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Rodotà: “Col pareggio di bilancio, Keynes è stato reso incostituzionale”

Stefano_Rodota

Nel silenzio generale abbiamo assistito alla manomissione di alcuni importantissimi articoli della Costituzione, in particolare l’articolo 81 con l’introduzione del pareggio di bilancio. Stefano Rodotà è stato tra i pochi a pronunciarsi in modo nettamente critico . Ci pare utile, in queste ore nelle quali il suo nome è tornato alla ribalta come possibile candidato alla Presidenza della Repubblica, rileggere un suo articolo di qualche mese fa, in cui mette in evidenza i danni prodotti da una “fase costituente” affrettata e imposta dall’Unione europea.

di Stefano Rodotà, da Repubblica, 20 giugno 2012


Stiamo vivendo una fase costituente senza averne adeguata consapevolezza, senza la necessaria discussione pubblica, senza la capacità di guardare oltre l’emergenza. È stato modificato l’articolo 81 della Costituzione, introducendo il pareggio di bilancio. Un decreto legge dell’agosto dell’anno scorso e uno del gennaio di quest’anno hanno messo tra parentesi l’articolo 41. E ora il Senato discute una revisione costituzionale che incide profondamente su Parlamento, governo, ruolo del Presidente della Repubblica. Non siamo di fronte alla buona “manutenzione” della Costituzione, ma a modifiche sostanziali della forma di Stato e di governo. Le poche voci critiche non sono ascoltate, vengono sopraffatte da richiami all’emergenza così perentori che ogni invito alla riflessione configura il delitto di lesa economia.
In tutto questo non è arbitrario cogliere un altro segno della incapacità delle forze politiche di intrattenere un giusto rapporto con i cittadini che, negli ultimi tempi, sono tornati a guardare con fiducia alla Costituzione e non possono essere messi di fronte a fatti compiuti. Proprio perché s’invocano condivisione e coesione, non si può poi procedere come se la revisione costituzionale fosse affare di pochi, da chiudere negli spazi ristretti d’una commissione del Senato, senza che i partiti presenti in Parlamento promuovano essi stessi quella indispensabile discussione pubblica che, finora, è mancata.
Con una battuta tutt’altro che banale si è detto che la riforma dell’articolo 81 ha dichiarato l’incostituzionalità di Keynes.
L’orrore del debito è stato tradotto in una disciplina che irrigidisce la Costituzione, riduce oltre ogni ragionevolezza i margini di manovra dei governi, impone politiche economiche restrittive, i cui rischi sono stati segnalati, tra gli altri da cinque premi Nobel in un documento inviato a Obama. Soprattutto, mette seriamente in dubbio la possibilità di politiche sociali, che pure trovano un riferimento obbligato nei principi costituzionali. La Costituzione contro se stessa? Per mettere qualche riparo ad una situazione tanto pregiudicata, uno studioso attento alle dinamiche costituzionali, Gianni Ferrara, non ha proposto rivolte di piazza, ma l’uso accorto degli strumenti della democrazia. Nel momento in cui votavano definitivamente la legge sul pareggio di bilancio, ai parlamentari era stato chiesto di non farlo con la maggioranza dei due terzi, lasciando così ai cittadini la possibilità di esprimere la loro opinione con un referendum.
Il saggio invito non è stato raccolto, anzi si è fatta una indecente strizzata d’occhio invitando a considerare le molte eccezioni che consentiranno di sfuggire al vincolo del pareggio, così mostrando in quale modo siano considerate oggi le norme costituzionali. Privati della possibilità di usare il referendum, i cittadini — questa è la proposta — dovrebbero raccogliere le firme per una legge d’iniziativa popolare che preveda l’obbligo di introdurre nei bilanci di previsione di Stato, regioni, province e comuni una norma che destini una quota significativa della spesa proprio alla garanzia dei diritti sociali, dal lavoro all’istruzione, alla salute, com’è già previsto da qualche altra costituzione. Non è una via facile ma, percorrendola, le lingue tagliate dei cittadini potrebbero almeno ritrovare la parola.
L’altro fatto compiuto riguarda la riforma costituzionale strisciante dell’articolo 41. Nei due decreti citati, il principio costituzionale diviene solo quello dell’iniziativa economica privata, ricostruito unicamente intorno alla concorrenza, degradando a meri limiti quelli che, invece, sono principi davvero fondativi, che in quell’articolo si chiamano sicurezza, libertà, dignità umana. Un rovesciamento inammissibile, che sovverte la logica costituzionale, incide direttamente su principi e diritti fondamentali, sì che sorprende che in Parlamento nessuno si sia preoccupato di chiedere che dai decreti scomparissero norme così pericolose.
È con questi spiriti che si vuol giungere a un intervento assai drastico, come quello in discussione al Senato. Ne conosciamo i punti essenziali. Riduzione del numero dei modifiche riguardanti l’età per il voto e per l’elezione al Senato, correttivi al bicameralismo per quanto riguarda l’approvazione delle leggi, rafforzamento del Presidente del Consiglio, poteri del governo nel procedimento legislativo, introduzione della sfiducia costruttiva. Un “pacchetto” che desta molte preoccupazioni politiche e tecniche e che, proprio per questa ragione, esigerebbe discussione aperta e tempi adeguati. Su questo punto sono tornati a richiamare l’attenzione studiosi autorevoli come Valerio Onida, presidente dell’Associazione dei costituzionalisti, e Gaetano Azzariti, e un documento di Libertà e Giustizia, che hanno pure sollevato alcune ineludibili questioni generali.
Può un Parlamento non di eletti, ma di “nominati” in base a una legge di cui tutti a parole dicono di volersi liberare per la distorsione introdotta nel nostro sistema istituzionale, mettere le mani in modo così incisivo sulla Costituzione? Può l’obiettivo di arrivare alle elezioni con una prova di efficienza essere affidato a una operazione frettolosa e ambigua? Può essere riproposta la linea seguita per la modifica dell’articolo 81, arrivando a una votazione con la maggioranza dei due terzi che escluderebbe la possibilità di un intervento dei cittadini? Quest’ultima non è una pretesa abusiva o eccessiva. Non dimentichiamo che la Costituzione è stata salvata dal voto di sedici milioni di cittadini che, con il referendum del 2006, dissero “no” alla riforma berlusconiana.
A questi interrogativi non si può sfuggire, anche perché mettono in evidenza il rischio grandissimo di appiattire una modifica costituzionale, che sempre dovrebbe frequentare la dimensione del futuro, su esigenze e convenienze del brevissimo periodo. Le riforme costituzionali devono unire e non dividere, esigono legittimazione forte di chi le fa e consenso diffuso dei cittadini.
Considerando più da vicino il testo in discussione al Senato, si nota subito che esso muove da premesse assai contestabili, come la debolezza del Presidente del Consiglio. Elude la questione vera del bicameralismo, concentrandosi su farraginose procedure di distinzione e condivisione dei poteri delle Camere, invece di differenziare il ruolo del Senato. Propone un intreccio tra sfiducia costruttiva e potere del Presidente del Consiglio di chiedere lo scioglimento delle Camere che, da una parte, attribuisce a quest’ultimo un improprio strumento di pressione e, dall’altra, ridimensiona il ruolo del Presidente della Repubblica. Aumenta oltre il giusto il potere del governo nel procedimento legislativo, ignorando del tutto l’ormai ineludibile rafforzamento delle leggi d’iniziativa popolare. Trascura la questione capitale dell’equilibrio tra i poteri.
Tutte questioni di cui bisogna discutere, e che nei contributi degli studiosi prima ricordati trovano ulteriori approfondimenti. Ricordando, però, anche un altro problema. Si continua a dire che le riforme attuate o in corso non toccano la prima parte della Costituzione, quella dei principi. Non è vero. Con la modifica dell’articolo 81, con la “rilettura” dell’articolo 41, con l’indebolimento della garanzia della legge derivante dal ridimensionamento del ruolo del Parlamento, sono proprio quei principi ad essere abbandonati o messi in discussione.

49 commenti su “Rodotà: “Col pareggio di bilancio, Keynes è stato reso incostituzionale”

  1. Pomicino gli fa causa!

  2. Lo abbiamo votato come presidente della repubblica x questo!

  3. Peccato che gli altri M5S abbiano proposto la Gabanelli e ne sia uscita lei vincitrice.
    Della serie: “noi che sì che siamo informati, mica quelli che leggono Repubblica”… Appunto…

    • Aspetto un altro pensiero illuminato Giordano, alla luce dei fatti. Propendi per Repubblica (ovvero senza neppur voler troppo semplificare il Pd) o il M5S?

      • Per quanto mi riguarda Repubblica ho smesso di leggerla raggiunta la maggiore età.
        Ribadisco: la Gabanelli?! Fortuna che anche tra i grillini c’è ancora chi ha conservato il senso del ridicolo e ha proposto Rodotà.
        Suvvia, impariamo a leggere tra le righe…

  4. Ecco perché Rodotà non va bene ma amato e d’alema sì.

  5. Ma un presidente più giovane?

    • Il miglior presidente della storia repubblicana lo è diventato a 82 anni.

      • ma più giovane de che? Pertini 82 anni…Ciampi 79…..Rodotà 80 ha l’ età giusta…poi è lucido ed equilibrato e grande studioso.

      • Sono d’accordo con te, Sandro Pertini e’ stato il miglior Presidente della Repubblica italiana ad oggi ed era gia’ ottuagenario.

        Il piu’ mediocre (a mio modesto parere) e’ stato infatti il piu’ giovane di tutti, cioe’ Cossiga che divenne Presidente a 57 anni – un presidente altamente incompetente da tutti i punti di vista: era un arrogante e presuntuoso, mancava totalmente di diplomazia e senso del dovere, forzo’ le frontiere del suo mandato in piu’ occasioni e impiego’ anima e corpo a dividere il paese.

        Dopo di lui il paese non e’ piu’ stato lo stesso.

        Questa e’ la riprova che: GIOVENTU’ NON E’ (E NON SARA’ MAI) SINONIMO DI SAGGEZZA.

  6. L’ha ribloggato su Amolanoia.

  7. Comunque: maledetti libbberisti! Siamo arrivati solo al 130% di debito pubblico sul PIL conuna pressione fiscale del 52%…

    • Non mi va giù questa cosa che accomuni i tecnocrati di Bruxelles con il liberismo.
      Dimmi cosa c’è di liberista nell’aumentare la pressione fiscale (siamo quasi al 60% se calcoliamo il sommerso) e aumentare il debito (non solo in termini relativi ma anche assoluti perchè in questi anni non è cresciuta solo la spesa per interessi ma anche quella corrente). Io non lo so.
      Detto questo, anch’io sono contro il fiscal compact perchè so benissimo che ridurre il debito di 1/20 all’anno sarebbe la tomba dell’Italia in quanto ci porterebbe ad avere una pressione fiscale a livelli sovietici perchè per tagliare la spesa pubblica (che significa soprattutto riformare gli entitlements) occorre tempo e neanche una cura thatcheriana basterebbe.
      E poi ti ricordo che i principali avversari del fiscal compact (che ha avuto il voto di tutte le sinistre socialiste europee) sono stati proprio i veri liberisti (non la Merkel o Sarkozy), cioè i Conservatori inglesi e il presidente ceco Klaus.

      • Paradossalmente mi trovo d’accordo…
        Cioè, credo che si sia raggiunto un punto di non-sense economico tale che penso di poter addirittura dire che, anche se non la condivido affatto, perfino una politica liberista “vera” (leggere:appartenente ad un scuola economica con un senso, un valore accademico ed una tradizione) sarebbe preferibile a ciò che abbiamo adesso…

      • te lo dico io in cosa si accomunano: la atavica avversione allo stato. le continue pressioni per lo smantellamento di ogni forma possibile di politica sociale.

      • Mister T, se la metti così allora accomunerei il keynesismo con tutti i tipi di interventismo statale nell’economia, ivi compreso il fascismo, il nazismo, il comunismo.
        In fondo anche Lenin, Mussolini, Hitler e Mao erano accomunati dal fare una politica keynesiana di stimolo dell’economia e utilizzare tutto il potere statale per portare avanti i loro folli programmi.

      • Leggi sotto il mio commento, se non sei soddisfatto semplicemente rifletti. I Cechi e gli inglesi hanno moneta sovrana e (almeno gli inglesi) sanno bene che il pareggio di bilancio vuol dire suicidio economico, per cui avendo il controllo sulla loro moneta ci pensano ben 2 volte prima di cedere a questo suicidio, mentre i tedeschi e i francesi sono nell’eurozona e questo meccanismo di moneta privata (di fatto straniera) gli rende il passo obbligato del pareggio di bilancio altrimenti il sistema collassa. Gli altri paesi fuori dall’euro sono stati ovviamente ben mal consigliati – e’ la solita storia ovunque: chi ci governa non ci capisce niente di macroeconomia. Dobbiamo capire che i liberisti alla Merkel non fanno piu’ gli interessi dell’economia reale, non sono piu’ gli eredi di Adam Smith (lui scriveva agli albori della rivoluzione industriale = economia basata sulla produzione di beni reali), ma sono andati ben oltre, i neo-liberisti fanno oggi gli interessi dell’economia virtuale (cioe’ di semplice traffico di numeri elettronici) e non di quella reale in cui viviamo tu ed io. Costoro difendono gli interessi degli uomini d’azzardo (e come tali propensi al baro) della finanza internazionale. Questi neo-liberisti seguono le orme di Hayeks, Friedman, Perous, Attali, …. annientano gli stati e i cittadini (incluso le loro aziende) perche’ li disprezzano. Leggiti “Il piu’ grande crimine di Paolo Barnard” lo puoi scaricare gratis dal suo sito paolobarnard.info, vedrai in 80 pagine aprirai gli occhi su chi ci sta veramente affamando invano.

      • Solo un imbecille potrebbe prendere per vere le scemenze deliranti di Barnard e della MMT, veri e propri teorizzatori della creazione di denaro falso dal nulla.

        Quelli che tu chiami liberisti ( Merkel, Monti…) e che io chiamo tecnocrati vogliono solamente salvare l’euro, progetto sul quale la maggior parte dei partiti europei ha speso un capitale politico. E’ per questo che sono disposti a depredare gli stipendi e i risparmi delle famiglie pur di salvarlo.
        Il punto e’ che se torniamo alla lira non dobbiamo assolutamente compiere l’errore di svalutare in continuazione come abbiamo fatto negli anni della prima repubblica.
        La nostra sfida e’ quella di essere virtuosi anche con la lira come abbiamo fatto negli anni della ricostruzione, dove con grande sacrificio abbiamo posto le basi per il boom degli anni 60

        PS: se bastasse svalutare la moneta allora perche’ l’africa non ha debellato la poverta’?

      • Con tutto rispetto,
        1) forse non sai che (non intendo difenderla) nell’Unione Sovietica le tasse erano molto basse credo non andassero oltre il 12% nel 1985.
        2) Cosa centra un’ideologia politica con il suo sistema economico? Hitler e Mussolini utilizzavano soldi dello stato per incrementare la loro macchina da guerra, quella era una scelta politica, tra l’altro non specificatamente Keynesiana visto che implementavano proprio politiche di austerita’ (i salari dei tedeschi scesero di 4 volte) e l’eliminazione della concorrenza straniera.
        3) Ti ho poi gia’ spiegato sotto che il fiscal compact e’ un aberrazione nata dal sistema euro che costringe gli stati al pareggio di bilancio altrimenti il sistema stesso collassa e ho spiegato perche’ nonostante questo esso sia comunque un sistema liberista.
        4) iniettare moneta NON significa svalutare. Gli USA e GB hanno iniettato miliardi (nel caso degli USA trilioni) di dollari/sterline per salvare le banche, ti sei accorto che non e’ successo nulla di spaventoso alle loro valute?
        5) credo tu stia stralunando quando dici che siamo arrivati al boom degli anni ’60 col sacrificio e il risparmio: a) il piano Marshall inietto’ milioni di dollari nella nostra economia, b) lo stato finanzio’ grandi opere di ricostruzione con deficit positivi e lo stato divenne imprenditore – ricordi l’IRI e la sua forza occupazionale?
        6) lo stato italiano rese possibile il boom economico proprio perche’ utilizzava delle politiche economiche di stampo Keynesiano, cioe’ investiva prima e poi coglieva i frutti dell’investimento.

        In conclusione, fare come proponi tu e’ condannarci ad un paese del terzo mondo per davvero, e se provi a riflettere ci arriverai da solo, questi tecnocrati della grande finanza stanno, tramite la BCE, imponendo agli stati quelle politiche scellerate (ti do’ questi soldi, ma fai quello che dico io, cioe’ affami la tua gente, non offri nessun servizio e ci dai tutte le tue risorse) che il FMI da decenni impone agli stati africani e che non gli permette di uscire dalla spirale del debito. Va bene siamo stati fregati, ma addirittura lodare i nostri aguzzini dicendo che le loro torture sono un toccasana, questo mi sembra veramente troppo!

  8. […] Rodotà: “Col pareggio di bilancio, Keynes è stato reso incostituzionale”. […]

    • Dire che le politiche fiscali di questi portaborse delle elites finanziarie ed industriali d’Europa non siano ULTRALIBERISTE vuol dire non aver capito niente di chi questi signori veramente siano. Loro (gli inetti e corrotti politicanti di turno che non capiscono nulla in materia economica, proprio nulla) hanno incastrato gli stati cedendo al progetto scellerato degli euro-tecnocrati ULTRALIBERISTI (ultraliberisti che mentre noi dormivamo colonizzavano la commissione europea) con l’invenzione di una moneta privata (L’EURO), e adesso sono gli stati i loro clienti preferiti perche’ gli stati sono stati abbassati a livello di privati debitori. Gli stati (anche quelli con debito pubblico virtuoso paragonato al nostro, come la Spagna e l’Irlanda) sono alla merce’ di questi aguzzini (ULTRALIBERISTI SPECULATORI) perche’ essi non hanno piu’ il controllo (cioe’ la capacita’ di emettere) sulla loro moneta e devono battere cassa da questi privati strozzini che prestano soldi a interessi da loro stabiliti (spread ). Gli stati non hanno altra scelta che spremere i loro cittadini (e senza vergogna fanno finta che sia una necessita’ transitoria, quando invece non c’e’ via d’uscita nel sistema euro) e agli aguzzini ULTRALIBERISTI non gliene frega niente che il piccolo imprenditore si suicidi o mandi a casa i suoi operai – loro non si ingrassano piu’ nell’economia reale, ma in quella virtuale delle scommesse finanziarie e i nostri politicanti (che hanno veramente venduto l’anima al diavolo) continuano a farci credere che la colpa e’ nostra che non siamo bei buoni liberisti e che ci vuole piu’ privato, piu’ speculazione, piu’ deflazione dei salari, piu’ flessibilita’, piu’ precarieta’, piu’ miseria, piu’ perdita dei diritti. Lo stato ha ceduto la sua ragion d’essere (cioe’ di istituzione protettrice e promotrice del progresso e benessere di tutti i cittadini) ed e’ RITORNATO AD ESSERE IL PORTABORSE DELLE ELITES e lo sta facendo in modo perverso – come dimostra il fatto che i cittadini come voi credano ancora che il problema sia lo stato, invece che l’assenza dello stato in materia monetaria e finanziaria – facendoci credere che sia tutta colpa nostra. VERGOGNA!

  9. Un’affermazione come quella di Rodotá merita una precisazione. Solo chi ricorda il Keynes studiato all’università e nel contesto degli anni in cui l’ha fatto può fare una simile affermazione! Le teorie keynesiane funzionavano quando i Paesi non avevano debiti o avevano una situazione debitoria sotto controllo. Oggi che non é più così quelle politiche non possono funzionare!

    • Questo e’ un falso, se l’Italia tornasse ad avere moneta sovrana (se cioe’ uscisse dall’euro) le politiche Keynesiane sarebbero piu’ che fattibili e riporterebbero prosperita’ non solo all’Italia, ma a tutta l’Europa. Leggi il mio commento sopra e se ancora non riesci a capire che cos’e’ veramente l’euro cerca di informarti perche’ non ci possiamo piu’ permettere l’ignoranza, e mi raccomando non andare sul sito della BCE, perche’ e’ come andare da Cosa Nostra a chiedere informazioni sulla mafia.
      Molto istruttivi in materia euro i video della MMT di febbraio e ottobre 2012, in particolare gli interventi di Stephanie Kelton, Warren Mosler e Marshall Auerback – cercali su youtube e ascoltali attentamente.

    • Grazie per averci ripetuto il solito inesatto luogo comune. Quando Keynes proponeva le sue ricette, il suo paese, l’Inghilterra, aveva un debito che sfiorava il 180% del PIL.

      https://keynesblog.com/2013/01/21/smontiamo-i-luoghi-comuni-3-il-keynesismo-e-inattuale-a-causa-degli-elevati-debiti-pubblici/

    • Io non ho una laurea ma so bene che l’economia assomiglia di più alla filosofia che alla matematica. Dire che le teorie keynesiane “non funzionano” è come dire che l'”homo homini lupus” di Hobbes non funziona o che il “cogito ergo sum” di Cartesio è solo un’illazione. L’orango di Samuelson ci dice parecchio di più di malti Professori! A mio modesto parere.

  10. dice: IGNAZIO MARINO su Twitte e FaceBook
    “Tra Marini e Rodotà non ho dubbi, scelgo Rodotà. È una figura che unisce e rappresenta il paese.”
    (°J°)
    Vinca la ragione e poi fare scuola di governabilità ambientale e sociale anche per il M5S

    http://giuseppe-verri-56124-pisa.ilcannocchiale.it

  11. Interessante questo passaggio, 4° par.: “Soprattutto, mette seriamente in dubbio la possibilità di politiche sociali, che pure trovano un riferimento obbligato nei principi costituzionali. La Costituzione contro se stessa?”. Una sorta di contraddizione intrinseca…

  12. Non sono keynesiano, ma sento di dirvi grazie e di cuore per la diffusione di quest’articolo che presenta un tema che conoscevo e naturalmente ho simpatia anche per i commenti e colgo anche l’occasione per ringraziare >Stefano Rodotà per essersi reso disponibile alla candidatura di Presidente della Repubblica.

  13. Nirvana, la ricchezza si crea lavorando e risparmiando. Tutto il resto inclusi Keynes e Barnard sono balle. Nessuno é mai riuscito e riuscirà mai a sostituire il lavoro e il risparmio per creare benessere e progresso. Potete stampare tutte le figurine che volete e fare debiti a miliardi di miliardi creerete solo sfruttamento del lavoro e risparmio di altri. La rcchezza non aumenterà di un centesimo.

    • Yury e dai che puoi farcela a capire Nirvana è stato paziente e gentile. Senza offese iniziamo ad aprire gli occhi studiando e se possibile aiutare anche gli altri.

  14. Carissimo Yuri, ogni tanto credo di incontrarti qua e la’ e vediamo un po’ che cosa hai capito di moneta e di macroeconomia. Secondo te che cos’e’ il risparmio? E che centra col lavoro? In un mondo senza moneta, secondo te non c’e’ il lavoro? Tutti dobbiamo lavorare per mettere sul piatto qualcosa da mangiare, se poi tu non mi dai piu’ la possibilita’ di portare qualcosa sul piatto col mio sudore (perche’ ti sei appropriato o hai dato ad altri i monti, i mari e le praterie!) o col baratto e mi servono dei bigliettini per comprarmelo, io come faccio ad avere quei bigliettini?.. li stampo? Lo sai che non posso. Lo stato a moneta sovrana emette moneta dal nulla (non c’e’ nessuno che glieli possa dare piu’ in alto di se stesso – ci siamo?), lo stato ha il monopolio della moneta – se io provo a stampare moneta mi mettono in galera (ci siamo?), le banche lo possono fare, ma creano un debito – NON creano denaro dal nulla (ci siamo?). Soltanto lo stato crea (in Italia creava) la moneta dal nulla. Quindi credo sia abbastanza intuitivo capire che ne’ TU, ne’ IO possiamo risparmiare alcunche’ se questi bigliettini non vengono prima emessi dall’esterno (cioe’ dallo stato) e immessi all’interno del circuito (cioe’ nel privato). Se non credi a questo vedi di argomentare da dove prenderesti i soldi tu da risparmiare se nessuno li emette prima nel circuito? Da chi vai, dal Giappone, dalla Cina? ..ma allora impoverisci qualcuno la’ perche’ gli porti via dei soldi per trasferirli a te. Se nessuno immette niente di nuovo nel circuito, nel racimolare la tua ricchezza creerai sempre dei poveri altrove (questo e’ inaccettabile e non e’ necessario)Tu parli proprio come quei truffatori del Fondo monetario e della BCE vogliono che tu parli, cioe’ credendo alle loro barzellette che gli stati debbano andare da chi sa’ chi per avere la propria moneta. Si sono inventati BOT, CCT, bonds, .. di tutto per farti credere a questa barzelletta. In realta’ lo stato (a moneta sovrana) non ha bisogno di questi titoli per finanziarsi, infatti deve gia’ aver emesso moneta in quella quantita’ prima di venderli, ed e’ ora che la smettiamo di credere ai nostri aguzzini. L’emissione di questi bonds in realta’ accresce il comportamento parassitario da parte di speculatori/risparmiatori che continuano a drenare moneta dall’economia reale. ORA, … vediamo se hai capito il sistema EURO dove la maggior parte dei poteri dello stato appena esposti sono stati venduti (cioe’ lo stato si e’ suicidato come emettitore di ultima istanza) ad un sistema di banche centrali che nulla hanno in comune con gli stati. QUESTE BANCHE NON SONO BANCHE DELLO STATO, ma sono composte di fondi privati di ogni tipo, (incluso fondi pensioni, hedge funds, ecc) e come tali trattano i nostri stati come dei normali cittadini: cioe’ caro stato, hai tanto, sei ricco sfondato (cioe’ sei la Germania)? .. ti do’ 1 milione e a tasso minimo, hai niente, sei povero (cioe’ sei la Grecia)? .. ti do quasi niente, voglio mille garanzie, e il tasso alle stelle. HAI CAPITO che cos’e’ l’euro? Hai capito la vera frode? Hai capito che per poter risparmiare dobbiamo essere messi nelle condizioni di risparmiare? Senza nuova moneta (deficit positivo) immessa nel circuito non puoi creare incremento delle entrate per nessuno – forse tu riesci a salvarti con l’export, ma altri perderanno con l’import (bilancia dei pagamenti in rosso al momento, e gia’ da un po’) e se in piu’ lo stato continua a drenare il tuo surplus con le tasse, come fai a risparmiare? … ti metti a fare il falsario?

  15. Mi correggo, dovuto al crollo dei consumi, le importazioni hanno di recente cominciato a diminuire e le esportazione anche se fossero invariate risultano adesso in leggero surplus in proporzione. Cosa comunque disprezzabile perche’ ci hanno condannato ad una costante lotta contro gli altri stati per sopravvivere e siamo condannati a impoverirci in eternita’ perche’: 1) export significa deflazione salariale per competere con gli altri, 2) i nostri prodotti vengono goduti altrove (quindi in termini reali ci impoveriamo perche’ trasferiamo beni fuori dal territorio), mentre poi noi spesso importiamo quelli meno costosi e di qualita’ inferiore. Una vergogna che io non accettero’ e mai sottoscrivero’, MAI E POI MAI!

  16. Concordo in pieno quanto scritto da “nirvana”e credo che questa situazione sia stata consapevolmente pilotata dai nostri ultimi governanti. (non sono affatto stupidi ,condurre il “gregge Italia” alla rovina fa parte di un progetto ) creano le condizioni per indurre la gente . Preferisco le azioni dirette di un dittatore ,almeno so contro chi combattere.

    • Mi fa molto piacere vedere che c’e’ chi condivide cio’ che espongo. Ha ragione Maurizio bisogna che cominciamo ad informarci seriamente e tra di noi aiutandoci l’un l’altro perche’ dai media mainstream e dai siti di regime non si impara quasi nulla.

      Voglio dire ad Elmo che per quanto sia un nome non molto comune, il mio nome e’ veramente Nirvana. Lo dico perche’ ho notato che lo ha messo qui sopra tra virgolette, probabilmente perche’ credeva fosse un soprannome.

  17. […] vi si legge (nell’articolo, riportato su Keynes Blog), relativamente all’introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione attraverso la […]

  18. […] all’introduzione del pareggio di bilancio, che “ha reso Keynes incostituzionale”, come scrisse in una lettera a Repubblica il 20 giugno 2013, in cui si esprimeva a favore di una maggiore democratizzazione dei […]

  19. […] critiche all’introduzione del pareggio di bilancio, che “ha reso Keynes incostituzionale”, come scrisse in una lettera a Repubblica il 20 giugno 2013, in cui si esprimeva a favore di una maggiore democratizzazione dei […]

  20. L’ha ribloggato su flaneurkh.

  21. […] Ciò potrebbe avvenire, come propone Franco Russo, mediante una legge costituzionale che preveda un referendum di indirizzo sul Fiscal Compact, ovvero come propone Gianni Ferrara, ripreso da Stefano …, mediante “una legge d’iniziativa popolare che preveda l’obbligo di introdurre nei […]

  22. […] potrebbe avvenire, come propone Franco Russo, mediante una legge costituzionale che preveda un referendum di indirizzo sul Fiscal Compact, ovvero come propone Gianni Ferrara, ripreso da Stef…, mediante “una legge d’iniziativa popolare che preveda l’obbligo di introdurre […]

  23. […] conoscitore della rete e delle nuove tecnologie, un uomo di sinistra, vicino al movimento operaio, svincolato dai dogmi liberisti e monetaristi. In un paese normale, una sinistra normale lo eleggerebbe ad occhi chiusi. In Italia viene […]

  24. […] spiegazione per propagandare il Si si dimentica che una riforma costituzionale è già stata fatta nel 2012 per inserire il pareggio di bilancio per colpa della crisi e dell’attacco degli speculatori della Goldman Sachs, elevando poi […]

  25. […] vi si legge (nell’articolo, riportato su Keynes Blog), relativamente all’introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione attraverso la […]

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