Questo grafico spiega, più di mille parole, il voto italiano di ieri ma anche tanti altri che lo hanno preceduto, dalla Brexit alla vittoria di Trump, alla crescita di Le Pen e a quella di tante forze anti-establishment (o presunte tali) in Europa.
L’ “elefante”, come è stato soprannominato, è stato proposto dall’economista Branko Milanovic e rappresenta la crescita dei redditi reali nel mondo tra la fine degli anni ’80 e oggi.
I vincitori sono stati molti cittadini dei paesi a più alta crescita dell’Asia (in particolare la Cina), che ne sono diventati la nuova classe media, e i super-ricchi dei paesi sviluppati (ovviamente si parla di crescite percentuali, per cui un super-ricco americano ha guadagnato molto di più dell’appartenente alla classe media cinese).
A guadagnare pochissimo o addirittura perderci, i poverissimi in alcuni paesi, soprattutto africani, e i lavoratori e la classe media del mondo occidentale.
Ed è questa che ora si sta ribellando. La globalizzazione e il neoliberismo hanno creato un ceto medio impoverito, spesso impaurito, che cerca protezione. Protezione che la sinistra e il centrosinistra tradizionali non hanno saputo (e in molti casi neppure voluto) assicurargli.
E’ interessante notare che in diversi casi le classi dominanti (quelli sulla punta della proboscide dell’elefante) hanno saputo offrire un volto nuovo di se stesse, un volto populista (si pensi a Trump) che è riuscito a ottenere consensi sfruttando la paura dell’immigrazione e abbandonando alcuni capisaldi come la libera circolazione delle merci. Ma hanno continuato a sostenere la riduzione delle tasse per i ricchi e la privatizzazione dei servizi sociali. In questo modo le vittime si sono consegnate ai loro stessi carnefici, che hanno solo cambiato vestito.
In Italia la Lega rappresenta per alcuni versi, anche se non completamente, questa tendenza. Al di là della retorica populista, la Lega propone la più neoliberista delle idee economiche, la flat tax, e si oppone alla reintroduzione delle garanzie per i lavoratori, proponendo loro come soluzione la protezione nei confronti dell’immigrazione e delle produzioni estere.
Già fatto! Quando la Lega Nord ha governato, nella coalizione di centrodestra con Berlusconi e Meloni, ha fatto fronte alla terribile recessione ubbidendo ai diktat dell’UE, e massacrando il ceto medio e medio-basso, e perfino i poveri, tagliando di ben il 90% (NOVANTAPERCENTO) la spesa sociale.
Riepilogo delle manovre correttive (importi cumulati da inizio legislatura):
– governo Berlusconi-Tremonti 266,3 mld (80,8%);
– governo Monti 63,2 mld (19,2%);
Totale 329,5 mld (100,0%).
Poi, con i suoi potentissimi megafoni, ha addossato tutta la colpa sul cattivissimo Monti, e quasi 60 milioni di allocchi se la sono bevuta.
E ha sottratto decine di miliardi di fondi FAS al ricco Sud per darli al povero Nord, anche per pagare le multe miliardarie delle quote latte.
Tutti i dati e le prove documentali in questo documento di 18 pagine:
L’assassinio della verità, chi ha davvero messo le mani nelle tasche degli Italiani e causato la grande recessione
PS: Ieri, quasi 3 elettori meridionali su 100 hanno votato Lega Nord.
Il Nord manifesta la sua ira verso il sud considerato improduttivo, non è proprio cosi, e sempre una questione legata alle opportunità che sono maggiori al Nord. Ancora una volta l’Italia e divisa in due, quelli della lega predicano bene, parlano di taglio delle tasse e della questione emigranti. Anche in Sardegna chi ha votato Salvini la fatto per mandare via i migranti economici-politici.
Se governa di nuovo questa gente, pero di taglio degli stipendi di parlamentari non ne parlano, dove trovano i soldi per tagliare le tasse e favorire nuovi investimenti.
Penso che se non governa 5 stelle, siamo sempre a punto di partenza, ma questa volta i problemi sono maggiori rispetto a quelli del 2012