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MMT: la risposta di Warren Mosler ad Emiliano Brancaccio

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Nei giorni scorsi abbiamo pubblicato un intervento di Emiliano Brancaccio sulla Modern Money Theory nel quale si mettevano in evidenza i pregi e i limiti di questa teoria. Warren Mosler, uno degli esponenti più noti dell’MMT, ci ha fatto giungere la sua risposta che pubblichiamo. 

Innanzitutto, permettetemi di ricordare che la MMT era originariamente “Mosler Economics” [Economia di Mosler, ndt] ed iniziò tutto con “Soft Currency Economics” (1993) [Economia della Valuta Fiat, ndt] scaricabile su http://www.moslereconomics.com. Inoltre, i passaggi della “storia della MMT” sono in “The 7 Deadly Innocent Frauds of Economic Policy” [le Sette Innocenti Frodi Capitali della Politica Economica, ndt] anch’esso gratuitamente scaricabile dal mio sito. Notate oltretutto che “Soft Currency Economics”era il risultato dei miei primi 20 anni di esperienza personale nel sistema bancario e nelle operazioni monetarie. Non avevo mai letto Keynes, o tantomeno sentito parlare di Lerner, Knapp, né avevo nessun’altra conoscenza di qualche “post keynesiano”. Per cui, nonostante potrebbe essere corretto dire che la MMT derivi da una scuola di pensiero o un’altra, non è nata in quel modo. E ad esempio, quando recentemente avanzai la mia discussione riguardo [i costi, ndt] “reali” contro quelli “nominali” dei trasferimenti fiscali compensativi nelle unioni monetarie, spiegando come la produzione di beni e servizi  per farne poi beneficiare l’intera unione è in effetti un costo reale per le regioni che ricevono questi pagamenti in cambio dei prodotti, ciò rientrava anch’esso nella “filosofia originale” della MMT (pur riconoscendo i limiti di tale affermazione!).

In secondo luogo, se c’è un contributo “fondamentale” della MMT  alla “letteratura economica”, è l’esplicitazione che una valuta come il dollaro è nel concreto un chiaro monopolio pubblico e il resto ne è una conseguenza. Attraverso quest’ottica ho approfondito il dibattito sempre attuale tra Keynes e gli economisti classici [neoclassici, ndt], dove i classici argomentano che ci può essere piena occupazione in assenza di monopoli e Keynes controbatte che nella pratica ci può essere disoccupazione persistente anche in assenza di monopoli, a causa del reddito non speso, ecc. nel sistema monetario. La mia idea è che abbiano entrambi mancato nel riconoscere nella moneta un monopolio dello stato. La domanda nozionale è rappresentata dalla tassazione e dal desiderio di risparmio, mentre l’offerta nozionale viene dalla spesa pubblica e/o dall’indebitamento sovrano. La disoccupazione è la prova dell’insufficienza nell’offerta del monopolista [della moneta, cioè lo stato, ndt] – cioè l’insufficienza della spesa nel soddisfare il bisogno di pagare le tasse e il desiderio di risparmio netto in quell’unità di conto. Quindi è giusta l’idea dei classici per cui è il monopolista che determina disoccupazione, ma fallirono nel riconoscere quale era di monopolio applicabile. Keynes invece aveva ragione, il problema è dal lato monetario, mancando però di riconoscere la moneta come monopolio pubblico, considerato poi che scrisse a lungo di questo argomento. Se Keynes avesse riconosciuto la valuta come tale, lo avrebbe di sicuro esplicitamente dichiarato in quella discussione e in altri luoghi, anche per supportare molte sue affermazioni.

Con riguardo alla teoria circuitista, quando incontrai inizialmente i post keynesiani canadesi intorno alla metà degli anni ’90, i quali rispetto profondamente specialmente gli M&M (Mario e Marc), lessi alcune parti della teoria del circuito monetario, e mi sembrò intuitivamente ovvia – uno di quei concetti implicitamente accettati – mi stupii del fatto che fosse necessario scriverne! E il mio primo commento fu che, mentre ero pienamente d’accordo nei concetti espressi, essa “non iniziava dal principio”, in quanto iniziava con le aziende che prendevano in prestito per poter pagare i lavoratori assunti, ma non metteva mai in discussione la ragione per cui chiunque avrebbe dovuto lavorare per la moneta in primo luogo.

Spiegai ad essi che, essendo la moneta un evidente monopolio pubblico, attraverso l’imposizione fiscale le tasse fungevano da “forza-guida” al “circuito governativo”, e a livello macro creavano venditori di beni reali e servizi, inclusa la forza lavoro, che è la ragione per cui le persone lavorano per il denaro. Il professor Alain Parguez lo comprese immediatamente e lo inserì nel suo paper successivo, col risultato di venire gravemente criticato e isolato dalla maggioranza dei circuitisti per molti anni! I più di loro finirono con l’accettarlo dopo anni, mentre credo alcuni continuino a non vederlo.

“Credo sia utile ricordare che questa tesi trova un rigoroso fondamento di teoria dei prezzi relativi e della distribuzione negli sviluppi della cosiddetta “teoria della produzione”, alla quale, tra gli altri, Leontief e soprattutto Sraffa hanno dato fondamentali contributi (cfr. Pasinetti 1975; Kurz e Salvadori 1995; cfr. anche Petri 2004). In particolare, è proprio alla luce della teoria della produzione che la tesi suddetta e le sue implicazioni possono essere estese al cosiddetto “lungo periodo”, e le obiezioni di Krugman (2011) alla MMT possono quindi essere efficacemente criticate.” (Emiliano Brancaccio)

Concordo sui prezzi relativi, ma la MMT rivela la fonte dei prezzi nominali assoluti. Ed è davvero semplice. Come tutti sanno, il monopolista “fa il prezzo” [price setter] invece di “subirlo” [price taker]. E il monopolista è il decisore di due prezzi. Il primo, quello che Marshall chiama “il proprio tasso” , cioè il tasso a cui l’oggetto è barattabile per se stesso. Per una valuta questo rappresenta il tasso di interesse, che come ben sappiamo è determinato non dai “mercati” ma dalla banca centrale in quanto fornitrice in monopolio delle riserve per il sistema bancario, prezzando il costo marginale dell’approvvigionamento di liquidità del sistema bancario. Il secondo prezzo è quello di scambio con altri beni e servizi, che chiamiamo “livello generale dei prezzi”.
Direi in questo modo: il livello dei prezzi è necessariamente una funzione del prezzo pagato dall’emittente all’atto della spesa, e/o di domanda collaterale quando presta [la valuta, ndt].

“Tuttavia, come Lavoie ha mostrato, essa deriva da una semplice convenzione contabile: alcuni teorici monetari moderni analizzano la banca centrale e lo stato come se fossero un unico settore consolidato. L’arcano è facilmente risolto, dunque. Tuttavia bisogna anche aggiungere che questo consolidamento, nella attuale realtà politico-istituzionale, non esiste.” (Emiliano Brancaccio)

Innanzitutto, ne sono pienamente consapevole e vale per le realtà istituzionali in ogni momento. Così come riconosco che, non importa come la si veda, la spesa, per l’emittente della moneta(inclusi i suoi agenti designati), viene prima della tassazione o dei prestiti.

Il Congresso degli Stati Uniti è l’autorità emettente ed ha assegnato diversi compiti al Ministero del Tesoro e alla Federal Reserve, col fine di concretizzare le sue volontà. La Fed opera con un foglio di calcolo che contiene i conti delle banche aderenti, così come un conto del Tesoro.

Comincio, ai fini di questa discussione, dall’inizio, senza saldi in nessun conto. Ogni pagamento delle tasse richiede che la Fed addebiti sul conto di una banca membro e accrediti sul conto del tesoro. Ciò è impossibile senza bilanci nei conti delle banche membro, a meno che venga permesso loro di avere bilanci negativi.
Tuttavia i bilanci in negativo – gli scoperti di conto – sono tecnicamente prestiti della Fed, un agente del Congresso. Ciò significa che il pagamento delle tasse tramite scoperto è l’equivalente di estinguere l’onere fiscale con un prestito della banca centrale. Ossia, come in questo esempio, la Fed dovrà anticipare i dollari che accredita per il pagamento delle tasse.

Per dirla con i termini degli esperti del mestiere non c’è “drenaggio di riserve” senza “aggiunta di riserve” che equivale a dire che i dollari per pagare le tasse e comprare i titoli di stato necessariamente “provengono” dalla spesa e/o prestiti del governo.
Non c’è modo di aggirare la situazione. Ogni emittente deve distribuire prima di poter poi raccogliere gli oggetti erogati, in quanto semplice esercizio di logica.

Riguardo al commercio, con un tasso di cambio flessibile c’è un “bilanciamento continuo”. Ad esempio, nel caso degli USA, con all’incirca 400 miliardi di dollari di deficit commerciale, si può affermare che possediamo i beni importati mentre i non residenti detengono 400 miliardi in più in attività finanziarie in dollari americani ricevuti in pagamento ed a questo punto abbiamo il bilanciamento risultante dalla “matrice” del tasso di cambio attuale.
Per cui vedo solo “bilanciamenti” in un dato momento, mai “sbilanciamenti” per quel che riguarda la logica. Sto scordando qualcosa? Se è così, anziché scrivere su qualsiasi possibile domanda si possa sollevare, posso chiedere ad ognuno di voi di darmi una spiegazione dei motivi per cui ciò è un problema, in modo da parlarne? Grazie!

“In una fase in cui il tema dell’inserimento di capitali esteri negli assetti proprietari e di controllo sembra travalicare l’ambito degli ultimi asset strategici in mano pubblica e arriva a lambire persino il sistema bancario, sarebbe bene fare molta più chiarezza, su questo punto.”

Sì, in qualsiasi momento vedo finalità pubbliche in materia di approvvigionamento a scopo strategico nazionale. Ad esempio, non vorreste esternalizzare la programmazione dei software militari che li renderebbe inutili in tempi di guerra. E io vedo scopi di interesse pubblico nella produzione di beni e servizi con finalità militari strategiche, come l’acciaio necessario alle armi e le fonti domestiche di energia, cibo etc. Di nuovo, il governo esiste per le infrastrutture pubbliche che servono finalità di interesse generale che includono la pianificazione strategica.

D’ altro canto, non vedo interesse pubblico nel non permettere ai non residenti di venderci una maggiore quantità di ciò che chiamiamo “beni e servizi di consumo” per i quali, ad esempio, una interruzione di approvvigionamento non comprometta l’esito di un conflitto.

Seguendo questo ragionamento, noto seri problemi nella dipendenza dell’eurozona dalla fornitura di energia dalla Russia, anche considerando le promesse russe di non interrompere mai l’approvvigionamento.
Se succedesse, una tazza di caffè a Roma vi costerebbe 20 dollari.

Per come la vedo l’eurozona paga un prezzo elevato nei commerci con la Russia e altri a causa di accordi che non vedo come servano l’interesse generale, sebbene certamente servano influenti interessi privati.

Ricordate, in termini economici, l’occupazione è un costo reale per il lavoratore, in quanto sta vendendo il suo tempo. Il beneficio reale è il prodotto. Quindi suggerisco di guardare al consumo reale con riferimento i membri della zona euro, per poter valutare i vinti e vincitori in termini economici. Ma comunque sì, ogni unione monetaria necessita di un sistema di perequazione fiscale, al fine di assicurare la piena occupazione e la stabilità dei prezzi. Suggerisco poi che la ragione per cui non accade sia per il fatto che vi è una vasta incomprensione sul fatto che per la regione a cui è assegnato di produrre beni e servizi [per il resto dell’unione, ndt] quel processo rappresenta un costo reale, in quanto gli occupati producono i beni reali e servizi che verranno però consumati dalle altre zone dell’unione. Invece, proprio a causa dell’arricchimento finanziario della regione, le altre regioni ne beneficiano in termini reali. In altre parole, i trasferimenti fiscali possono essere utilizzati per sfruttare le aree a maggiore disoccupazione e far produrre beni e servizi che vengono esportati nel resto dell’unione. E di qui si ritorna al discorso di export come costo reale e importazione come beneficio reale.

Lasciatemi concludere per oggi con un semplice argomento di teoria dei giochi: il mercato del lavoro non è un gioco equo, e se non supportati in qualche maniera, i salari reali stagneranno a livelli bassissimi. Questo perché le persone devono “lavorare per mangiare” mentre le imprese assumono solo se possono realizzare un ritorno sugli investimenti.

Secondo la mia opinione, calza con l’idea di interesse pubblico assicurarsi che le persone che attualmente lavorano per vivere, producendo beni e servizi consumati dalla popolazione, siano giustamente sostenuti con un alto livello di educazione, assistenza sanitaria ed altri servizi di pubblica utilità cosi come per la nutrizione, il diritto alla casa, il vestiario a livelli che facciano sentire orgogliosi di essere membri della società. Le proposte nel mio sito web intendono lavorare con questo fine.

Traduzione: Alessio Tartari, revisione Keynes Blog

Originale inglese: http://moslereconomics.com/2012/12/09/my-response-to-a-post-on-an-italian-keynes-blog/

44 commenti su “MMT: la risposta di Warren Mosler ad Emiliano Brancaccio

  1. “bilanciamento continuo” delle partite correnti? Caro Mosler, questa cosa non esiste. E poi, ammettendo che si possa tentare di aggiustare le partite correnti con la svalutazione, come la mettiamo nel momento in cui dall’estero accetteranno solo valuta estera per i pagamenti?

    • “ammettendo che si possa tentare di aggiustare le partite correnti con la svalutazione”

      Scusi Francesco, ma perché – invece di usare il termine SVALUTAZIONE – non usare la definizione, a mio avviso più corretta, di FLUTTUAZIONE DEI CAMBI VALUTARI? Da nessuna parte è scritto che una moneta si svaluti sempre e mai si rivaluti!

      • Vero, potrebbe anche rivalutarsi.
        Ma il punto è che questa teoria, al di fuori degli Stati Uniti, non è in grado di dare una risposta quando, prima che sia raggiunta la piena occupazione, possa insorgere un problema di finanziamento della bilancia dei pagamenti. In tal caso, la svalutazione potrebbe esercitare i suoi effetti troppo tardi (e ammesso che sia nella misura adeguata per pagare ll’eccesso di importazioni espresse in valuta). In tale circostanza, non resterebbe che abbandonare l’obiettivo della piena occupazione.
        La MMT scioglie quindi il vincolo del deficit di bilancio, ma lo trasferisce sul vincolo estero.

  2. Reblogged this on i cittadini prima di tutto.

  3. @Francesco

    Ti consiglio di leggere il libro di Mosler pubblicato in Italiano qualche settimana fa. Avrai tutte le risposte che cerchi su come funzionano i pagamenti.

  4. …e meno male che Brancaccio aveva preso in giro i malati di “nuovismo”…. questo Mosler per poco non dice che il moltiplicatore e la Cappella Sistina li ha inventati lui.

    Ma poi, non si capisce una cosa: nel momento in cui inizia la svalutazione e i capitali vengono scambiati con valuta estera, Mosler ammette il blocco dei movimenti si o no? Troppo sfuggente, il trader americano, su queste questioni.

    • Ma non avrebbe senso!

      Si esce dall’euro per avere una economia più competitiva: a quel punto ha le aziende italiane che si mettono a produrre al massimo, la produzione che fa un balzo in avanti, il costo per unità di prodotto che si abbassa, e a quel punto cosa fai? Vai a mettere le barriere protezionistiche? Pazzesco!!! Sarebbe l’equivalente economico di prendere una pistola, infilarsela in bocca e spararsi da soli!

      • Caro “padroncino”, per quanto mi riguarda, il mio punto di vista è di classe, e quindi vorrei impedire che la canna della tua pistola finisca come al solito nel culo dei lavoratori. Per esempio vorrei impedire che nel momento in cui la tua fabbrichetta inizia a girare tu possa esportare i tuoi bei guadagni all’estero. Magari ci proverai lo stesso mettendoli nel fondo della Mercedes?

        Comunque, è chiaro che non ci credi nemmeno tu alla cretinata di una lira che si rivaluta dopo l’uscita. Almeno su questo sei più onesto di Mosler.

    • Pippo
      quello che tu chiami “trader americano”in italiano noi lo chiamiamo Dr. Mosler perche’ forse ti sfugge che il Dr.Mosler ha una laure in economia (BA in Economics) che si ottiene dopo aver frequentato l’università per 4 anni. Sapendo che una laurea si ottiene a 23 anni direi che il Dr. Mosler ha 40 anni di esperienza nel mondo economico finanziario quindi ne ha vista passare di acqua sotto i poni.
      Quell’anno di tesi in piu’ che gli italianiani hanno e che gli da il diritto di essere chiamati Dr. non gli è servitto per capire in che disastro si stava mettendo l’Italia quindi bisognerebbe rimandarli tutti a studiare..
      Cerca si non sfottere perchè il Dr. Mosler non avebbe mai detto d’aver inventato la Cappella Sistina ;. semmai avrebbe detto DIPINTO la Cappella Sistina.
      .

      • Ecco un’altra poverina alla ricerca del Messia. Sicche’ il trader avrebbe capito in che disastro si stava mettendo l’Italia prima degli altri? ma che dici, torna a studiare. Leggi il testo di Augusto Graziani citato da Brancaccio. Graziani criticò le fondazioni dello SME, l’antesignano dell’euro, fin dal 1979, quando Mosler ancora mangiava i corn flakes a forma di pupazzi. Solo in un paese come il nostro, provinciale e strapieno di ignoranti, si poteva elevare un trader amerikano, privo di qualsiasi conoscenza della bilancia dei pagamenti, a pontificare su problemi vecchi quanto il Trattato di Roma.

      • Gippo…tí consiglio di dare un’occhiata al “Real-time gross settlement”…la gente non da importanza a queste piccole cose, ma aiuta ad uscire dalle convinzioni contabili alle quali siamo agganciati noi economisti.
        Se non hai un sistema di pagamento non puoi effettuare il pagamento…è guarda caso chi gestisce il RTGS?…
        Studia e poi rispondimi..

  5. Per piacere, cerchiamo di mantenere toni rispettosi per tutti. Il Prof. Brancaccio non ha preso in giro nessuno. La sua critica al “nuovismo” è giustissima ma era rivolta in termini generali e non specifici.

    Brancaccio è intervenuto NEL MERITO, con grande senso della misura. Ha evidenziato gli elementi di consenso e alcuni aspetti irrisolti della MMT. Il Prof. Mosler non ha risposto a tutte le questioni? E’ naturale che sia così, gli argomenti sono complicati e ci saranno occasioni per sviluppare le discussioni. Però bisogna avere in chiaro che il fronte deve essere comune!

    Io mi concentrerei sull’aspetto POLITICO: è chiaro che Mosler riconosce a Brancaccio di avere sollevato una questione importante, con il neo-protezionismo. Allora, dobbiamo capire QUANTO neo-protezionismo ci vuole per ridare sovranità a un paese?

    redflower

    • Non volevo essere irrispettoso. Mi è però parso doveroso fare rilevare come per l’attuale realtà industriale italiana una simile scelta di stampo protezionistico non avrebbe molto senso.

      Preciso che questo discorso vale per l’economia italiana nella sua conformazione attuale. Personalmente nulla ho contro un protezionismo che favorisca la produzione nazionale.

      Ora rispondo a gippo:

      ho sempre difeso la posizione di Warren Mosler, il quale ha affermato che in caso di uscita dell’Italia dall’euro SECONDO IL PIANO MOSLER la nuova valuta italiana tenderebbe inizialmente a rivalutarsi.

      E questo a mio avviso può anche non valere solo nel breve periodo come affermato da Warren Mosler: se fai la piena occupazione, se azzeri l’IVA, se ELIMINI LE EMISSIONI DI TITOLI DI STATO, allora hai una economia va al massimo. Una nazione la cui economia è prossima alla massima capacità occupazionale e produttiva vede la propria valuta tendere verso L’APPREZZAMENTO. Questo vale per tutti i paesi che si avvicinano a questo equilibrio, è un dato storico e non vedo alcun motivo perché ciò non debba valere anche nel caso dell’Italia.

      • Non mi è chiaro perchè la “nuova lira” dovrebbe rivalutarsi dopo che siamo usciti dall’euro. Ma se così fosse, tanto vale restare nell’euro.

      • Per il motivo che se resti nell’euro le imprese chiudono, la disoccupazione esplode e diventiamo una nazione del terzo mondo.

        Se invece usciamo dall’euro, tu puoi raggiungere la piena occupazione, la massima capacità produttiva (il che significa che le aziende lavorano al massimo) e se coniughiamo a ciò anche un’accorta politica industriale allora possiamo anche diventare la terza-quarta potenza economica al mondo.

        Il punto è molto semplice: restare nell’euro significa trasformare l’Italia in una specie di nazione di schiavi che devono lavorare per esportare – ergo un po’ come Adolf Hitler vedeva le nazioni slave una volta sottomesse.

        Viceversa, uscire dall’euro SECONDO IL PIANO MOSLER e in base al programma MMT significa anzitutto puntare sul mercato interno attraverso piena occupazione, azzeramento dell’IVA, stop all’emissione di titoli di Stato (ossia, in pratica, spezzando le gambe alla rendita parassitaria e nel contempo concentrando tutte le risorse sull’economia reale).

      • Giorgio,

        te lo dico in un’altro modo: SE SEI NELL’EURO NON PUOI SPENDERE IN DEFICIT.

        Questo è il problema! Ora l’Italia necessiterebbe di una spesa in deficit annua di almeno il dodici-quindici per cento per fare riprendere l’economia, ma nell’euro non si può fare. Addirittura sei costretto a fare L’OPPOSTO OSSIA IL PAREGGIO DI BILANCIO! Fuori subito dall’euro, e in alto il deficit: in sintesi questa è la soluzione.

      • Francesco, sgomberiamo alcuni possibili equivoci.
        Posso convenire che l’uscita dall’euro sia una possibile soluzione.
        Posso convenire che la politica di bilancio debba essere espansiva.
        Ma è largamente previsto dai mercati e dagli economisti che un’uscita dell’Italia dall’euro si accompagnerà ad una svalutazione della “nuova lira” (il che non è automaticamente un male, come vogliono far credere certi commentatori terrorizzando l’opinione pubblica).
        Anzi, è una delle ragioni per cui si invoca l’uscita dell’euro: proprio per svalutare, per ritornare a gestire la politica valutaria, con cui aggiustare gli squilibri della bilancia dei pagamenti.
        Ciò di cui tu parli potrebbe essere vero, e sottolineo potrebbe, solo al termine del ciclo.
        Ma ci mancherebbe solo che si esca dell’euro per rafforzare la nuova moneta (in tal caso, meglio sarebbe rimanere nell’euro!)

      • In effetti sostenere che la lira si rivaluterebbe dopo l’uscita dall’euro non ha senso.

  6. CORREZIONE:

    “economia CHE va al massimo”

  7. Mah. Capisco che Brancaccio ha solo gentilmente accettato un invito per un collegamento audio a una conferenza, ma questa replica non mi sembra all’altezza del suo intervento. Invece di tessere fili per fare fronte comune Brancaccio farebbe molto meglio a sviluppare da solo il discorso sulla mezzogiornificazione e sulla centralizzazione dei capitali, che e’ urgente e che questi amerikani non capiscono o non vogliono capire. Poi se alla fine la mmt si accoda bene, seno’ chi se ne frega.

    • Sì: e come si fa ad anche solo ipotizzare una “centralizzazione dei capitali” SENZA PRIMA USCIRE DALL’EURO?

      Il programma MMT contiene questi quattro punti:

      1) USCITA DALL’EURO

      2) PIENA OCCUPAZIONE

      3) AZZERAMENTO DELL’IVA

      4) STOP ALLE NUOVE EMISSIONI DI TITOLI DI STATO

      ne vogliamo parlare?

      • Ma tu prima di scrivere leggi e pensi o batti casualmente sulla tastiera? La “centralizzazione” non e’ una proposta politica, e’ una perfetta analisi marxista delle divaricazioni che stanno avvenendo in Europa. Per Brancaccio la sola uscita dall’euro non e’ in grado di bloccare la centralizzazione. Occorre neo-protezionismo, a cominciare dalle banche. I vostri guru amerikani su questo sono inconsapevoli o peggio, ambigui.

      • Riguardo il punto 3. spero si parli sono di una misura temporanea. L’IVA ha una funzione di controllo della domanda aggregata come persino l’MMT sostiene. Riguardo il punto 4, non capisco: i titoli di stato sono collaterali per la Banca centrale, quindi li devi emettere comunque. Per il resto non c’è nulla di male a venderli sul mercato, sono attività finanziarie per i cittadini.

      • Guiodic,

        no. Non li devi emettere comunque:

        http://it.wikipedia.org/wiki/Biglietto_di_stato

        e, detto in modo molto semplice, in ogni caso il Tesoro ha un conto presso la Banca d’Italia (cosi come lo hanno anche le banche commerciali). Il Tesoro ha bisogno di tot soldi? Un funzionario della Banca d’Italia scrive la cifra di cui necessita il tesoro su un terminale e tale cifra appare sul conto del Tesoro. Domanda: se digito questi numeri senza emettere un titoli di Stato di equipollente valore cosa succede? Nulla. Funziona tutto bene lo stesso.

        Questo procedimento è anche spiegato dal governatore della FED (la banca centrale statunitense) in questo video qui, molto chiaro:

      • @francesco: la FED i collaterali li ha comprati eccome, il QE è servito a ripulire le banche dai titoli tossici. Comunque sia, i titoli di debito pubblico, ripeto, hanno una funzione positiva perché sono un’attività finanziaria per il settore privato e una sicurezza. Non c’è bisogno di inventarsi cose nuove ed esotiche. Attualmente peraltro la FED compra circa il 90% del debito di nuova emissione, in pratica il governo si indebita con se stesso. Quando potrà la FED venderà quei titoli al settore privato. Non c’è nulla di negativo in questo. Non facciamo passare l’idea che il debito pubblico è sbagliato per cui ci inventiamo un modo per non farlo comparire. Tanto la moneta in sé è un debito (io-ti-devo, ricordi?).

      • Non sono “cose nuove ed esotiche”: prova a comprare un titolo di Stato coreano o di Singapore o cinese etc… SEMPLICEMENTE NON LI EMETTONO!

        E’ solo uno spreco di denaro! E’ la stessa cosa di Penati, Fiorito, etc solo che su di una scala 1000 volte superiore! NON C’E’ SCRITTO DA NESSUNO PARTE CHE LO STATO DEBBA GARANTIRE A QUALCUNO UNA RENDITA SENZA FARE NULLA. Si tratta di un furto nei confronti della collettività.

      • Se li emettono allora ho sbagliato. Avevo cercato questi tipi di bond e non li avevo trovati. Il punto è che non è necessario emettere titoli di Stato invece che moneta. La differenza è che all’emissione di titoli di Stato è da corrispondere un interesse, mentre sulla emissione di moneta non vi ovviamente è alcun interesse da corrispondere. Oltretutto, quindi, l’emissione di titoli di Stato è un inflatore dell’economia in quanto c’è anche l’interesse da corrispondere. Si parla sempre di “pericolo inflazionistico” per tutto il resto, quando invece lo strumento “titolo di Stato” è intrinsecamente più inflativo dello strumento “moneta”: strano però che (quasi) nessuno lo noti.

        (Questo concetto è stato affermato – tra gli altri – da Henry Ford e Thomas Edison, vedi articolo citato qui: http://cobraf.com/forum/coolpost.php?reply_id=123476620
        ora non dico che anche dei geni come Henry Ford e Thomas Edison non possano sbagliare, ma personalmente non vedo alcun errore nel loro ragionamento – che a me pare chiaro, semplice e lineare)

      • dico l’ultima cosa e finiamola qui: ti stai secondo me incaponendo su un problema inesistente. La FED attualmente compra il 90% del debito di nuova emissione, per cui il governo paga gli interessi a se stesso. Per il debito pregresso li paga ai cinesi (ma tanto che importa? i dollari li stampa sempre l’agenzia del governo chiamata FED) e un po’ ai cittadini americani e alle banche americane che hanno così un “porto sicuro” che assicura e protegge i loro risparmi dall’inflazione (non in questo momento che l’inflazione è particolarmente bassa, ma in generale è così). Quando hai il controllo della politica monetaria il tasso di interesse e il debito non sono un problema. Sgombriamo il campo da questa ossessione del debito pubblico.

      • guiodic

        ma appunto: che senso ha emettere titoli di debito come fa il Tesoro USA, fare l’asta senza che nessuno si presenti, e poi con la FED che interviene e li acquista lei? Scusa, ma i telefoni non c’è li hanno? Si prendono un té insieme il segretario del Tesoro USA e il governatore della FED così si mettono d’accordo l’uno (=governatore FED) a trasferire direttamente i fondi necessari all’altro (=segretario del Tesoro USA) e finanziando così direttamente il fabbisogno di modo che nessuno emetta titoli di debito.

      • I titoli di stato hanno una funzione SOLO se reali non superiori allo 0. In tal modo tu conservi il tuo capitale altrimenti vai a investirli in economia reale (ivi comprese le azioni, obbligazioni private). Io non so se sia possibile eliminare i TdS ma sicuramente uno stato che li emetta e poi li investe non può che porsi il problema di investirli bene.
        A causa dello SME, della Volker, del divorzio B/T e della “anarchizzazione” dei capitali (1988+Maastricht) noi abbiamo visto esplodere il debito pubblico al 124% in 11 anni.
        Ovviamente prima dell’euro era tutta roba interna (è diventato estero dopo a causa del 990 Ecofin del 24 11 96) ma siccome i tassi erano positivi, come ha detto qualcuno, si trattava di fare soldi sulla carta e la crisi del capitalismo e della deregulation Clinton/D’Alemiana ha comportato che hanno iniziato a spostare i capitali sul nostro sangue anzichè sulla produzione (lavoro/occupazione).
        Non dimentichiamoci che un tasso allo 0% è un risparmio esente da inflazione mentre un tasso al 2% non solo viene pagato poi dai lavoratori (magari con tasse non progressive come l’IVA sempre più numerose rispetto alle progressive sancite dalla Costituzione) ma è una redistribuzione della ricchezza verso l’alto perchè i ricchi se ne posson permettere molti di più. Poi il debito/pil sale e magari prima o poi a qualcuno salta in mente di farlo pagare ai soliti (i lavoratori, i pensionati e i disoccupati con il loro status). Un tasso positivo è il paradiso peraltro non del piccolo imprenditore che è ingannato e si sente un dio capitalista….MA DELLE BANCHE CHE QUELLE SI’ HANNO I CAPITALI….MI RACCOMANDO CONTINUIAMOLE A MANTENERE. 85 MLD L’ANNO (-15 DI TASSE AL 26%… per fortuna 0 70 MLD).
        NECESSARISSIMO PORRE FINE QUINDI ai movimenti indiscriminati (depositi e TdS esteri) di capitali. Via anche dalla UE come la Norvegia e ne riparliamo più in là con una nuova forma di CEE ok? ;)

    • guido come spiegato nella proposta del programma me-mmt il risparmio è da tutelare ma non da incentivare, quindi i tds non essendo l’unico collateral e auspicando (come descritto nel programma) una regolamentazione nell’ottica dell’interesse pubblico del sistema bancario non c è nessun problema nel rimuoverlo.
      oltre ciò credo che paolo ha voluto togliere l’iva facendo affidamento alla tassazione progressiva sul reddito per regolare la domanda aggregata.

  8. I don’t speak Italian, unfortunately, so I use ‘Google translate’ which has lead me to believe the comments indicate there is a misunderstanding of some of my statements, maybe because of translation issues?

    And let me add this- there is a difference between ‘inflation’ which is a continuous process, and what’s called a ‘one time adjustment’. The Mexican crisis of the early 1990’s, the Russian crisis of 1998, as well as what happened to the SE Asian currencies in 1998, turned out to be ‘one time adjustments’ when the currencies were finally allowed to float.

    • Sorry about the typographical spelling error. ‘Lead’ should be ‘led’ and ‘Because’ should be ‘because’. :(

      • Dear Warren Mosler,

        a small off-topic: just an information, in case you have still not discovered this little “gem”…

        Today Giovanni Zibordi pointed out a video which is quite stunning. You can find it also on nakedcapitalism, search on the internet:

        Former President of the Central Bank of Belgium on Why the Money System is a Taboo Topic

        This president of central bank (former, to be precise, because these people have the courage to tell the truth only after they retired) says that chartalists & MMT are 100% right. “THEY ARE RIGHT”, he affirms. He adds also that even the so-called “leftish economists” like Paul Krugman write their books without explaining how the monetary system really works because “it is a taboo for US economists”. According to the words of this president of central bank, “the same Krugman told me that… the rule is: NEVER TOUCH THE MONEY SYSTEM… if you do this, your career is over and you can forget the Nobel prize”. (Prize given by the Central Bank of Sweden, to be precise…)

        Cheers from Italy!

      • @francesco: a former central banker is not the gospel as well as the former president of Russia (who said that aliens from outer space are among us). I prefer to cite che vicepresident of European CB who said that money works as the endogenous money theory says it works. And he is more credible because he is incumbent :)

      • Two answer, one in English and another in Italian.

        The English one is from Warren Mosler:

        http://moslereconomics.com/2012/12/09/my-response-to-a-post-on-an-italian-keynes-blog/

        “circuit theory, it seemed so ‘intuitively obvious’- a case of ‘goes without saying’- I wondered why it was even worth writing about! And my first comment was that while I fully agreed with what they were saying, it didn’t ‘start from the beginning’ in that it began with firms borrowing to pay workers, but never discussed why anyone would work for the currency in the first place. I explained to them that it about the currency being a simply public monopoly, with tax liabilities the ‘driving force’ behind the ‘government circuit’ where, at the macro level, taxation creates sellers of real goods and services, including labor, which is why people work for businesses, etc. Professor Alain Parguez immediately picked up on this and added it to his model in his next paper, only to be severely criticized and isolated by much of the ‘Circuitist’ community for many years! Most came around to accept it over the years, though some continue to fail to do so.”

        The Italian one is from Giovanni Zibordi:

        http://blog.libero.it/lucky340/11682802.html

        LA SUPERCAZZOLA MONETA ENDOGENA/ESOGENA DEI NOSTRI ECONOMISTI ETERODOSSI

        C’è qui una discussione su moneta esogena, moneta endogena, MMT, Barnard, moneta in mani private, creazione di moneta delle banche… nel sito di Bagnai in cui intervengono Carmen di Vocidallestero, IStwine, Alessandro Guerani e altri che sono competenti della materia per cui ti fai un idea del tema.

        Purtroppo si fanno un poco delle seghe accademiche su moneta esogena/endogena (l’articolo iniziale è della serie boh…ho visto che hai letto molto ma allora ?) con Bagnai che gongola: “ehi… la moneta è ENDOGENA… alla faccia di chi crede che i problemi si risolvono creando moneta con il clic di un mouse”. Giustamente Carmen chiede: ma se lo stato crea moneta tramite il canale del Tesoro (cioè appunto con il clic di un mouse) questa non è “esogena” ?…. Il punto è : chi se ne frega, è ovvio che la moneta, essendo oggi creata dalle banche, la si crea se c’è domanda di credito e quindi è “endogena” (vedi qui per una ottima sintesi, non prolissa, con tanto di contabilità semplificata). Ma è un sistema sbagliato. Un governo forte e che vuole risolvere i problemi se ne fotte, vincola le banche e crea moneta direttamente “con il clic di un mouse” tramite il deficit pubblico per ritirare e cancellare il debito. Se leggi il pezzo di Steve Keen citato che riassume come le banche creano moneta è ovvio e scontato che sia “endogena”, è sfondare una porta aperta, ma Keen è anche il principale proponente del “Giubileo” con “moneta esogena”, cioè emettere moneta per cancellare debito (la “moneta endogena”)

        In Italia si passa il tempo a mostrare di avere letto molto, ma parte l’uscita dall’euro non si sente il bisogno di indicare niente di pratico e si è astiosi contro le proposte concrete fatte da altri e contro chi, grazie al fatto che ne avanza, acquista notorietà internazionale come Warren Mosler. A Londra tra gli hedge funds, trader e desk di grandi banche si discute come andare oltre il QE immettendo moneta direttamente nell’economia e di cancellare il debito pubblico emettendo moneta…. Se leggi il Financial Times o anche Reuters di questo mese si dibattono queste cose, ad esempio il Quantitative Easing per il Popolo (“QEP” come lo chiamano), invece qui ci si preoccupa di sparlare di Mosler o altri perchè sono andati da Barnard e mettere i puntini sugli i della moneta che è “endogena”…. In altre parole gli operatori di mercato, “i traders”” e la stampa specializzata finanziaria di Londra come il Telegraph o Financial Times discutono di come risolvere la crisi e sono più avanti dei prof o ricercatori…

        dal blog di Alberto Bagnai
        Alessio Iredas 28 ottobre 2012 00:06
        non ho capito bene la differenza tra moneta endogena ed esogena, potete spiegarmi rispetto a cosa? sul fatto poi che il controllo quantitativo della moneta si è rivelato impossibile e la quantità non è casua di inflazione ok, ma se si riuscisse nell’intento di stabilire un controllo quantitativo della moneta, posto che l’inflazione andrebbe comunque per cazzi suoi il pil crescerebbe come vorrebbe Giampiero e anche Barnard immettendo moneta nel sistema? per ultimo in che modo il controllo del tasso di interesse a breve termine può essere considerato lo strumento principale della politica monetaria e con quali effetti sulla ricchezza?

        istwine28 ottobre 2012 10:25
        Alessio, ne parlo nelle altre parti. Per ora ti dico questo: esogeno significa che l’offerta di moneta è sotto il controllo della Banca Centrale, endogeno significa che non lo è. Chi sostiene, a ragione, che la moneta sia endogena dice molto semplicemente che la quantità di moneta è determinata dalla domanda di essa. Come tu chiedi un prestito alla banca (e non è lei a lanciartelo nella cassetta delle lettere), così le banche domandano soldi alla BC e non è la BC a immetterne senza criterio e senza badare alla domanda. La parte attiva è sempre colui che domanda e l’offerta si adatta passivamente.

        Questa cosa dell’immettere moneta lascia il tempo che trova, proprio perché bisogna capire che tipo di moneta, a cosa serve, dove va.

        Marco Bessi28 ottobre 2012 08:09
        Ecco perché Barnard ti chiama Bourka Boy! La MMT é distrutta in ogni suo concetto base da questa fantastica spiegazione. Ringrazio sia Istwine (ovviamente) che Torny Guerani per i loro approfondimenti e ovviamente il prof. che ci mette a disposizione tutto questo.

        Marco Bessi28 ottobre 2012 20:14
        Spero solo che i ragazzi della spaghetti-MMT che seguono il suo blog e che spesso la linkavano nei loro blog si rendano conto di come sono stati raggirati dallo starnazzatore. Ma quello che è più grave è che lei sul fatto che questo personaggio renda tutto più difficile ha perfettamente ragione. Paragone l’ha invitato più volte in tv a “l’ultima parola” e chissà quante persone ha traviato con i suoi ragionamenti. Mi viene in mente quella signora, imprenditrice, che l’altra sera prese la parola e parlò di moneta sovrana e di studiare. Tutti i ragionamenti che Barnard ripete di continuo e che hanno già fatto danni terribili. Adesso chi glielo dice a chi ha capito la fregatura dell’euro e si è messo a seguire la spaghetti-MMT che l’hanno preso in giro esattamente come chi gli ha detto che l’euro era la sua salvezza? Dio ci aiuti perchè ne avremo bisogno….

        Giorgio D.M.28 ottobre 2012 12:44
        La moneta è esogena, endogena, o in parte esogena e in parte endogena come dice Echner – “It is therefore a misspecification to assume that the money stock, or any of its components, is entirely exogenous, subject to the control of the monetary authorities […]”? Probabilmente è necessario definire cosa è esogeno e cosa è endogeno per dare una risposta.

        Vocidallestero 28 ottobre 2012 14:47
        Giorgio ha espresso il mio stesso pensiero.
        A me pare che la moneta che può essere considerata esogena sia quella emessa sotto il controllo del Tesoro e fatta passare attraverso il canale della spesa pubblica, o mi sfugge il più, Ist?

        Alessandro Guerani 28 ottobre 2012 15:33
        La BCE vi viene a dire quante cambiali potete firmare? E quelle cambiali magari vengono poi scontate da una banca, e per finanziare quello sconto magari la banca emette un bond con collaterale le cambiali girate allo sconto, e quindi M3 si alza. Poi magari quei bond vengono portati come collaterale alla BCE per avere un rifinanziamento marginale e la vostra cambiale diventa magiacmente M0.

        E tutto perché avete comprato un frigorifero nuovo, claro adesso che vuol dire endogeno? Che la produce il sistema economica a seconda di quanta domanda ce ne è.

        Alberto Bagnai28 ottobre 2012 15:57
        Chissà se adesso, grazie alle tue parole e a quelle di istwine, qualcuno comincia a capire quanto è coglione quel povero coglione che ha diffuso l’idea che i problemi si risolvono creandomonetafiatconunclicdelmouse, salvo intervenire quando lamonetacrealinflazione ma linflazionesicombatteconletasse! Cominciate a capire, adesso? Non solo è una *** fascista, pagata per intercettare il dissenso, ma è anche un povero coglione che diffonde concetti vetusti e screditati da almeno due secoli. E la gente ci crede! Capite ora perché con istwine ci facevamo un sacco di risate? E perché io mi incazzavo pensando a quanto sarebbe stato più facile informare senza questa disinformazione? Capite il paradosso di uno che parla di “moneta moderna” ma poi crede che la moneta sia esogena e causi l’inflazione? Ovvio che solo dei fessi possano ancora andargli dietro. Ha trovato l’America, ma dura poco…

        Alessio Iredas28 ottobre 2012 16:03
        Endogena al sistema finanziario, quindi la moneta è un prodotto delle banche a seconda della domanda di credito che ricevono, dato aleatorio, e non esogena rispetto ad esso, nel senso che non è la BC a determinarne la quantità. Giusto?

        Vocidallestero28 ottobre 2012 22:09
        Mi dispiace, credo di aver fatto incavolare il prof!
        Sarò di coccio sicuramente, ma ho capito che la moneta è endogena per come viene emessa col sistema attuale.
        Intendevo solo esprimere l’idea che con un sistema differente dove la creazione di moneta non fosse lasciata in mani private, si potrebbero evitare questi cicli finanziari.
        Comunque mi leggerò con attenzione la seconda parte di Istwine, e per ora mi scuso e mi taccio, senza offesa…;)

      • Warren….I spent one day to understand what is TARGET2 and what are Real time gross settlement…the role of the central bank to shut down credit and liquidity risk… This is what people and economists don’t understand because they are focusing on old models and old rules:)…the only reason for this great crisis is that the ECB follows the POLITICAL (and not rationale) idea that the inflation should be lower than the harmonized consumer price index. That has the consequence that we know.

  9. Saluti a tutti. A Nobigbanks ci eravamo posti alcune delle stesse domande del Prof. Brancaccio, ponendoci al livello della concezione economica generale e in termini meno tecnici.
    La prima domanda viene dall’insistenza sui cambi fluttuanti, il meccanismo che 40 anni fa ha sostanzialmente dato il via alla finanziarizzazione dell’economia.
    Ricordiamoci che dagli anni Settanta in poi ci sono stati più passaggi nella direzione del liberoscambismo, quasi sempre giustificati con la necessità di meglio affrontare i mercati globali, di vincere la sfida della concorrenza moderna ecc…
    Questi passaggi hanno portato allo sviluppo del fardello più schiacciante del sistema economico di oggi: la bolla dei derivati. Sono i cambi fluttuanti che rendono necessari i derivati sulla moneta.
    La deregulation in tanti altri settori dell’economia ha portato all’hedging generalizzato: i mercati aperti a chiunque voglia fare trading a prescindere dalla reale necessità di acquistare materie prime, ad esempio, rendono “necessaria” la copertura, fino al punto di creare il casinò che abbiamo oggi.
    Leggendo le proposte di Mosler – con cui abbiamo iniziato uno scambio di vedute – ci sembra che l’approccio di base sia condivisibile (quella del ruolo dello stato nel garantire un sistema finanziario per il bene pubblico), e quindi con forti restrizioni sul sistema bancario tipo vietare la cartolarizzazione e i vari tipi di operazioni speculative, comprese quelle sui mercati secondari.
    A nostro avviso queste idee rientrerebbero perfettamente nella concezione di Glass-Steagall, cioè di una nuova legge che ripristini le regole anti-speculative per il settore finanziario.
    Vanno accompagnate però da un programma chiaro per la promozione delle attività produttive. La banca centrale deve diventare una nuova ‘banca nazionale’ hamiltoniana, fissando regole rigorose che distinguano tra gli investimenti utili per la società e quelli dannosi. I primi saranno favoriti e, laddove necessario, anche finanziati direttamente dallo stato; i secondi vietati o nel migliore dei casi tagliati fuori dagli aiuti e protezioni concessi ai primi.
    La separazione bancaria e la natura dell’intervento da parte della banca nazionale non sono aspetti che possono rimanere secondari o impliciti rispetto ad una concentrazione su quelli più monetari. Altrimenti, come fa notare Brancaccio, sorgono delle contraddizioni. Si rischia di criticare la politica di austerità da una parte ma di sostenere indirettamente l’altra faccia della stessa medaglia neoliberista: il “libero” mercato che favorisce la finanziarizzazione e il trasferimento del potere nelle mani di chi gestisce la finanza.
    Non bisogna rinunciare ad un sistema robusto di regulation e interventi attivi necessari per arginare il potere dei grandi interessi finanziari che non aspettano altro che di minare il potere sovrano delle nazioni.

  10. […] del dibattito aperto con l’intervento di Emiliano Brancaccio e la risposta di Warren Mosler riguardo l’MMT, riceviamo e volentieri pubblichiamo questo intervento di Andrea Terzi […]

  11. Greetings from Taylors Lakes, Australia.Does your blog get
    a bunch of spam comments? I’m a blogger too and I’m wondering how many
    people have the same difficulty. A group of us has taken the opportunity to create some strategies and we’d like to trade ideas with fellow bloggers. Why don’t you shoot me an
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  12. Sono un semplice artigiano messo nei guai dall’euro e dalle leggi della comunità europea che sono assurde; scusate se esprimo il mio pensiero in argomenti che non mi competono ,ma credo che il valore di una moneta( il suo peso) venga dato dalla capacita di lavoro di un popolo di produrre beni e servizi e dalla domanda interna ed estera di seguito e non in secondo piano regole sicure e stabilita, in fine la capacita di una nazione di rapportarsi con gli altri popoli e L’Italia in due cose è maestra in questo. Per quando riguarda la moneta mi sembra ovvio che conviene che uno stato emetta moneta quando è nel bisogno, senza questa possibilità uno stato non è più sovrano ed è bersaglio facile di speculazioni finanziarie che partono guarda caso dal meccanismo della distribuzione dell’euro che l’Italia non prende al netto ma con un tasso d’interesse dalle banche europee che sono sostanzialmente private e quinti ci tocca lavorare di più per pagare il debito dello stato ed è un debito pericoloso perché assunto con un privato. La teorie Warren Mosler non mi sembra una utopia anzi segue un filo logico a mio vedere, un utopia è cambiare lego centrismo la cattiveria di alcune mendi che non capiscono che se tutti stano meglio sì vive meglio.

  13. io invece, sono addirittura una povera, nel senso più ampio del termine, pensionata….Sono veramente troppi i concetti, i meccanismi, riportati, sia nell’articolo che nei commenti che mi risultano ostici, confusi….. c’è una cosa però che mi risulta meno chiara delle altre, perchè, visto che ormai da tanto, la moneta non ha più un equivalente in oro nelle casse di ogni stato sarebbe addirittura controproducente il famoso “clic”? Forse, solo forse però, mi son lasciata influenzare da Barnard, ma a me risulta evidente è sotto gli occhi di tutti, anche di coloro che dissertano su questo blog, la realtà. Qui, in senso lato, a me risulta evidente come TUTTI, stiano annaspando nel tentare di dare motivazioni alla situazione, trovo che nessuno o quasi, tenti di dare soluzioni pratiche. Anche quando questo avviene,è sempre in un “futuribile” Mi sembra proprio che nessuno, in assoluto, prenda in analisi la situazione della povera gente e si continui a dissertare….. credo ci sia bisogno urgente di dare delle priorità in questa situazione, e al momento, sempre secondo me, sarebbe importante aiutare chi ha fame, non solo in Africa, la fame c’è anche in Italia, e magari impedire che altri siano costretti a rovistare nei bidoni dell’immondizia. Sono cosciente che non ha una grande attinenza con il vostro articolo, la mia vuole essere solo una riflessione, anche se riconosco che è giusto sapere e capire “dove si vuol andare”

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