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L’economia primitiva di Margaret Thatcher

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di Nicholas Kaldor. Discorso pronunciato il 18 marzo 1981 alla Camera dei Lord, tratto da “The Economic Consequences Of Mrs Thatcher”.

La convinzione che la spesa pubblica debba essere tagliata in modo da pareggiare il bilancio pubblico, la quale è chiaramente sostenuta con passione dalla signora Thatcher e dai suoi diretti collaboratori, deriva da una concezione antropomorfica dell’economia.
Le religioni primitive sono antropomorfe. Esse credono in dèi che ricordano gli esseri umani per condizioni fisiche e di carattere. L’economia della signora Thatcher è antropomorfa, in quanto crede di poter applicare all’economia nazionale gli stessi principi e regole di comportamento che sarebbero considerate opportune per un singolo individuo o una famiglia: pagare di tasca propria, tagliando le proprie spese in modo che si adattino ai propri guadagni, evitando di vivere oltre le proprie possibilità e di contrarre debiti. Si tratta di ben misurati principi di prudenza nei comportamenti per una persona, ma se applicati come ricette politiche per un’economia nazionale conducono ad assurdità.

Se un individuo taglia la propria spesa non dovrà ridurre il suo reddito. Tuttavia, se un governo taglia i proprio programma di spesa pubblica in relazione alle aliquote fiscali e alle tasse, ridurrà la spesa totale nell’economia e, quindi, la produzione totale e il reddito. Esso contribuirà a ridurre il gettito prodotto dalle imposte esistenti e causerà l’espansione della spesa pubblica per i sussidi di disoccupazione e per il sostegno delle imprese in difficoltà e per altri cose simili. Si tratta di una politica che è appropriata solo in tempi di eccesso di domanda e occupazione oltre il pieno impiego, come fu il caso dell’austerità del [Ministro delle Finanze] Cripps dopo la guerra. In un momento come quello odierno, con 2 milioni e mezzo di disoccupati, lungi dall’essere una ricetta della massaia prudente per la prosperità futura, è invece una ricetta per la rovina. Tagliare il bilancio pubblico, nella speranza di ‘far quadrare i conti’, ha come risultato quello di continuare a ridurre la produzione e il reddito della nazione e, quindi, non riuscire a far quadrare i conti mentre il gettito fiscale si restringe e crescono le spese per sostenere l’economia in disintegrazione.

51 commenti su “L’economia primitiva di Margaret Thatcher

  1. I keynesiani del partito laburista inglese avevano portato l’Inghilterra ad essere il malato d’europa. L’Inghilterra era immersa nella stagflazione, ondate di scioperi (perfino dei becchini) si susseguivano. I keynesiani difendevano lo sperpero del denaro pubblico attraverso le inefficienti imprese di stato (negli anni 70 l’Inghilterra era il paese più socialista d’Europa) e le industrie decotte (settore minerario).
    A trent’anni da quelle vicende possiamo dire che la Thatcher e le sue riforme liberiste osteggiate anche dalla maggior parte degli economisti inglesi (privatizzazioni, liberalizzazioni specialmente nel mercato del lavoro, riduzione della spesa pubblica e soprattutto riduzione drastica delle aliquote che il partito laburista aveva portato all’80%, ripristinando quindi l’incentivo a investire e produrre) hanno salvato l’Inghilterra da un declino inesorabile e Blair e il new labour ha tratto i maggiori benefici da quelle misure con una prodigiosa crescita economica all’inizio degli anni 2000. L’Inghilterra ha rappresentato uno storico esempio del fallimento dell’economia keynesiana

    • il commento di Kaldor era ovviamente attuale allora, ancora di più oggi

    • Partiamo dal principio: “I keynesiani del partito laburista inglese avevano portato l’Inghilterra ad essere il malato d’europa. L’Inghilterra era immersa nella stagflazione”. Prendiamo una comparazione derivata da studio Giavazzi e Spaventa http://didattica.unibocconi.it/mypage/upload/48751_20120523_100529_ITALYTHEREALEFFECTSOFINFLATIONANDDISINFLATIONPDF.PDF portandolo a supporto di una nostra considerazione: l’ondata di inflazione degli anni ’70, come da molte parti si va ripentendo e con lodevole sforzo anche su questo blog, deriva SOLO ed esclusivamente dagli shock petroliferi del 1973 e 1979. A meno che i keynesiani di tutto il mondo al tempo non controllassero i pozzi di greggio mondiali, l’affermazione risulta alquanto azzardata e fuori dalla realtà. L’unico merito della Thatcher? L’esplosione dei profitti come da grafico pagina 137… come stanno ora oltremanica? http://www.guardian.co.uk/business/2013/apr/02/uk-manufacturing-slowdown … non direi che stiano affatto bene…anzi, è grazie alle politiche di deregulation finanziaria alla Thatcher e Reagan se l’ipertrofia finanziaria mondiale ci ha spinto nel baratro… Merito quindi alle Supply Side economics, le uniche responsabili di questo disastro dalle proporzioni immani…

      • se hai uno shock nei prezzi petroliferi, che passano rapidamente da un valore ad un altro, avrai una FIAMMATA inflazionistica. ma se poi l’inflazione si mantiene alta, il petrolio non c’entra più nulla. è banalissimo.

      • Che ci sia stata una spirale prezzi-salari è un fatto di cui possiamo tranquillamente discutere. Tuttavia va anche tenuto conto che gli shock petroliferi furono ben due nel decennio.

      • @f.spirito: si vede che non hai presente l’andamento dei prezzi petroliferi http://www.bancaditalia.it/eurosistema/comest/pubBCE/mb/2010/agosto/mb201008/articoli_08_10.pdf . Segnalo figura 1 pagina 82, così ti vedi andamento prezzi petrolio e vedi come dallo shock 1973 i corsi petroliferi rimangano ALTI fino al 1986, quando il calo è drastico causa contro-shock petrolifero da mancanza domanda. Inflazione italiana a due cifre? Anni dal 1973 al 1985. Sarà mica un caso?!?!? O merito delle banche centrali indipendenti. No, meglio NFA.

      • flavio, ripeto. non è il livello dei prezzi del petrolio che può causare l’inflazione, è la VARIAZIONE dei prezzi del petrolio che lo fa. se oggi il petrolio costa 10 e domani 100, ho una fiammata inflazionistica, ma se poi il petrolio resta a 100, i prezzi dovrebbero restare fermi = infalzione ZERO. quindi la fiammata è dovuta agli shock, la permanenza dell’alta inflazione è dovuta ad altro.

      • Prezzi petrolio al barile dal 1970 al 1986 in dollari correnti: 1,80; 2,24; 2,48; 3,29; 11,58; 11,53; 12,80; 13,92; 14,02; 31,61; 36,83; 35,93; 32,97; 29,55; 28,78; 27,56; 14,43.

        Inflazione 1970-1986: 4,97%; 4,79%; 5,75%; 10,80%; 19,16%; 16,95%; 16,61%; 17,13%; 12,09%; 14,80%; 21,06%; 17,97%; 16,48%; 14,65%; 10,79%; 9,21%; 5,82%.

        Variazione prezzi petrolio 1971-1986: 24,44%; 10,71%; 32,66%; 251,98%; -0,43%; 11,01%; 8,75%; 0,72%; 125,46%; 16,51%; -2,44%; -8,24%; -10,37%; -2,61%; -4,24%; -47,64%. Non è solo questione di fiammata.

      • Caro Flavio, i liberisti che vengono qui sono fatti casì: solo chiacchere (ma sarebbe meglio dire “balle”) e distintivo.
        Hai voglia a mostrargli i dati. Per loro conta solo ciò che leggono o sentono da quelli che hanno fatto il master alla Boh? University.

    • Dai questa é bella c’é ancora qualcuno che ha distanza di trent’anni pensa che le politiche keynesiane producono stagflazione dato che é stato smentito dalla STORIA ….poi sulla prodigiosa crescita dell’inghilterra nei primi anni 2000 non ho parole cioè come si fa a non vedere il nesso con la crescita e il contestuale aumento (spropositato) dell’indebitamento privato che per sua natura é volatile e predispone l’economia a future recessioni sempre più acute…poi se vogliamo possiamo credere a tutto e mettere in soffitta Minsky e Godely (per non parlare della Mmt) ma il risultato sarà scontato oggi come allora.

    • non ne sono convinto. l Inghilterra ha problemi come tutti, mai risolti.

    • PRIMA DI SCRIVERE BISOGNA INFORMARSI. GUARDARE I FILM E VEDERE LA DIFFERENZA TRA L’ITALIA E L’INGHILTERRA NEI ’70. IO CI ANDAI LA PRIMA VOLTA NEL ’72. LA DIFFERENZA TRA LA FACOLTA’ DI ECONOMIA DI CAMBRIDGE E QUELLA DI BOLOGNA (NON CANICATTI’) ERA ABISSALE A FAVORE DI CAMBRIDGE. DAGLI ANNI 2000 IN POI LA DIFFERENZA SI E’ RIBALTATA.GUARDARE ‘LA RAGAZZA CON LA PISTOLA’ PRIMA DI SPARARE VACCATE.

  2. Eh sì, viene con me a dirlo ai vecchi lavoratori di un qualsiasi porto inglese o ai minatori di una qualsiasi città inglese o agli operai inglesi?
    Viene con me in un qualsiasi pub inglese, in una qualsiasi città portuale o mineraria inglese a dire queste parole tra i vecchi scioperanti e alcuni tra i loro figli? Se la sente? Le pago il biglietto io: lo consideri un risarcimento per lo spettacolo di vederla prendere a pugni da un’ottantina di persone.

  3. Ovviamente un’ottantina alla volta…

  4. Gli operai inglesi se la dovevano prendere con i laburisti e con i sindacati che hanno tenuto in vita imprese inefficienti col denaro dei contribuenti.
    Il socialismo aveva affondato l’Inghilterra e il liberismo della Thatcher l’ha fatta rinascere.
    Ce l’avessimo avuta noi una Thatcher negli anni 80 invece di De Mita e Craxi forse non avremmo mai avuto problemi di eccessivo debito pubblico e di statalismo sprecone e inefficiente.

    • Mi bastano comunque le parole di Krugman.
      Quando i dati – e la logica nell’esporli – son più forti di “un’ottantina di operai”: https://keynesblog.com/2013/04/09/krugman-quali-sarebbero-i-meriti-della-thatcher/.
      Ma se lei vuole può continuare a credere alle favole: gli italiani le adorano anche se per loro si sostanziano in depressione salariale, eliminazione di tutele sul lavoro (sia fisiche che impiegatizie), etc etc.
      Che bella la società della competizione tout court. Che bella la società ansiogena, cheppalle il posto fisso. Chebbrutto il debito pubblico.

      • P.S. Sotto i DeMita e i Craxi l’Italia era tra i maggiori Paesi industrializzati.
        Spreconi? Intrallazzatori? E chi lo nega? Chi glielo ha permesso? I di cui sopra italiani. Quelli che credono alle favole, ma che è troppo brutto, palloso, stancante impegnarsi in politica e abbandonare il fideismo acritico… Sia mai che ti tocca pensare con la tua testa e cambiare la tua idea in base ai dati e non viceversa.

      • magari potessimo tornare agli anni 80!!!

    • Per la verità negli anni 80 l’Italia, non ancora liberalizzata, ha vissuto il periodo di massimo benessere, e ha superato proprio la Gran Bretagna nella classifica dei paesi industrializzati

      • Forse anche perchè dal 1980 al 1992 il debito pubblico è salito dal 60 al 125%. Crescere “a debito” non è difficile ( se non sbaglio in contabilità nazionale nel calcolo del PIL il settore pubblico si conteggia al costo) . La domanda da troppi elusa è : può il debito pubblico crescere all’infinito? Gli anni 80 non erano anni di recessione, lo Stato non doveva intervenire in economia per far uscire, con la spesa pubblica aggiuntiva, il paese dalla crisi economica ma ha ugualmente speso molto più delle sue entrate: siamo certi di rimpiangere quegli anni?

  5. il PETROLIO, questo sconosciuto meccanismo anticiclico. Vedo che i liberisti alle cozze, procedono a santificare i proprio dei terreni, ma ai dati economici proprio non vogliono prestare attenzione.

  6. E’ di una comicità irresistibile lo sforzo demolitorio che i sinistri mettono pavlovianamente in atto contro chi dimostra la stupidità e la dannosità di qualsivoglia teoria compagna. Io mi diverto come un dannato a proclamarmi di destra e a dire che la cacca fa schifo: il compagno che dice che è ottima lo trovi sempre!

    • Forse non sai che keynes era un convinto antimarxista

      • I borghesi ci forniranno persino la corda per impiccarli (Lenin), Non devi dirlo a me (che Keynes ho dovuto studiarlo), ma ai compagnucci nostrani.

  7. in italia il problema non è il livello di spesa ma la scarsa efficienza della spesa, con le tasse che paghiamo meriteremmo un livello di stato sociale e infrastrutture tra lo scandinavo e il francese, invece gli investimenti massicci che facciamo in burocrazia e corruzione producono zero reddito e danneggiano cittadini e imprese, soprattutto in periodi di crisi

  8. Ridurre la spesa pubblica per abbassare il debito non è solo un’assurdità economica, ma anche aritmetica. Visto che la spesa pubblica è uno degli indicatori per calcolare il Pil, e l’entità del debito si stabilisce proprio in rapporto ad esso, risulta evidente che tagliando l’una si ridurrà anche l’altro; con la conseguenza che, il rapporto fra i due valori aumenterà ed avremo più debito.
    Per capirlo non serve essere economisti; è sufficiente sapere come funziona un’equazione di primo grado.

  9. carlo, un genio! allora decuplichiamo, centuplichiamo la spesa pubblica, e tutto sarà risolto :)

    • Negli Stati Uniti hanno avuto un deficit di bilancio negli anni di crisi:
      Nel 2009 del 10,1%
      2010 dell’8,9
      2011 dell’8,6
      2012 del 7%.

      Eppure la loro disoccupazione è scesa dal 10% dell’ottobre 2009 al 7,6% del mese scorso (nella zona Euro è passata nello stesso periodo dal 10 al 12%).

      Mentre nella zona Euro il pil è del 2,3% più basso rispetto all’ultimo trimestre del 2007, negli Usa è del del 2,5% più alto. Vuol dire che il pil americano è quasi del 5% più elevato di quello dell’eurozona con riferimento al 2007.

      Il vantaggio nella produzione industriale da parte degli Usa rispetto all’eurozona è superiore al 10%, rispetto ai livelli del 2007.

      Ebbene sì, la spesa pubblica rilancia l’economia.
      E non occorre essere dei geni.
      Dubito dell’intelligenza invece di chi nega l’evidenza.

    • Ahahah! :-D
      Battute a parte, oltre all’ottimo appunto di Giorgio qui sotto, vorrei aggiungere anche l’esempio del Giappone, che, da anni, sta espandendo la spesa per sostenere l’economia.

      • Il problema dei keynesiani è che vedono solo il breve medio periodo perchè nel lungo periodo “saremo tutti morti”.
        Gli effetti a lungo termini degli stimoli fiscali e monetari (cioè la droga che viene iniettata nel sistema economico) si faranno sentire e purtroppo saranno tremendi.

      • Ora conosciamo la vera natura dei liberisti:prevedere il futuro, come i ciarlatani con i tarocchi.
        Ma loro hanno preso il master alla Boh University.

      • Caro panico ti sfugge pure il senso della frase “nel lungo termine siamo tutti morti”…. Keynes voleva dire che in economia non si possono fare previsioni sul lungo periodo perchè come afferma l’ottimo giorgio (che condivido) si va nel mondo dei maghi!!!

      • e si è visto il giappone che risultati incredibili e meravigliosi ha avuto. pil nel 2007 (pre crisi!) inferiore a quello del 1995. ma come dice giorgio, la spesa pubblica rilancia l’economia. certo, rilancia le bolle e l’inflazione. ah, l’ideologia.

      • Non ci voleva mica un mago per prevedere che l’esplosione della spesa pubblica degli anni ’70 e ’80 ci avrebbe portato ad avere il terzo debito pubblico del mondo.
        Solo buon senso antikeynesiano

      • Spirito, solo tu vedi l’inflazione in Giappone.

        Panico, il nostro debito pubblico è sicuramente cresciuto per le politiche clientelari della DC e del PSI (io non li ho mai votati). Ma non c’entra nulla con le politiche keynesiane: non mi pare che Keynes sostenesse i fenomeni come la corruzione, il clientelismo e tangentopoli.
        Il debito pubblico è cresciuto poi grazie al divorzio tra Banca d’Italia e Tesoro, che ha mantenuto elevati i tassi di interesse. Dal 1990 al 2012, il debito è passato da 668 a 1988 miliardi di euro, con una crescita di 1320 miliardi. Nello stesso periodo gli interessi ci sono costati 1830 miliardi. Vale a dire che, tra il 1990 e l’anno scorso, di spesa pubblica al netto degli interessi e di quanto prelevato sottoforma di imposte e tasse, non si è visto un becco di un euro. Anzi, l’effetto sull’economia è stato depressivo per quasi 650 miliardi. E questo è tutto tranne che una politica keynesiana.
        Se siamo in questa situazione è perchè VOI, con il master alla Boh University, e tutti quelli come VOI che ritengono che il problema sia il debito e la spesa pubblica avete depredato le famiglie e le imprese per le vostre assurde ideologie liberiste (lasciare al mercato determinare i tassi di interesse sui titoli pubblici) e per le vostre folli politiche di austerità e rigore.
        E questo è il risultato: disoccupazione al 12%, pil in caduta libera (-2,4% nel 2012 e quest’anno ci aspetta una’altra caduta vicina al 2%) e reddito reale delle famiglie crollato poco meno del 10% dal 2008.

      • giorgio sei una comica :)
        tralasci tranquillamente i dati che non vuoi vedere per la tua cecità ideologica. si diceva della spesa giapponese per anni, e io ho affermato che il giappone NON E’ CRESCIUTO PER OLTRE UN DECENNIO, ma tu te n’esci con una frasetta casuale relativa a qualcosa che non ho detto. mitico!
        il conto degli interessi poi è una meraviglia. vabbè lasciamo stare, sei patetico :)

      • Spirito, vatti a rivedere ciò che scrivi.
        Quanto ai conti sugli interessi del debito pubblico nostrano, sono pubblici.
        Ha già dimenticavo … per te fare le somme è un compito troppo difficile, vero?

  10. Keynes, è stato “cooptato” come tanti , dopo la sua scomparsa, dalla “sinistra” che tenta tutt’ora di passare per “keynesiane” teorie economiche stataliste che di “keynesiano” non hanno proprio nulla. Lo “statalismo di Keynes ha ragioni profonde e diverse che si rifanno all’utilizzo della “mano pubblica” in determinati periodi di congiuntura economica avversa. Quindi le teoria economica Keynesiana è in qualche modo solo e soltanto “terapeutica”, cioé necessaria a curare stati patologici dell’economia, tipo quello attuale. Per il resto J.M.Keynes fu e resta un liberale, per cultura e per storia personale. Per tornare all’oggi, che politica Keynesiana si potrebbe mai attuare da uno Stato ormai privo di risorse SUE da immettere nel ciclo economico per rifinanziarne la ricrescita? in poche parole: gli “statali” e i “governanti” se sò magnato tutto !!! Con cosa fare provvedimenti keynesiani ? MA che cazzo stamo a dì? Keynesiano fu , a suo modo, Einaudi che raddrizzò, lui sì, le casse dello Stato. Oggi sulla scena abbiamo solo irresponsabili ignoranti, tranne rare eccezioni peraltro derise e snobbate !!!

    • Vivaddio, qualcuno che, oltre ad aver studiato, ha le idee chiare.

    • Non possiamo prendercela con la spesa se abbiamo politici che non sanno spendere. Il problema e’ quello, altro che tagli

    • Einaudi keynesiano fa un bel po’ ridere.

      • Salve, sono Carlo Albano da Napoli e non posso non essere d’accordo con la battuta salace su Luigi Einaudi, valente economista liberale e antagonista di Francesco Saverio Nitti. Se mi permettete, già prima di Keynes (da santificare subito) Nitti aveva parlato di intervento pubblico dello Stato nella costruzione di infrastrutture e nella fornitura di servizi essenziali per lo sviluppo dell’iniziativa privata, quindi nel creare un ambiente adatto affinchè le imprese private potessero esplicitare tutta la loro capacità produttiva nel migliorare da un lato la produzione e assicurare, così, una domanda dei loro prodotti garantita da una politica salariale tale da mantenere costante la distribuzione. Una politica di alti salari avrebbe garantito anche una crescita sociale e culturale della classe lavoratrice, che in base al principio dell’incontentabilità, avrebbe poi posto nuovi bisogni da soddisfare. Il grande Nitti fu il primo a parlare di “democrazia industriale” in Europa. Purtroppo il 4 marzo 2013 il sogno di Nitti di un’Italia industrializzata e “democratica”, fondata sul lavoro è andato definitivamente in fiamme con il rogo dei locali del complesso ex Italsider di Bagnoli che avevano ospitato “Città della Scienza” (1909 – 2013). Mi sembra che qualsiasi discorso sul liberismo economico sembra ormai superato dalla Storia! Stiamo vivendo qualcos’altro che non riusciamo a definire “epistemologicamente”.
        Buone congetture

    • per tornare all’oggi….mi pare che il primo punto da affrontare non sia quanto sia utile immettere risorse per finanziare la crescita..farei un passo indietro, mi pare che prima di tutto bisognerebbe discutere se invece le politiche pro-cicliche, di austerita’, “suggerite” da chi Keynesiano non e’ facciano bene o no a un’economia, quella italiana e quella di buona parte d’europa, depressa. Una volta chiarito che siamo in crisi da 5 anni ormai, e che abbiamo bruciato una generazione di giovani in nome di politiche assurde, passiamo a discutere del primo punto.

  11. Carissimo ing. F. Spirito, conoscendo le sue difficoltà in matematica, le consiglio di utilizzare la funzione “somma” nel foglio excel che trova aprendo il file linkato qui sotto.
    http://www.istat.it/it/archivio/75487
    clicchi su “tavole” e apra il relativo file.
    Troverà nel primo foglio il conto consolidato delle amministrazioni pubbliche dal 1990 al 2011.
    trovi la voce “interessi passivi” (la voglio aiutare: riga 21) e se è capace ad usare la funzione somma scoprirà che per il periodo 1990 – 2011 è uguale a 1819,6 mld. di euro a cui vanno sommati gli 84,8 mld. del 2012. Il totale degli interessi pagati è quindi di 1904,4 mld. (come vede sono stato leggermente basso).

    Poi se per lei non è stato troppo difficile, si vada a cercare il debito pubblico italiano del 1990 e del 2012 nel link AMECO sotto indicato (bisogna smanettare un po, ma confido nei suoi studi di ingegneria).
    http://ec.europa.eu/economy_finance/ameco/user/serie/ResultSerie.cfm
    Troverà che nel 1990 era di 664 mld. di euro e che nel 2012 era di 1988.
    La devo aiutare anche nelle sottrazioni?

  12. […] Tra ieri e oggi si è detto ovviamente tutto il dicibile di Margaret Thatcher, morta a 87 anni dopo aver subìto per lunghi anni  la punizione divina della malattia del dottor Alzheimer, un destino curiosamente condiviso con il suo sodale ultraliberista Ronald Reagan. Si è giustamente ricordato che fu la prima donna premier del Regno Unito. Che per anni si fece un mazzo tanto in politica partendo dalla gavetta per riuscire ad imporsi in un partito, quello conservatore, fatto di uomini disposti ad inginocchiarsi di fronte ad una regina ma restii ad affidarsi alle amorevoli cure di una che assomigliava troppo alla loro madre. Questi anni giovanili di lotta per imporsi e per raggiungere il punto più alto di una carriera indubbiamente straordinaria, sono ben raccontati nel biopic “The Iron Lady” del 2011. Peccato che il film, distratto dalla tesi di fondo che le donne lo fanno meglio e se fanno politica basta che respirino, dimentica di raccontarci tutto il lato oscuro e controverso del personaggio, limitandosi a passare oltre, a cambiare discorso, a ripiegare sul privato, come si sarebbe detto nel ’68. Tanto Meryl Streep è così mostruosamente brava che ci aiuterà sicuramente a far dimenticare di cosa fu veramente capace questa donna una volta giunta al potere. L’epitaffio perfetto per la tomba di Maggie che mi è venuto in mente oggi potrebbe essere: “Mommy was very bad”. Thatcher è stata la madre della Shock Economy, colei che dedicò la sua vita allo smantellamento dello stato sociale, prendendo a calci in culo il povero Keynes e potendolo fare, visto che l’imminente caduta del muro di Berlino avrebbe reso di lì a poco inutile il capitalismo compassionevole di quell’economista piagnone, sostituendolo con la sua forma più spietata che può agire liberamente perché la minaccia comunista non c’è più e le sinistre parlamentari sono entrate tutte in banca. Thatcher fu essenzialmente la fautrice di un’economia primitiva, come la definisce Nicholas Kaldor: […]

  13. […] Thatcher è stata la madre della Shock Economy, colei che dedicò la sua vita allo smantellamento dello stato sociale, prendendo a calci in culo il povero Keynes e potendolo fare, visto che l’imminente caduta del muro di Berlino avrebbe reso di lì a poco inutile il capitalismo compassionevole di quell’economista piagnone, sostituendolo con la sua forma più spietata che può agire liberamente perché la minaccia comunista non c’è più e le sinistre parlamentari sono entrate tutte in banca. Thatcher fu essenzialmente la fautrice di un’economia primitiva, come la definisce Nicholas Kaldor: […]

  14. I modelli economici liberisti o liberalistici, facendo le dovute distinzioni, in Italia non esistono. I dipendenti e FUNZIONARI delle pubbliche amministrazioni, ottengono i posti per cooptazione. In edilizia-urbanistica ad esempio, un comparto edificatorio ha indici volutamente più bassi in metri cubi su metro quadro. Le superfici fondiarie, sono le sole edificatorie, i permessi a costruire, ( le concessioni edilizie) lette attentamente, NON determinano chiaramente i volumi assentiti. Quindi l’operatore immobiliare, non paga il valore di trasformazione del terreno ( Valore di mercato sottatti tutti i costi di edificazione) detto di Serpieri. Ma riesce ad acquistare il suolo, con un volume edilizio molto minore, non paga il vero volume che in realtà verrà realizzato. Ho visto personalmente due permessi a costruire con volumi indeterminati!
    Gli oneri di urbanizzazione, ( le tasse) sono onerose, per l’imprenditore.
    Il funzionario pubblico, non determina interessi pubblici, il permesso a costruire controlla solo le altezze lei locali di sgombero…… Gli edifici realizzati, sono completamente diversi , non ci sono neppure i locali di sgombero…… la pubblica amministrazione è LO SPECCHIO DELLE ALLODOLE dei cosidetti INTERESSI PUBBLICI! Ammesso che esistano ancora!
    Keynes dice, la pubblica amministrazione, e le politiche statali devono cercare con la spesa pubblica, anche finalità occupazionali. Al massimo il funzionario pubblico massimizza il suo interesse burocratico di auto-conservazione del posto! Niente di più.
    Ma non c’è neppure il modello liberista….. la volumetria si compra, VOLETE un volume di un grattacielo………. compratelo! ma in Italia si fingono gli interessi pubblici. Facciamo vedere che……. è solo 1,00 metro cubo du metro quadro.

  15. nessuno parla del debito pubblico mondiale? da sola gli stati uniti d’america hanno creato un debito di 1 miliardo di dollari al giorno da oggi alla nascita di Gesu Cristo.
    La Thatcher ha semplicemente tagliato le ali ai soliti crea ricchezza. quindi nulla di nuovo sotto il sole, i soliti incapaci comandano e ordinano. il popolino basta e avvanza la partita domenicale e le telenovele

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