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Un po’ di Phastidio per la sovranità monetaria

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Mario Seminerio, autore del blog phastidio.net, è un acuto e intelligente osservatore dei fatti economici. Anche ai migliori può tuttavia capitare di spingere l’acceleratore un po’ troppo per il gusto della polemica e, così, finire fuori strada.

E’ accaduto in uno degli ultimi post, nel quale Seminerio critica quanti insistono sugli effetti taumaturgici della “sovranità monetaria”. Secondo l’economista, i dati sul “credit crunch” in Gran Bretagna, paese che non fa parte dell’euro e gode appieno della sovranità monetaria, dimostrano che le cose sono molto meno semplici di quanto spesso capita leggere sul web:

“Quindi abbiamo un paese monetariamente sovrano, che utilizza una politica monetaria non convenzionale e (in aggiunta) controlla una parte importante del credito nazionale, che si trova alle prese con un problema di credit crunch. Qualcosa non torna, non trovate? Eppure, sarebbe così facile stampare moneta al grido “riprendiamoci la sovranità monetaria!”, e lanciarla al popolo affamato, causando un boom senza precedenti. Il fatto stesso di disporre di banche nazionalizzate dovrebbe facilitare il compito, no? Orsù, si presti al popolo dolente, senza indugio! Eppure non accade. Strano. Davvero strano. Quanto è disfattista, a volte, questa maledetta realtà.”

Ora, Seminerio ha ragione nella misura in cui tenta di smontare l’idea che la sovranità monetaria sia la soluzione per qualsiasi problema economico e che basti avere la capacità di “stampare moneta” per assicurare la crescita economica. Questo leit-motiv è diffuso ampiamente in Rete e si comprende perciò il “phastidio” da parte di chi tenta seriamente di spiegare l’economia. Tuttavia il ragionamento di Seminerio manca il bersaglio, non cogliendo il punto fondamentale per il quale la mancanza di sovranità monetaria è davvero un problema.

Al di là dell’andamento dell’economia, infatti, spicca immediatamente la differenza tra Gran Bretagna (ma anche USA e Giappone) e i paesi dell’Europa periferica: nessuno parla di un possibile imminente fallimento del Tesoro di Sua Maestà. Né qualcuno può davvero credere che gli Stati Uniti stiano per fallire. Riguardo al Giappone, pur tra mille difficoltà e contraddizioni, il Paese del Sol Levante continua e continuerà ad essere solvente.

Eppure le analogie tra Spagna, Portogallo, Italia, Irlanda e Grecia da una parte e questi tre paesi sono numerose. Spagna e Irlanda hanno sofferto per lo scoppio della bolla immobiliare come gli USA; tutti i paesi periferici hanno dovuto, in certi casi in misura davvero enorme, intervenire per salvare le banche, esattamente come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna; a causa di ciò i debiti pubblici tanto dei paesi periferici dell’Eurozona quanto di USA e UK sono cresciuti velocemente, mentre il Giappone già da tempo ha battuto ogni record.

Ma di crisi dei debiti sovrani si parla solo per l’Eurozona. Come mai? La risposta è proprio nella definizione di debito sovrano: quella parte di debito pubblico contratto in una valuta estera. Nel caso dei PIIGS è il 100% del debito pubblico. La BCE, in base ai Trattati, non può monetizzare i debiti dei paesi membri dell’Eurozona, né “garantire” la loro solvibilità, come lo stesso Draghi ha precisato anche recentemente. L’Unione Monetaria soffre quindi di un grave difetto di natura istituzionale che nessuno pare voler risolvere né nel senso del “più Europa” (basti guardare le resistenze tedesche sugli eurobond e su una vera unione bancaria, ma gli esempi occuperebbero un intero altro articolo) né in quello del “meno Euro”. Questo limbo di una moneta senza uno stato e di stati senza una propria moneta tiene l’Eurozona sull’orlo della rottura da 3 anni [1].

Viceversa, mentre Stati Uniti, Regno Unito e Giappone si trovano di fronte a grandi problemi economici, per lo meno non hanno sulla loro testa anche la spada di Damocle del finanziamento del loro debito pubblico e possono, se vogliono, produrre grandi deficit senza problemi seri. Anzi, per molto tempo questi tre Stati si sono trovati nella condizione di potersi finanziare ad interessi bassissimi e in termini reali addirittura nulli o negativi, una situazione esattamente opposta a quella dei paesi deboli europei che ogni giorno devono sottoporsi agli umori dei mercati finanziari, i quali pretendono interessi elevati. Di per sé ciò non basta, è chiaro: se il governo decide di tagliare la spesa e/o aumentare le tasse come hanno fatto la Gran Bretagna e gli USA appena dopo un anno di “stimoli” keynesiani, non ci si può attendere nessun miracolo. Ma qui entriamo nelle scelte politiche e non nei vincoli economici.

E’ bene criticare la tanta faciloneria profusa sulla Rete su questi argomenti. Noi stessi abbiamo mostrato, parlando dell’Islanda, come in determinate condizioni (che difficilmente sembrano soddisfatte se guardiamo ai paesi dell’Eurozona) persino uno stato dotato di sovranità monetaria possa fallire a causa della liberalizzazione finanziaria. Ma una volta sgombrato il campo dalla propaganda, alcune verità rimangono sul tavolo e sono essenziali per capire cosa sta accadendo in Europa.

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[1] Chi volesse approfondire lo stretto legame tra moneta e stato può leggere il nostro recente articolo di critica della Teoria delle Aree Valutarie Ottimali.

15 commenti su “Un po’ di Phastidio per la sovranità monetaria

  1. che una volta usciti dalla gabbia euro l,italia e forse molti paesi devono ristrutturarsi rimodernarsi ma soprattutto studiare profondamente le cause della crisi del 2008 per porgli delle correzioni durature su questo non ci sono dubbi….ma il fatto che l,euro abbia una sua dinamica sbagliata non si puo discutere. si dice che 1)l,inflazione erode il capitale ed in parte e vero,ma se noi vogliamo tenere bassa l,inflazione, su qualche altro fattore dobbiamo intervenire per equilibrare gli squilibri dei deficit commerciale ed è qui il punto focale per cui e necessario la sovranita della moneta è che senza di essa si puo fare poco infatti !? cosa si sta facendo: 1) si stanno svalutando i salari,propio perche non e possibile intervenire sul cambio 2)se non si interviene sul cambio e quasi impossibile correggere i deficit (salvo che non si ammette 30 anni di fallimento E:U ed il mostro da esso partorito euro,e si corregge in altro modo,magari nel modo di cui parla De cecco) inoltre se qualcuno pensa che rimanendo nell,euro non si erodono i risparmi sbaglia perche la svalutazione dei salari di fatto comporta una erosione dei risparmi…inoltre ci sono anche i problemi che il debito tenuto in mani nazionali e con tassi di interessi bassi,non peserebbe molto perche esso comunque sarebbe legato al tasso di inflazione….

  2. A mio parere non è sufficiente la sovranità monetaria, ma occorre inoltre:
    1) Una banca centrale NON indipendente: la politica monetaria fa parte della politica economica di uno Stato, e quindi deve essere controllata democraticamente, dal parlamento e dal governo. La banca centrale, insomma, è necessario che lavori nell’interesse della collettività e non dei poteri finanziari (il che accade, a maggior ragione, quando la Banca centrale è, di fatto, di proprietà di banche private)
    2) Come conseguenza, si potrà “creare” moneta non per fare favori alle banche, tenendo alto il valore delle azioni o rimuovendo titoli tossici dai loro portafogli, ma usarla per creare occupazione secondo le indicazioni di Keynes (lo Stato come occupatore di ultima istanza)

  3. Premesso che il mercato tende, comunque, adam smith tempo fa lo predisse, ad un equilibrio, non significa che “esso sia desiderabile o quantomeno possibile” (A.SEN).

    La carenza di sovranità monetaria produce, in evidenza, degli squilibri che vanno equilibrati sugli altri mercati. Contraggo per non taggare (parafraso Nicola “El comandante” Acocella, noto sovversivo): le politiche possibili sono quattro: politica monetaria (o della bilancia dei pagamenti), politica del lavoro (o industriale), politica fiscale, politica dei prezzi. Chi fa il dj sa, bene, che se hai quattro cursori, con uno bloccato, devi continuare a suonare perchè lo spettacolo deve andare avanti, e devi equilibrare un pezzo, devi muovere gli altri tre. Ora, senza cincischiare, la Gran Bretagna non è un buon esempio perchè la ricca popolazione britannica (sei cingalesi, un australiano e due sudafricani) sono straindebitati. Giocoforza. Se sei carico de buffi e non puoi pagarmi in qualcosa che produci (a essere indebitato è il settore privato, che non è alllowed a stampare moneta) io te chiudo il rubinetto. Non capisco dove si crea il problema, a LEGISLAZIONE VIGENTE.

  4. L’ultimo commento M-llio P-ca è pertinente. Infatti è l’obiezione che abbiamo sollevato anche NOI ribloggando ieri questo post di Seminerio, le cui analisi sono comunque intelligenti e necessarie per il confronto sulla questione.

  5. concordo con gengiss,nessuna sovranità monetaria sarà sufficientemente creatrice di prosperità se non viene nazionalizzata la banca centrale.Non mi risulta che la banca britannica sia dello stato inglese..Quindi lo stato non avendo il monopolio sulla quantità dell’emissione monetaria(sia cartacea che creditizia)per finanziarsi e finanziare l’economia che lavora per il bene comune,deve sottostare allo strozzinaggio bancario..Questo è il problema per tuti i paesi che sono nell’eurozona o meno,ed è un problema che richiede esclusivamente soluzioni di tipo politico..Poi,una volta ricreate le premesse per una reale sovranità monetaria senza creare debiti fittizi , se non sarà sufficiente parleremo di altro,.punto..Altrimenti la prossima volta anzichè commentare certi discorsi superficiali e poco lungimiranti facciamo meglio a chiedere che cosa ne pensa la “massaia di Voghera”..(con tutto il rispetto per le massaie che sono le vere “economiste” di ogni epoca)..

    • “Non mi risulta che la banca britannica sia dello stato inglese.”

      Se intendi la banca centrale, allora ti risulta male. La BoE è di proprietà del Tesoro di Sua Maestà.

  6. Mi sembra che tutti condividiamo il “phastidio” per i miti economici. Come ho avuto occasione di scrivere su wallstreetitalia.com (scusate l’autocitazione) “così come ognuno é terrone per qualcun altro, ogni sovranità é relativa”, ricordando la crisi finanziaria dell’Italia nella seconda metà degli anni ’70 in cui, con tutta la nostra sovranità monetaria intatta, abbiamo dovuto accettare la tutela dei men in black del Fondo Monetario. La sovranità monetaria purtroppo da un lato non é di tutte le monete, dall’altro non cura i mali di un paese, come l’Inghilterra, deindustrializzato e senza stimoli fiscali alla domanda interna. Potrebbe curare i mali dell’Italia? Io non lo so.

  7. […] Riportiamo qui di seguito un articolo per gentile concessione del Keynesblog […]

  8. Quelli di Positive Money sostengono con forza ( e con dati ) che il 97% dell’offerta di moneta circolante è moneta bancaria, evidenziando tutti i suoi effetti nefasti anche in paesi come l’UK. E propongono una serie di riforme del sistema monetario che potrebbero andare alla radice del problema.

    • in realtà è abbastanza normale che la moneta legale sia solo una piccola frazione della moneta totale, il punto fondamentale è che uno stato non può lasciare ai mercati finanziari la determinazione del tasso di interesse sui titoli del debito pubblico.

  9. La sovranità monetaria è il prerequisto della autodeterminazione dei popoli. Se poi questi popoli si autodeterminano male, come carenza di spesa o viceversa come spesa inutile e improduttiva allora vale il vecchio detto che chi ha il pane non ha i denti.

    • L’autodeterminazione dei popoli presume che se un popolo usa male i suoi poteri sovrani può sempre decidere di fare diversamente.
      Ciò non giustifica assolutamente la tesi secondo cui siccome un popolo fa un uso sbagliato del proprio esercizio di sovranità allora questa ultima gli debba essere preclusa.

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