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Grazie lo stesso Prof. Stiglitz, ma non ha funzionato

I giornali hanno pubblicato poco e nulla del confronto tra Joseph Stiglitz e Mario Monti. E quel poco riguardava solo le parole di Monti, che ha ovviamente difeso la linea di rigore e “riforme strutturali”, pur ammettendo che l’Europa fa poco per la crescita. Per fortuna Gustavo Piga, presente all’incontro, ha riportato il pensiero dell’economista americano.

Nessuna grande economia mondiale, mai, è uscita da una crisi di questo tipo con l’austerità.

L’austerità non funziona, basta guardare ai dati: essa smonta anche i rientri dei bilanci pubblici verso il pareggio.

In Europa c’è questa follia dove le istituzioni si affidano a regole di contabilità assurde. Nessuno valuterebbe un’azienda soltanto guardando solo al suo livello di debito: se quel debito viene usato per fare investimenti che fanno crescere l’azienda, è un debito benvenuto. Purtroppo nel settore pubblico tutti parlano del debito e non di come questo viene usato. Negli Stati Uniti, vi assicuro, tanta spesa in infrastrutture, in istruzione ha avuto un rendimento maggiore del costo del debito utilizzato per finanziarla.

Potranno pontificare quanto vogliono gli esperti che bisogna avere fiducia per rilanciare la crescita, ma con l’austerità crollano sia la fiducia che la crescita.

Le riforme? Le riforme che servono anche nel breve periodo sono quelle che migliorano la situazione dell’accesso al credito per le piccole imprese e quelle che aumentano il sostegno alle università. Le riforme sono utili, ma hanno bisogno di tempo e, nel frattempo a volte riducono la domanda nel sistema, che già manca. Il mercato del lavoro americano è certamente flessibile eppure ciò non ha impedito che si raggiungesse una disoccupazione del 10%.

In questa crisi non si creano posti di lavoro senza maggiore domanda aggregata. Bisogna fare politiche per il breve periodo. E il breve periodo può durare a lungo se si mantiene l’austerità.

I terremoti accadono. Anche gli tsunami. Non è colpa nostra se accadono. Ma perché a queste tragedie dobbiamo aggiungere dei disastri causati da noi stessi? E’ criminale questa ignoranza di quanto è avvenuto nel passato, l’economia deve essere al servizio della gente, e non viceversa.

Stiglitz nel suo intervento ha anche cercato di spiegare che il vero spreco da tagliare è la disoccupazione. Ha ribadito che  si possono alzare le tasse (sui redditi alti e le rendite, altrimenti si ottengono effetti depressivi) per finanziare la spesa pubblica aggiuntiva (senza deficit!) e così ottenere crescita. Basta togliersi dalla testa di usare ogni euro a disposizione per risparmiare come vuole la signora Merkel.

Purtroppo il messaggio non è stato ricevuto.

Grazie lo stesso, Professor Stiglitz, ma non ha funzionato.

14 commenti su “Grazie lo stesso Prof. Stiglitz, ma non ha funzionato

  1. L’uomo che parlava ai cavalli.
    Parafrasando il titolo di un noto film, si potrebbe dire che Monti è l’uomo che parla ai mercati. Ma ignora le persone. Il tecnico dei tecnici –per definizione senz’anima- continua a guardare solo ai mercati e ad ignorare invece, nella più completa indifferenza, gli italiani che soffrono e si suicidano a causa delle sue politiche errate ed ingiuste. E come i cavalli porta i paraocchi, e perciò non vede tale profonda ingiustizia -anche se sono tanti, ora, ad esempio, il premio Nobel Joseph Stiglitz, coloro che lo bacchettano- nè vede se stesso, raccontando tra profonde contraddizioni -persino ai mercati, oltre che alle persone- una realtà che non c’è: il paese rimane grandemente corporativo, dice lui che, con le sue ingiuste scelte che colpiscono le fasce più deboli della popolazione, i pensionati e i lavoratori a reddito fisso, ha dimostrato finora di difendere niente altro che interessi di bassa corporazione; il paese ha bisogno di crescere, dice lui che con draconiane misure restrittive e oppressive lo ha condannato alla recessione; la crescita ha bisogno di misure sulla conoscenza, cultura, istruzione e ricerca, dice lui, che, nella dichiarata continuità col governo Berlusconi, taglia i costi e toglie l’ossigeno a questi settori fondamentali; il paese deve dare lavoro ai giovani, dice lui che sta liberalizzando i licenziamenti e niente fa di concreto per eliminare la piaga del precariato. Insomma, un linguaggio … equino, che certamente a Stglitz -e non solo a lui- non può risultare comprensibile.

  2. Il premio Nobel che porta a scuola il professore bocconiano. Sul sito di Radio Radicale e su quello di ItalianiEuropei (http://www.italianieuropei.it/it/le-iniziative/convegni/item/2662-oltre-l’austerita-politiche-alternative-per-l-occupazione-e-la-crescita.html) c’è il video, Stiglitz ha fatto un intervento davvero stupendo e sarebbe bello se riusciste a trascriverlo (e magari a tradurlo) sul blog. Monti ha risposto con parole quanto mai esplicite, e in un certo senso folli, parole che meriterebbero un’analisi attenta e ragionata… sarebbe bello se poteste trascrivere e commentare anche quello!

  3. Reblogged this on The Omniaficta Theatre On The Net and commented:
    Sappiate che il governo quisisalvalitaliaosimuore non sta facendo la cosa giusta.

  4. […] Gustavo Piga, presente all’incontro, ha riportato il pensiero dell’economista americano. Continua a leggere » Like this:LikeBe the first to like this […]

  5. I media italiani non possono urtare Monti altrimenti non li foraggia più con gli incomprensibili finanziamenti. I giornali sono una merce come tutti gli altri. Se sono comprati contunuano a vivere altrimenti chiudono. Il mio giornale, “il Fatto Quotidiano non riceve finanziamenti pubblici vive con la vendita del proprio prodotto e della pochissima pubblicità se capita. Perchè oltre a quello che leggo. con i miei soldi si devono finanziare anche altri giornali tra i quali qauelli scritti con i piedi come uno diretto da un “pancione”, sosia del Gabibo, che nessuno legge?

  6. […] Grazie lo stesso Prof. Stiglitz, ma non ha funzionato […]

  7. […] Pubblichiamo l’intervento di Joseph Stiglitz, premio Nobel per l’Economia 2001, alla conferenza “Oltre l’austerità” tenutasi il 2 maggio 2012 a Roma, organizzata dalla Fondazione Italianieuropei, di cui avevamo riferito nei giorni scorsi. […]

  8. Bisogna togliersi dalla testa che un aumento, sempre continuo e incondizionato della spesa pubblica, porti a una crescita. E’ chiaro, voi keynesiane guardate alla domanda aggregata, ed è visibile a tutti come la “G”, ovvero la spesa pubblica, se aumenta, aumenta pure la Y, ovvero la domanda aggregata. Benissimo. Ma nella realtà è tutta un’altra cosa. Io penso che gli aumenti di spesa che avete in mente voi siano semplicemente incrementi di spesa improduttivi, destinati solo alla spesa corrente, sempre più grande e incontrollata in Italia.

  9. Reblogged this on Intermediari Finanziari.

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