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Le conseguenze economiche di Mario Draghi

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di Jan Toporowski*

Il presidente della BCE Mario Draghi ha annunciato il 5 giugno tre misure che dovrebbero rilanciare l’economia europea e invertire il declino dell’inflazione, ora appena lo 0,5% nella zona euro.

La Banca centrale europea ha portato il tasso di interesse sulle riserve depositate presso la Banca a -0,1% (in altre parole, alle banche commerciali sarà addebitato lo 0.1% sui depositi delle loro riserve presso la BCE), diventando la prima banca centrale importante ad imporre tassi di interesse negativi. Alle banche commerciali saranno offerti 400 miliardi di euro di credito, a condizione che esse li prestino alle imprese. Dovrebbe essere poi introdotto uno schema per rendere più semplice [alla BCE, ndr] comprare asset-backed securities (ndr: titoli aventi dei crediti a garanzia, si veda: http://www.borsaitaliana.it/notizie/sotto-la-lente/assetbackedsecurities.htm). Nel frattempo cesserà la sterilizzazione degli acquisti di titoli di Stato da parte della BCE (cioè, la BCE non venderà titoli a lungo termine per assorbire le riserve con cui paga i titoli di Stato). Queste misure hanno eccitato il mercato per un poco e l’Euro si è leggermente svalutato, dopodiché le cose si sono stabilizzate nuovamente.

Quali saranno le conseguenze di tali misure? Possono invertire la deflazione dell’economia europea? Siamo così abituati alla pretesa dei banchieri centrali e degli economisti monetari secondo cui la politica monetaria determina il ciclo economico che pochi ricordano oggi che la banca centrale non funziona all’interno del sistema di produzione e di scambio nell’economia. I governi possono farlo, perché tassano e spendono. Ma la banca centrale opera su bilanci bancari e influenza solo una gamma molto ristretta di costi di finanziamento dell’economia. Così l’effetto immediato delle misure rischia di essere limitato alle condizioni bancarie, piuttosto che coinvolgere l’economia in generale. Ci saranno ovviamente un sacco di aziende che saranno disposte ad attingere dalla pentola di 400 miliardi di prestiti a basso costo. Ma lo faranno più probabilmente per ripagare debiti più costosi, e tutto ciò che accadrà è che le aziende potranno rifinanziare il debito esistente a un costo inferiore.

Invece il tasso di interesse negativo sui depositi è una misura molto più radicale che mette in discussione la funzione stessa della banca centrale come banca di riserva per le banche commerciali. Se le banche commerciali vengono caricate di un costo per depositare le loro riserve presso la banca centrale, perché non dovrebbero mantenere i loro depositi di riserva presso un’altra banca in grado di offrire loro un tasso positivo di interesse? Le banche italiane, per esempio, pagaranno fino al 1,9% per i depositi, e anche le banche tedesche pagheranno lo 0,7%. Il passaggio a banche commerciali con funzione di riserva non sarebbe senza precedenti: prima che il Federal Reserve System fosse fondato negli Stati Uniti, era JP Morgan ad agire come banchiere di riserva per le grandi banche di New York. Le banche commerciali con riserve da depositare possono naturalmente considerare che le banche italiane hanno una grande quantità di crediti inesigibili in bilancio. Ma il sistema bancario italiano è troppo grande e troppo importante politicamente per essere ricapitalizzato a spese dei depositanti, come è successo a Cipro. In ogni caso, il rischio per la BCE è che le sue operazioni giornaliere sulle riserve vengano prese in carico da una banca commerciale, o un gruppo di banche, che può offrire alle altre banche commerciali un accordo migliore per i loro depositi.

L’effetto delle misure della BCE per l’economia in generale è comunque una questione diversa. Un eventuale effetto più di larga portata non dipende da nulla che la BCE possa fare all’interno del sistema finanziario, o da ciò che può accadere all’interno del sistema finanziario. La futura evoluzione dell’economia dipende da ciò che le grandi imprese europee faranno con il loro gruzzolo di liquidità. Questo è più o meno quadruplicato a quasi 7,3 miliardi di euro dal congelamento dei mercati finanziari nel 2008. Le cifre delle consistenze di cassa delle aziende americane sono ancora più sorprendenti. Le società americane detengono qualcosa come 2.000 miliardi di dollari in attività liquide.

Per come funzionano l’economia e il sistema finanziario, la controparte della liquidità trattenuta da queste aziende è l’indebitamento delle piccole e medie imprese, che lottano per mantenere il loro flusso di cassa prendendo in prestito. Se le maggiori aziende americane ed europee detengono liquidità, o la usano per comprare e vendere titoli, piuttosto che investire in impianti e macchinari, allora quasi sicuramente ci sarà una richiesta di ulteriori prestiti dalle piccole e medie imprese tramite il nuovo canale di prestiti della BCE. Ma questi prestiti non saranno impiegati per scopi produttivi, per acquistare nuove attività. Sarà solo per coprire il deficit di cassa causati dalla deflazione. A sua volta l’espansione del debito, senza una corrispondente crescita delle attività, metterà le basi per un’ulteriore deflazione, dato che un debito eccessivo scoraggia gli investimenti e amplia le sofferenze nei bilanci bancari.
Se invece queste imprese iniziassero a spendere la loro liquidità in investimenti di capitale fisso, allora la deflazione nell’economia europea potrà davvero invertirsi. Il boom risultante sarà ovviamente rivendicato come un successo delle politiche di austerità che hanno creato l’attuale deflazione e una vittoria per la BCE, così come l’osservazione empirica ci dice che andare a letto la sera fa sorgere il sole al mattino.

* Jan Toporowski è professore di Economia e Finanza presso la Scuola di Studi Orientali e Africani dell’Università di Londra. Ha lavorato nel settore bancario internazionale, nella gestione di fondi e presso banche centrali. Il suo libro più recente è Michał Kalecki, An Intellectual Biography Volume 1 – Rendezvous a Cambridge 1899-1939 pubblicato da Palgrave.

12 commenti su “Le conseguenze economiche di Mario Draghi

  1. […] Source: Le conseguenze economiche di Mario Draghi […]

  2. Non condivido perche’ tassi di interesse negativi porteranno solo ed esclusivamente ulteriore deflazione.

  3. ” i depositi presso la Bce sono lo 0,000001% degli assets delle banche europee” (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-06-04/tassi-negativi-e-liquidita-condizionata-bce-entra-un-terreno-inesplorato-103156.shtml?uuid=AB8wtYNB)
    La variazione sui tassi, malgrado l’effetto psicologico del passaggio da positivo a negativo, è di 0,2 punti percentuali. Parliamo dello 0,000000002% di variazione annuale sugli asset. Qualcuno ritiene che questa mossa abbia un effetto diretto sull’economia?
    (Non credo che nessuno sia in grado di fare una stima realistica degli effetti psicologici)

  4. Oh, tu guarda che strano, un governo italiano di sinistra privatizza le aziende pubbliche.
    Non era mai successo prima.
    O forse sì?

  5. mi sa che qui il tema è, che si continua a riproporre un modello che è lontano dall,ideologia delle classi che attualmente governano l,euro (pa) penso che il modello (che essi aspirano) sia concentrazione e centralizzazione del capitale, non ulteriore frammentazione, (quindi investimenti in capitali fissi scordiamoceli) almeno che non siano investimenti centralizzati. per il resto penso che il concetto di prestito al fine di appianare (i debiti contratti) sia per le aziende decotte che per le banche,sia la questione centrale. comunque il linea di principio l,articolo ci dice questo

  6. Le conseguenze del monetarismo: banca centrale neutrale, altalena dei tassi, molta corsa sul posto, nessun movimento.

  7. Per invertire la rotta si dovrebbe rendere fortemente attraenti gli investimenti in attività produttive con una fiscalità estremamente conveniente, con una semplificazione burocratica alla velocità di qualche click bilanciata da controlli successivi rapidi, capillari e severissimi, con la lotta alla corruzione non togliendo gli appalti alle imprese (il che penalizzerebbe l’attività economica ed i lavoratori) ma togliendo, cioè confiscando con effetti immediati, l’impresa alla proprietà. Sogno….

  8. Il vero Bazooka di Draghi

    L’unica arma che può funzionare in Europa e si può quindi veramente chiamare “bazooka”, e’ lo strumento che può curare la causa della crisi, siamo partiti dalla crisi del debito pubblico, si deve quindi dare un forte segno nella garanzia del debito pubblico dei paesi euro, il debito pubblico verrà pagato e non sarà mai più quindi oggetto di speculazione, la Bce deve annunciare un
    programma di acquisto di titoli pubblici dei paesi euro sul mercato secondario di oltre 4000 miliardi da effettuare in un periodo che può andare dai sette anni ai dieci anni, l’acquisto per non violare il trattato deve avvenire proquota del pil degli stati (o della quota di partecipazione alla Bce), il primo effetto sarà una diminuzione del costo del debito per tutti gli stati, un’aumento della liquidità per il sistema bancario, un aumento del patrimonio delle banche, un’aumento del credito per le imprese e una svalutazione del cambio sul dollaro, sono misure che possono essere ampiamente prese immediatamente, non avranno effetti inflazionistici superiori alla soglia della Bce, stiamo già avvicinandoci alla deflazione. La Merkel si oppone a questa misura perché teme l’esproprio dei risparmiatori tedeschi, non vuole abbandonare la politica dei compiti a casa propria, teme che vi sia un allentamento della moral suasion, dimentica la Merkel che oramai con il fiscal compact vi è l’obbligo del pareggio del bilancio e del rientro del debito in 20 anni nel limite del 60%, continuare quindi con una politica monetaria restrittiva non ha più senso, le misure annunciate il 5/6, non hanno effetto immediato sull’economia ad eccezione della sospensione della sterilizzazione degli Smp di Trichet, anche il Fondo Monetario ha invitato Draghi verso l’acquisto dei titoli pubblici dei paesi euro.
    Questo è il vero bazooka, naturale che questo QE non è la soluzione di lungo periodo, se l’Europa non si avvia verso l’integrazione fiscale, la moneta unica non potrà essere adottata da tutti i paesi membri; nell’adozione della moneta unica non sono stati previsti gli squilibri delle bilance dei pagamenti, anzi non se ne tenne conto, perché si affermò che si sarebbero riequilibrati da soli considerando il mercato unico, ciò lo sappiamo tutti, non lo è e non lo sarà mai, non vi sarà mai una mobilità dei lavoratori come quella che vi è all’interno del singolo paese, l’unione europea non prevede l’integrazione fiscale, non vi è la possibilità di effettuare trasferimenti verso le economie in difficoltà, nessuno stato farà mai sacrifici volontari per un’altro stato, basta vedere la Germania, ha avuto con l’euro il surplus della bilancia dei pagamenti nei rapporti tra paesi euro, si tiene ben stretto tale vantaggio e la Merkel se si attua una politica monetaria espansiva denuncia un esproprio per i risparmiatori tedeschi.
    Da diffidare anche della recente apertura della Merkel, il nodo da sciogliere resta sempre la Bce, di ciò non se ne parla, quindi avremo dalla Merkel uno “zuccherino” che Renzi enfatizzerà in Italia, ma il vero problema non sarà risolto, la disoccupazione resterà alta in Italia, la tassazione non scenderà, il Pil sarà sempre negativo.

  9. […] nell’eurozona e che la BCE ha annunciato di voler contrastare, sebbene si possano nutrire dubbi sull’efficacia delle misure sin qui […]

  10. Avete bisogno di finanziamenti urgenti, che sono stanchi di essere rifiutato da parte delle banche, avete abbastanza si sa più dove mettere la testa seguendo i vostri problemi finanziari. Si prega di collaborare con noi. Siamo un vostra disposizione.
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