblicato ieri dal settimanale di sinistra Nouvel Observateur il FN è attestato al 24%, due punti più dei gollisti di Sarkozy e ben cinque più dei socialisti del presidente Hollande. Mancano solo sette mesi alle elezioni europee del maggio 2014. La Francia voterà con il proporzionale e quindi l’ascesa del FN non verrà limitata dal sistema a doppio turno. Le previsioni sono difficili in politica come in economia. Nonostante ciò ci sentiamo di poter azzardare qualche scenario. Se le elezioni confermassero i risultati dei sondaggi, la vittoria di una forza dichiaratamente antieuropea porterebbe i mercati a scommettere nuovamente sull’uscita dei paesi periferici dall’area euro. Stavolta però entrerebbe in scena la BCE con il suo programma OMT di sostegno ai debiti sovrani in cambio di “garanzie”. Se da un lato ciò riporterebbe la calma sullo spread, dall’altro aumenterebbe la pressione, già altissima, sulle popolazioni colpite dall’austerità e i timidissimi passi verso un allentamento del rigore che si erano manifestati nei mesi scorsi sarebbero cancellati di colpo. Non si può escludere che a quel punto la Le Pen, che si dice già pronta a guidare la Francia come presidente, potrebbe diventare un esempio da seguire nelle periferie europee. Di fronte al 24% pronosticato dal sondaggio, François Hollande non ha avuto meglio da dire che occorre “rialzare la testa di fronte agli estremismi e alla xenofobia”. Ma il prossimo successo della Le Pen è dovuto in buona parte al fatto che la Francia socialista ha abbassato la testa di fronte alla Germania. Hollande aveva promesso in campagna elettorale di ricontrattare il Fiscal Compact e imporre una svolta all’Europa, ma ha infranto questa promessa già pochi giorni dopo la vittoria. Le classi dirigenti europee sembrano ignorare totalmente questi pericoli e insistono nel percorrere la strada del rigore e dell’abbattimento dei redditi. Sempre ieri, di fronte agli economisti americani riuniti ad Harvard, Mario Draghi ha ribadito l’irreversibilità dell’euro e si è vantato della riduzione dei deficit pubblici in Europa, molto più pronunciata di quella negli Stati Uniti. Ben più dell’euro si gioca in questa partita e l’ostinazione nel non prendere atto dell’insostenibilità della moneta unica nella sua forma attuale sembra resistere di fronte all’evidenza, sorretta dall’illusione che l’austerità e le “riforme strutturali” stiano producendo un nuovo equilibrio nell’eurozona, mentre vi sono buone ragioni per ritenere la divaricazione di competitività tra “centro” e “periferia” si stia allargando e che le politiche sinora attuate stiano piantando i semi di una nuova crisi. Nel frattempo l’Italia, guidata da una classe dirigente incapace di autocritica, si illude di ottenere qualcosa dall’UE rispettando i parametri di Maastricht alla lettera e presentandosi in Europa con il cappello in mano. “Le persone timide in posizione di responsabilità – scriveva Keynes – sono un passivo per la nazione”. Fonte: keynesblog.com //Start section to modify var ed_Related_Title_Box = "Ti potrebbero interessare anche"; //Define the title box var ed_Related_Result_Number = 0; //Define the max number of result : 0 = All result var ed_Related_Result_Lenght = 70; //Define the max title lenght var ed_Related_Box_Width = "610px"; //Define the box width var ed_Related_Title_Box_Color = "#CD1713"; //Define the title color var ed_Related_Box_Line_Height = "25px"; //Define the distance between title and links var ed_Related_Padding_Right = "10px"; //Define the distance from box right border var ed_Related_Title_Font_Family = "'palatino linotype',palatino,'times new roman',times,serif"; //Define the title font family var ed_Related_Title_Font_Size = "19px"; //Define the title font size var ed_Related_Title_Font_Weight = "bold"; //Define the title font weight var ed_Related_Link_Font_Family = "'palatino linotype',palatino,'times new roman',times,serif"; //Define the link font family var ed_Related_Link_Font_Size = "13px/19px"; //Define the link font size var ed_Related_Link_Color = "#555555"; //Define the link color var ed_Related_Link_Line_Height = "25px"; //Define the distance between link rows var ed_Related_Link_Decoration = "underline"; //Define the link decoration: none = nothing decoration var ed_Related_Link_Weight = "normal"; //Define the link font weight var ed_Related_Link_Display = "inline-block"; //Define the links display property var ed_Related_Char = " + "; //Define the decoration row char var ed_Related_Char_Color = "#555555"; //Define the color of decoration row char var ed_Related_Char_Font_Weight = "normal"; //Define the font weight of decoration row char //End section to modify function ed_Related_Box() { if ((eDintorniRelated["Link"]["Record"].length > ed_Related_Result_Number) && (ed_Related_Result_Number != 0)) { ed_Related_Counter = ed_Related_Result_Number; } else{ ed_Related_Counter = eDintorniRelated["Link"]["Record"].length; } ed_Related_Div = document.getElementById("ed_Related_Box"); for (ed_Related_I = 0; ed_Related_I < ed_Related_Counter; ed_Related_I++) { if (ed_Related_I == 0) { ed_Related_Box_Div = document.createElement("span"); ed_Related_Box_Div.style.width = ed_Related_Box_Width; ed_Related_Box_Div.style.fontFamily = ed_Related_Title_Font_Family; ed_Related_Box_Div.style.fontSize = ed_Related_Title_Font_Size; ed_Related_Box_Div.style.color = ed_Related_Title_Box_Color; ed_Related_Box_Div.style.fontWeight = ed_Related_Title_Font_Weight; ed_Related_Box_Div.style.lineHeight = ed_Related_Box_Line_Height; ed_Related_Box_Div.style.cssFloat = "left"; ed_Related_TitleBox = document.createTextNode(ed_Related_Title_Box); ed_Related_Box_Div.appendChild(ed_Related_TitleBox); ed_Related_Div.appendChild(ed_Related_Box_Div); } ed_Related_Content = document.createElement("div"); ed_Related_Content.style.width = ed_Related_Box_Width; ed_Related_Record = eDintorniRelated["Link"]["Record"][ed_Related_I]; ed_Related_Link = document.createElement("a"); ed_Related_Link.href = ed_Related_Record["Url"]; ed_Related_Link.style.fontFamily = ed_Related_Link_Font_Family; ed_Related_Link.style.fontSize = ed_Related_Link_Font_Size; ed_Related_Link.style.fontWeight = ed_Related_Link_Weight; ed_Related_Link.style.lineHeight = ed_Related_Link_Line_Height; ed_Related_Link.style.color = ed_Related_Link_Color; ed_Related_Link.style.textDecoration = ed_Related_Link_Decoration; ed_Related_Link.style.display = ed_Related_Link_Display; ed_Related_Link.style.border = "0px"; ed_Related_Link_Char_Decoration = document.createElement("span"); ed_Related_Link_Char_Decoration.innerHTML = ed_Related_Char; ed_Related_Link_Char_Decoration.style.fontWeight = ed_Related_Char_Font_Weight; ed_Related_Link_Char_Decoration.style.fontFamily = ed_Related_Link_Font_Family; ed_Related_Link_Char_Decoration.style.fontSize = ed_Related_Link_Font_Size; ed_Related_Link_Char_Decoration.style.color = ed_Related_Char_Color; ed_Related_Content.appendChild(ed_Related_Link_Char_Decoration); if (ed_Related_Record["Title"].length > ed_Related_Result_Lenght){ ed_Related_Link.setAttribute("title", ed_Related_Record["Title"]); ed_Related_Title = document.createTextNode(ed_Related_Record["Title"].substring(0,ed_Related_Result_Lenght) + "…"); } else{ ed_Related_Title = document.createTextNode(ed_Related_Record["Title"]); } ed_Related_Link.appendChild(ed_Related_Title); ed_Related_Content.appendChild(ed_Related_Link); ed_Related_Div.appendChild(ed_Related_Content); } } ed_Related_Box(); […]

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