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La prossima bolla immobiliare made in UK

Cameron meets Thatcher

David Cameron, l’erede di Margaret Thatcher, ha un piano molto chiaro per far tornare il Regno Unito a crescere: creare una grande bolla immobiliare.

Per qualche strano motivo blog e libri di stampo “austriaco” addebitano la creazione della bolla immobiliare negli USA e in altri paesi a politiche keynesiane. Come è noto, invece, Keynes era estremamente critico su Wall Street e la City di Londra, cui riservava in continuazione pesanti strali, pur non disdegnando di investire in borsa (secondo alcuni fu in precursore del “metodo Buffet”). E tra le politiche keynesiane più importanti portate avanti dall’amministrazione Roosevelt, vi fu il ben noto Glass-Steagal Act, che insieme alle misure di controllo dei capitali, ha costituito il pilastro di quella “repressione dei mercati finanziari” che ha assicurato al mondo alcuni decenni di quasi totale tranquillità al riparo dalle esuberanze della finanza speculativa.

A chiudere la diatriba ci pensa ora David Cameron, il primo ministro inglese. Dopo aver condotto il suo paese in una inutile recessione, il capo del governo di Sua Maestà insieme al ministro delle Finanze George Osborne ha partorito un’idea davvero originale per far tornare il paese a crescere: una bolla immobiliare.

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Ad alimentarla sarà il programma “Help to Buy” che aiuterà i britannici senza grandi redditi ad acquistare una casa, indebitandosi oltre le proprie possibilità, come già accaduto con gli analoghi schemi delle premiate Freddie Mac e Fannie Mae negli USA. Aziende sponsorizzate dallo Stato, nate durante il New Deal e negli anni ’70, hanno aiutato milioni di americani a comprare una casa. Dagli anni ’90 però, dopo la liberalizzazione finanziaria operata da Clinton e l’abbattimento dei redditi da lavoro ottenuto da Reagan, si sono trasformate in pericolose generatrici di debito privato senza copertura. Era l’infatuazione di quegli anni: sostituire il reddito con il credito. Sappiamo come è finita.

“Help to Buy”, appena varato, è finanziato con ben 3,5 miliardi di sterline. I vari “schemi” sembrano molto convenienti. Il primo, chiamato “Equity loan” prevede che il mutuatario anticipi solo il 5% con un deposito in banca. Il 20% lo anticipa lo Stato e il restante 75% viene prestato dalla banca. Con questo schema bastano quindi 10mila sterline per comprare un’abitazione da 200mila. Il secondo schema, chiamato “mutuo garantito” prevede sempre il 5% di anticipo da parte dell’acquirente, ma stavolta lo stato non presta direttamente, limitandosi a garantire il prestito da parte della banca fino a 30mila sterline.  In più può essere utilizzato anche per acquistare abitazioni già costruite, vale a dire quelle che non creano posti di lavoro aggiuntivi.

Con i bassi tassi d’interesse garantiti dalla Banca d’Inghilterra, la speranza è che finalmente l’enorme massa di liquidità creata con i Quantitative Easing possa defluire nell’economia reale. Chi però si frega le mani sono le banche, speranzose di profitti più o meno sicuri.

Ma quello che molti temono è invece il ripetersi della storia già vissuta negli Stati Uniti. I prezzi delle abitazioni continueranno a salire (il limite di 600mila sterline previsto da “Help to buy” lascia un buon margine), finché la gente, indebitata e con lavori sottopagati e precari, non incomincerà a vendere gli immobili, non potendoli ripagare, e qualcuno si renderà conto che le valutazioni non potranno salire ulteriormente. L’offerta aggiuntiva farà cadere i prezzi e le banche si troveranno in mano immobili svalutati.

Nel libero mercato – spiegano gli economisti – per riequilibrare domanda e offerta i prezzi dovrebbero scendere, non salire. Ma la realtà è spesso differente. Ed anche il comportamento dei liberisti come Cameron ed Osborne, di fronte alla dura realtà, può cambiare repentinamente. Coloro che fino al giorno prima aborrivano l’intervento pubblico in economia ora lo usano nel modo più deleterio. Dovrebbero scegliere se continuare ad uccidere l’economia con l’austerità o avviare una reflazione che porti più lavoro e soldi in tasca alla classe media. Invece scelgono la terza via: austerità per contenere i redditi e rendere più “fluido” il mercato del lavoro, garanzie di stato per alimentare il debito privato, perché alla fine la domanda conta.

E’ pur vero che lo scenario nefasto fin qui descritto potrebbe non materializzarsi. Può accadere che gli inglesi continuino a non chiedere prestiti o che le banche, nonostante le garanzie pubbliche, non allentino più di tanto i cordoni. Ma i prezzi delle abitazioni sono già in salita e la tentazione potrebbe essere irresistibile.

In ogni caso, chissà se i liberisti di casa nostra, così ammiratori dei conservatori inglesi, avranno l’onestà intellettuale di dire la verità sui disastri già compiuti e su quelli a venire.

13 commenti su “La prossima bolla immobiliare made in UK

  1. E’ tutto normale.Proprio ieri sera Davide Serra a Ballaro’ ha imputato la crisi dei subprime alle famiglie che, pur non potendoselo permettere, si erano lo stesso indebita. Da parte pero’ del principale finanziatore di Renzi non e’ stata pronunciata nemmeno una parola riguardo ai piani come quello di Cameron, piani che hanno convinto le banche ad abbassare la soglia di affidabilita’ , e che poi hanno spinto le famiglie ad indebitarsi oltre le loro possibilita’.Il “bucherverbrennungen” era ed e’ ancora una barbarie, pur tuttavia certi libri, come quello segnalato, meriterebbero il rogo, ma per fortuna siamo democratici e le idee le combattiamo solo con altre idee.

  2. Serra è davvero emblematico della cattiva finanza.
    Ed in studio nessuno sapeva rispondergli a tono, il rappresentante del PD è assai poco incompetente. se vi fosse stato Baranes di Banca Etica sarebbe stata tutt’altra storia. Meno male che qualcuno pero’ ha contestato il pensiero di Serra, ma non troppo efficacemente.
    Su Serra e Renzi, stendiamo un velo pietoso …..che Serra parli bene di Renzi è un buon motivo per stare lontani da Renzi. Come è il detto .. dai nemici …… e dagli amici …… eheheheh !

    • Condivido pienamente. Inoltre ieri sera Serra confondeva continuamente tra “finanza” e “speculazione”. Ed proprio grazie a questo tipo di reiterate confusioni che oggi si puo’ parlare di “finanza creativa” mentre invece si stanno proponendo strumenti di speculazione pura, quando poi non si tratta di vere e proprie scommesse, alla pari di quelle che si fanno in una sala corse, solo che in sala corse si scommette sui cavalli, mentre nella finanza creativa si scommette sulle performances di specifici indici.

  3. “Help to Buy” è un programma criminale che rovinerà migliaia di famiglie, Margaret Thatcher può essere fiera di Cameron!

  4. Quando si vuole catturare una preda, si mettono: tagliole e trappole. Ebbene ai cittadini basta nasconderle con delle leggi e dentro queste inserire norme:incomprensibili o non intellegibili. E’ il caso dei CAC’s(Clausole di Azione Collettive) clausole di salvaguardia da prestare sui titoli di stato nei confronti dei mercati finanziari e banche internazionali. Queste sono state previste dal MES (fondo-salvastati) alla BCE e FMI o banca Mondiale , indicato nelle premesse al paragrafo 11) del trattato MES e passata con decreto del tesoro n. 96717 del 07/12/2012, ove è definito la modalità del vincolo della garanzia dei titoli di stato nei confronti di altre istituzioni bancarie e/o mercati finanziari. In definitiva, qualora lo stato italiano a fronte di impegni e garanzie prestate ai sistemi finanziari o intermediari bancari può svendere o vedersi sottrarre i propri titoli senza rimborsare o rimborsa in parte i titoli dei possessori. Ecco perchè i mercati finanziari sono tranquilli di incassare “sine die” i propri prestiti. Vi invito, aleggere attentamente l’articolato del MES e TSCG e CAC’s, ed a riflettere aprirendo una serena discussione a questa ulteriore “usurpazione” (fare proprio cose di altri con inganno e malafede).

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  7. […] produrre la ripresa degna di questo nome, ripresa che è arrivata solo quando il governo ha creato artificialmente una bolla immobiliare. Per non parlare dell’eurozona, la cui crescita asfittica permane nonostante tassi bassi e […]

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  9. […] è diventare campioni di liberismo, come i paesi anglosassoni, costruendo un’economia quasi completamente finanziarizzata, diseguale ed estremamente […]

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