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Lo spread, il sogno di Monti e l’incubo degli italiani

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di Riccardo Realfonzo

L’instabilità politica italiana aumenta e subito i mercati reagiscono. E dire che il presidente Monti aveva appena ammesso che l’obiettivo reale di questo suo anno di governo, la ragione di tutti i sacrifici imposti agli italiani, era dimezzare lo spread. Il fatto è che quando Monti prese le redini del governo lo spread di cui parliamo – cioè la differenza tra il rendimento dei titoli del debito pubblico italiani e quelli tedeschi (che poi è il diverso costo che i due Stati sopportano per finanziarsi sul mercato) – era pari addirittura al 5,74%; e Monti si è era proposto di dimezzarlo (portandolo al 2,87%). Nei giorni scorsi il risultato era stato sostanzialmente raggiunto, dal momento che lo spread si era affacciato sotto il 3%. Colpito dalla cosa, Mario Monti aveva anche fatto un sogno: quella riduzione dello spread era merito del suo governo e delle sue politiche di austerità. Insomma, per dirla col ministro Grilli, lo spread si è ridotto “perché rispettiamo gli impegni”.

Di tutto ciò Monti si era mostrato visibilmente felice. Gli altri italiani meno, perché avrebbero preferito che ben altri risultati, più rilevanti per il loro benessere, fossero stati colti. E invece – diversamente dalle previsioni elaborate un anno fa dallo stesso governo – il Pil si è vistosamente ridotto nel 2012: di circa il 2,5%. Il che significa che abbiamo lasciato per strada poco meno di 40 miliardi di beni e servizi. E ciò ha comportato – sempre in capriccioso contrasto con le previsioni del governo – un drammatico incremento della disoccupazione che, da quando c’è Monti al comando, cresce al ritmo di oltre 40mila unità al mese. Per tutte queste ragioni crollano i redditi reali delle famiglie italiane e con loro i consumi. E il prossimo anno le cose non andranno molto meglio.

Ma torniamo allo spread. Effettivamente, nei giorni scorsi la differenza tra il costo del debito italiano e quello tedesco era giunta a dimezzarsi, e questo significa che gli investitori hanno chiesto un “premio” considerevolmente più basso per rinunciare ai sicuri bund tedeschi e prendere i nostri btp. Ma il merito è davvero di Monti? Analizzando dati e grafici si arriva senza possibilità di dubbio a concludere di no.

Infatti, ancora il 24 luglio scorso, lo spread toccava valori intorno al 5,4%. Ma subito dopo il governatore della BCE, Mario Draghi, faceva capire a tutti che avrebbe finalmente assunto una linea interventista, in funzione anti-spread. Nel giro di tre giorni lo spread si riduceva di un punto percentuale. Successivamente, ai primissimi di settembre, i nuovi annunci sulla disponibilità della BCE ad effettuare acquisti illimitati dei titoli dei Paesi in difficoltà procurò, nel giro di un paio si settimane, un nuovo crollo dello spread che andava ad attestarsi su valori di poco superiori al 3%. Gli accordi sul fondo salva-stati e, nei giorni scorsi, a sostegno delle finanze greche hanno fatto il resto.

Chi avesse dubbi su quanto appena affermato potrebbe estendere il confronto ad altri titoli del debito sovrano, ad esempio a quelli spagnoli o a quelli portoghesi. E avrebbe conferma che si tratta di una dinamica europea, in tutto simile a quella appena descritta.

In sostanza, l’austerità di Monti e i “compiti a casa” non c’entrano molto con le “virtuose” dinamiche dello spread cui abbiamo assistito in questi mesi. La ragione del calo degli spread è nella disponibilità a intervenire in chiave antispeculativa della Bce e, in secondo luogo, del fondo salva-stati. Più in generale, e indipendentemente dalla (pessima) qualità degli accordi europei, i mercati hanno percepito una certa consapevolezza europea sui rischi di deflagrazione dell’area euro e una qualche determinazione a evitare questo esito.

Insomma, l’unico magro risultato raggiunto nel periodo di Monti non è attribuibile al suo governo che al contrario, a dispetto dell’enfasi che pone sulle politiche di risanamento, non riesce a tenere sotto controllo i conti. Purtroppo, infatti, continua l’inesorabile crescita del debito pubblico che giungerà – parola di OCSE – a sfondare il 132% del Pil da qui al 2014.

Certo, se intervenisse davvero una crisi di governo il rischio-Paese crescerebbe, e lo spread riprenderebbe davvero a crescere. Il sogno di Monti andrebbe in fumo. Mentre tutti gli altri italiani già da tempo vivono un incubo.

fonte: il blog di Riccardo Realfonzo su ilfattoquotidiano.it

12 commenti su “Lo spread, il sogno di Monti e l’incubo degli italiani

  1. Reblogged this on i cittadini prima di tutto.

  2. L’argomentazione non mi convince. Anche perchè, molto probabilmente, se lo spread invece di calare fosse aumentato si sarebbe data colpa a Monti e alle sue scelte di governo. Tipica asimmetria di giudizio. Ma è soprattutto nei confronti della Spagna che si può verificare, più correttamente, l’andamento della dinamica dello spread. Quando Monti assunse la carica l’Italia quotava 200 punti a premio sulla Spagna. Oggi quota quasi 100 punti a sconto. E questo indipendentemente dalle operazioni della BCE e dalla presenza del fondo Salva Stati, fattori validi per entrambi i Paesi.

    • Per il semplice motivo che la Spagna non ha la nostra struttura economica/produttiva e

      • Di nuovo si tratta di una motivazione ex-post. Proviamo allora fare un confronto con l’indice JPM euro government index, che misura le performance ponderate di tutti i Paesi dell’area euro, Paesi che hanno goduto degli stessi interventi della BCE. Ebbene, i dati parlano chiaro. L’Italia ha nettamente sottoperformato l’indice fino a novembre dello scorso. A partire da dicembre è iniziata la sovraperformance del mercato italiano, prima ancora che la BCE annunciasse le misure relative al LTRO. La sovraperformance è continuata anche nel corso dei primi mesi dell’anno e tale era anche prima che Draghi annunciasse l’OMT. Quindi costantemente e indipendentemente dalle misure adottate dalla BCE a partire dall’insediamento del governo Monti il debito italiano ha costantemente sovraperformato il peer group europeo.

  3. Chissà perché i mezzi di comunicazione italiani appoggiano i falsi meriti di questo governo tecnico, riconducibili perlopiù al solo spread e provocati perlopiù dalle azioni calmieranti dell BCE.
    Inoltre un confronto così banale tra spread , come quello sopra, non credo possa dare qualche tipo di messaggio utile senza un’analisi più approfondita del percorso dei due paesi. Non eravamo paesi simili e non lo siamo. La fantomatica diminuzione relativa dello Spread BTP rispetto a quello Bonos potrebbe essere stata causata anche dalla Stessa Spagna piuttosto che dalle Azioni di Monti. Ricordiamoci che in estate le banche Spagnole rischiavano il collasso e gli sono stati gentilmente passati 100 miliardi di euro!
    Qualunque studente di Economia al primo anno di studi potrebbe confutare le azioni di questo governo e di quest’Europa! Basta solo l’esame di economia politica!

  4. Rileggendo il buon vecchio Minsky non posso che cadere nello sconforto. Tra le tre posizione finanziarie da lui descritte, di copertura, speculativa e ultra-speculativa (ponzi finance), i governi europei si trovano in quest’ultima fase senza il supporto di nessun prestatore di ultima istanza e destinati, anche con un ipotetico ribasso dello spread, al default. nella fase ultraspeculativa ci si rifinanzia per pagare anche gli interessi non solo le quote, dunque entrate fiscali e oneri finanziari sono curve inversamente inclinate, il cui punto di “incontro” è gia passato da un pezzo! aiuto!!

  5. largamente condivisibile è evidente che l’andamento dello spread segue dinamiche legate ai movimenti della Bce, mentre i dati dell’economia italiana seguono purtroppo le azioni del governo.

    • Se lo spread seguisse le dinamiche legate ai movimenti della BCE, perchè lo scorso anno lo spread è esploso nonostante gli interventi di sostegno della Banca Centrale a favore del nostro debito? Attenzione alle tesi pregiudiziali non supportate dai dati di fatto.

  6. Che dire: la cura Monti ha indebolito fortemente il potere di vivere dei soliti noti pantaloni e allo stesso tempo la malapolitica ha agito per mantenere i propi privilegi.Alle persone che tirano la carretta dello spread non importa nulla

  7. […] L’instabilità politica italiana aumenta e subito i mercati reagiscono. E dire che il presidente Monti aveva appena ammesso che l’obiettivo reale di questo suo anno di governo, la ragione di tutti i sacrifici imposti agli italiani, era dimezzare lo spread. Il fatto è che quando Monti prese le redini del governo lo spread di cui parliamo – cioè la differenza tra il rendimento dei titoli del debito pubblico italiani e quelli tedeschi (che poi è il diverso costo che i due Stati sopportano per finanziarsi sul mercato) – era pari addirittura al 5,74%; e Monti si è era proposto di dimezzarlo (portandolo al 2,87%). Nei giorni scorsi il risultato era stato sostanzialmente raggiunto, dal momento che lo spread si era affacciato sotto il 3%. Colpito dalla cosa, Mario Monti aveva anche fatto un sogno: quella riduzione dello spread era merito del suo governo e delle sue politiche di austerità. Insomma, per dirla col ministro Grilli, lo spread si è ridotto “perché rispettiamo gli impegni”. Continua a leggere » […]

  8. Ecco la verità sui politici italiani: https://www.youtube.com/watch?v=-LOl-pKNOYI

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