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Vladimiro Giacché: “Siamo ancora nel pieno della crisi”

Secondo i dati eurostat la disoccupazione è in netto aumento in tutta la zona Euro, questo a che prospettive può portare?

L’aumento della disoccupazione a livello europeo significa che la crisi e’ ancora in pieno corso, che essa non e’ dovuta al debito sovrano, e che le terapie di austerity imposte praticamente in tutti i paesi europei non migliorano la situazione, ma la peggiorano. Le prospettive purtroppo non sono buone. Il punto di svolta e’ ben lontano, anche perché ci si ostina ad affrontare questa crisi con le idee vecchie del liberismo trionfante degli anni Ottanta: smantellamento dello stato sociale, privatizzazioni, liberalizzazioni, deflazione salariale. Il problema oggi e’ il governo dell’economia, ma si preferisce che i governi seguano i diktat dei mercati, e i risultati si vedono.

Monti e il governo tecnico hanno parlato a lungo delle misure varate per riattivare l’economia soprattutto facendo leva sui giovani. Per esempio fare aprire una srl ai giovani a un euro secondo lei è una misura che può avere utilità reale o è solo propaganda?

Se si riteneva propaganda l’idea di Berlusconi-Tremonti di facilitare la nascita di nuove imprese abolendo le autorizzazioni necessarie, bisogna considerare allo stesso modo questa idea di Monti. I capitali che servono a un’ impresa per funzionare non si possono abolire per decreto. E il vero problema dell’economia italiana non e’ che nascano troppo poche imprese, ma che ne muoiano troppe. E questo e’ dovuto al fatto che troppe imprese hanno dimensioni inadeguate a reggere la competizione internazionale. E’ su questo che si dovrebbe intervenire.

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2 commenti su “Vladimiro Giacché: “Siamo ancora nel pieno della crisi”

  1. Reblogged this on i cittadini prima di tutto.

  2. questo articolo e ancora troppo buono perche non tiene conto di quello che potrebbe arrivare dalla america al netto di eventuali guerre visto che la russia e la cina si stanno sbarazzando delle obbligazioni americane e che solo la F.D.R rimane a “sostegno”dell,economia americana con soldi facili.non sarebbe ora di uscire dall,euro in modo”dolce”pagandone una parte del dazio

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