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Krugman: “Quali sarebbero i meriti della Thatcher?”

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di Paul Krugman

Ci saranno presumibilmente molti commenti su Margaret Thatcher nel corso dei prossimi giorni, anche se probabilmente non come il “Reagasm” [gioco di parole tra “Reagan” e “orgasm”, ndt] del 2004. E ci saranno, in particolare, molte affermazioni circa il fatto che la Thatcher ha trasformato la moribonda economia britannica. Ma è giusto?

D’accordo, non voglio distruggere tutto – il punto di domanda nel titolo di questo post è serio. Ma penso che sia interessante guardare a ciò che è realmente accaduto a livello macro.

Ora, non c’è dubbio che la Gran Bretagna svoltò. Nel 1970 era un paese con enormi problemi economici, oggi, nonostante il fallimento delle politiche di austerità, si trova in una posizione molto più forte. Ci sono vari modi per mostrarlo, credo sia utile confrontare la Gran Bretagna con il suo amato-odiato vicino, la Francia. Quindi ecco il PIL pro capite in Gran Bretagna rispetto alla Francia:

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Un lungo declino poi terminato e trasformato in una ripresa.

Ed ecco la disoccupazione nei due paesi:

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Gran Bretagna aveva una disoccupazione terribile per un po’, ma ha fatto molto bene da allora (la Francia ha fatto meglio di quanto i numeri suggeriscano, per motivi tecnici [i diversi criteri di calcolo della disoccupazione, ndr]).

Una vera e propria svolta quindi. E’ stata la Lady di ferro a farla?

Beh, qui c’è qualche problema: la Thatcher è salita al potere nel 1979 e ha imposto un cambiamento radicale nella politica quasi immediatamente. Ma il grande miglioramento delle prestazioni britanniche in realtà non si vede nei dati fino alla metà degli anni ’90. E’ lei che merita il riconoscimento di una ricompensa attesa con un così lungo ritardo?

Ciò è, tra l’altro, simile al problema che abbiamo in America: la gente di destra voleva dare a Ronald Reagan il merito del boom della produttività degli anni di Clinton, che pure ha avuto inizio solo intorno al 1995; se Reagan poteva meritare il pauso per eventi avvenuti 14 anni o più dopo la sua riduzione fiscale nel 1981, non dovrebbe essere dato a Richard Nixon il merito per ciò che di buono che è successo negli anni di Reagan?

In ogni caso, immagino che l’argomento sia questo: i cambiamenti della Thatcher nelle imposte, nella regolamentazione del lavoro, ecc. hanno creato un’economia più flessibile, che ha reso possibili gli anni positivi sotto il governo Blair. Ma è un ritardo terribilmente lungo. E c’è un’altra possibilità. Ciò che è accaduto  negli anni ’90 ha probabilmente giocato molto a vantaggio della Gran Bretagna? L’ascesa della “finanza fantasia”, è stato un vantaggio enorme per il paese che contiene la City.

Sono sicuro che gli economisti britannici discuteranno di questo nei giorni a venire. Per ora, considerate questo un avvertimento:  se qualcuno vi dice che la Thatcher ha salvato l’economia britannica, si dovrebbe chiedere perché i risultati di tale salvezza hanno richiesto così tanto tempo per materializzarsi.

Fonte: http://krugman.blogs.nytimes.com/2013/04/08/did-thatcher-turn-britain-around/

19 commenti su “Krugman: “Quali sarebbero i meriti della Thatcher?”

  1. Condivido pienamente l’impostazione di Krugman. Gli economisti liberisti hanno trovato molto comodo assegnare a Reagan e alla Thatcher il merito della ripresa che fu facilitata in realta’ dalla new economy che con il liberismo non ebbe a che fare

  2. la thatcher ha governato fino al 1990, non solo il 1979..non fatemi diventare liberista suvvia

  3. Il benessere dell’era Blair non sarebbe stato possibile senza la Thatcher (lo ammette lo stesso Blair, che non ha toccato nessuna riforma thatcheriana), così come il boom economico dell’era Clinton non sarebbe stato possibile senza Reagan.
    Ma Krugman dove vive. E’ indifendibile.

  4. […] Paul Krugman, da keynesblog il 9 aprile 2013Ci saranno presumibilmente molti commenti su Margaret Thatcher nel corso dei […]

  5. Se non ci fossero stati né la Thacher né Reagan …

    qualcun altro avrebbe fatto le stesse loro cose. Non dimentichiamo ch ei politici sono al servizio sempre ed ovunque dei gruppi economici dominanti. Che insieme ai politici comprano i teorici, nel caso specifico la scuola di Chicago.

    Senza l’annullamento della regolamentazione del sistema di credito e la liberalizzazione selvaggia del mercato del lavoro la crescita economica dei tempi di Clinton non sarebbe stata – forse – possibile.
    Ma – e questo invece è sicuro – non ci sarebbbe stata la bolla immobiliare e la crisi finanziaria estesasi poi all’europa.
    Senza la “deregulation” di Reagan non ci sarebbero oggigiorno tanti disoccupati negli USA, ed il debito sovrano non avrebbe i livelli che sappiamo.
    Per la Thacher il discorso è più complesso: il mercato del lavoro in Inghilterrra era realmente troppo rigido, la politica sindacale del “closed shop” impediva una gestione efficiente delle risorse umane. Se si fosse limitata ad eliminare queste crasse storture poi il mercato del lavoro e la ripresa economica avrebbe fatto il resto. Invece mise in ginocchio i sindacati e diede tutto il potere alle banche. Giustamente Krugman ricorda che la crescita fu soprattutto nel settore bancario (5 milioni di posti di lavoro fra quelli diretti nella city e quelli indirettamente collegati allo sviluppo del settore finanziario. Ma senza la politica della Thacher l’inghilterra non correrebbe il pericolo attuale, cioé ch eil debito sovrano accumulato schiacci l’econoimia. Se l’Inghilterra fosse nella zona euro probabilmente sarebbe già da lungo sotto ” l’ombrello di salvataggio”, forse prima ancora della Grecia.

  6. é inutile dire se i benefici maggiori sono stati post Tatcher o durante i suoi governi. La politica dei New Labour con Tony Blair non sono stati altro che la continuazione del Tatcherismo, con solo modifiche alla scuola pubblica. Quindi si, il tatcherismo ha cambiato la Gran Bretagna, in meglio

  7. Le riforme della Lady avranno anche fatto volare l’economia britannica nel medio periodo, ma ormai sappiamo bene che ciò fu dovuto alle bolle finanziarie (la GB vive di finanza) che poi esplosero nel 2007/2008. Situazione paragonabile a quello che avvene in Spagna con il boom immobiliare, e sappiamo come è andata a finire.
    Definirlo un successo mi sembra azzardato.

  8. la tatcher avrebbe generato negli anni 80 bolle scoppiate poi nel 2007? quali bolle, quelle americane!? ma che dici?
    e poi controllerei la produzione industriale inglese e quella italiana.

  9. la furbata economica della Tatcher che ha salvato veramente la GB è stata quella di star fuori dalla eurozona. Non sono un’esperta, anche se ho studiato economia politica e condivido il pensiero Keynesiano. Il fu primo ministro inglese, odiatissimo, ha fatto quello che in Italia il governo Monti non è riuscito pienamente a fare: annientare le classi operaio e piu deboli,e annientare, soprattutto, le forze sindacali. Ma seocndo me, soprattutto ha resistito alla tentazione della politica di massa – fallimentare – dell’eurozona perchè, per privilegiare la difesa del tanto tasso di inflazione e difendersi monetariamente da YEN e dollaro che all’epoca erano molto piu forti delle singole divise europee, marco a parte (come al solito), si è determinata una politica senza policy e una dissocupazione di massa incontrollabile: come pensano di uscirne?

  10. Non sono un liberista ma bisognerebbe avere l’onestà di essere il più possibile oggettivi , le riforme della Tachter probabilmente hanno eliminato delle rigidità eccessive con un elevato costo sociale iniziale ( vedi curva della disoccupazione) forse un governo laburista meno ingessato avrebbe potuto fare di meglio. Diciamo che ha invertito la direzione del pendolo verso il liberismo e non è detto che sia tutto un male, il problema è che di liberismo e liberalizzazioni poi se si esagera ci si fa male, cosi sull’onda dell’entusiasmo si sono tolte anche le riforme che tenevano a bada gli animal spirits dagli eccessi ( vedi abolizione Glass-Steagal act) e il risultato lo abbiamo visto eccessi di finanziarizzazione, invenzioni di strumenti derivati completamente fuori controllo, sistemi di incentivazione ad uso e consumo dei furbacchioni ecc……l’economia senza mercato è asfittica , ma il mercato senza controllo dello Stato è pericoloso

  11. I “meriti” della Thatcher sono tutti ben illustrati dal cinema inglese degli anni ottanta (Ken Loach e simili)…………

  12. In Inghilterra erano e sono forti i sindacati, ma costoro hanno da sempre abbandonato l’obiettivo comunista della presa del potere, per cui, nelle situazioni nevralgiche e difficili, il potere politico ha schiacciato e vinto la classe operaria nel suo insieme, specie i minatori, il suo nerbo più cosciente. Entrare nelle disquisizioni sulle bontà delle logiche capitaliste è pura follia. All’epoca, si superò solo la crisi dell’oligarchia finanziaria-industriale (più liberalizzazioni, riconversioni, etc.) sulla pelle di molti, oggi è solo quel potere che si autocelebra celebrando la mano autoritaria della sua primo ministro. Oltre al quasi dissolvimento sindacale operaio sono state schiacciate senza alcuna pietà tutte le spinte autonomiste degli iralndesi! Ciò dimostra che anche in Inghilterra non è possibile la convivenza tra il capitale finanziario e la classe operaria, orgoglio e vanto ideologico (le cd. trade union) di questa nazione contro l’ideologia comunista esposta da Marx e da Engels durante la Prima Internazionale, cioè sulla inconciliabilità tra queste due classi e la corsa al potere dell’una sull’altra. I cosiddetti benefici postumi avuti, sono stati poi divulgati dalla stessa borghesia come benefici per tutta la nazione; il metodo di sempre per far intendere alla popolazione la bontà delle proprie scelte anche se a volte dolorose. Noi però ci troviamo dalla parte delle masse proletarie e rifiutiamo questo maldestro e goffo metodo della borghesia. Alla parte più avanzata di quanto ancora è rimasto del movimento opario, eleviamo forte il grido per l’abbandono definitivo della vecchia idea sulla pacificazione tra le classi e adoperarsi ad oltranza per una precisa e decisa presa del potere.

  13. In Inghilterra erano forti i sindacati, con la Thatcher, non più. Abbandonando da sempre l’obiettivo comunista della presa del potere, si è verificato che nelle situazioni nevralgiche e difficili il potere politico ha schiacciato e vinto la classe operaia nel suo insieme, specie i minatori, il suo nerbo più cosciente. Entrare oggi nelle disquisizioni sulle bontà delle logiche capitaliste è pura follia. E’ bene quindi precisare che all’epoca si superò solo la crisi dell’oligarchia finanziaria-industriale (più liberalizzazioni, riconversioni, etc.) sulla pelle di molti, oggi è solo questo potere che si autocelebra celebrando la mano autoritaria della sua primo ministro. Oltre al quasi dissolvimento sindacale operaio sono state schiacciate senza alcuna pietà tutte le spinte autonomiste degli irlandesi! Ciò dimostra che anche in Inghilterra non è possibile la convivenza tra il capitale finanziario e la classe operaia, orgoglio e vanto ideologico (le cd. trade union) di questa nazione contro l’ideologia comunista esposta magistralmente da Marx e da Engels durante la Prima Internazionale, cioè sulla inconciliabilità tra queste due classi e la corsa al potere dell’una sull’altra. I cosiddetti benefici postumi avuti, sono stati poi divulgati dalla stessa borghesia come benefici di tutta la nazione; il solito metodo per far intendere alla popolazione la bontà delle proprie scelte anche se a volte dolorose. Noi però ci troviamo dalla parte delle masse proletarie e rifiutiamo questo maldestro e goffo metodo della borghesia. Alla parte più avanzata di quanto ancora è rimasto del movimento operaio, eleviamo forte il grido per l’abbandono definitivo della vecchia idea sulla pacificazione tra le classi e adoperarsi ad oltranza per una precisa e decisa lotta per il potere.

  14. […] (le cose sono un tantino più complesse di così). Molto più approfondita l’analisi di Paul Krugman sul NYTimes. Degli anni ’80 rimangono alla memoria tre parole d’ordine che hanno […]

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